Transmigranti. L'artista si appropria, invade e sconvolge lo spazio espositivo creando una sola grande opera che interagisce con i 200mq della sala centrale. L'intera opera dell'artista sembra essere attraversata da una strategia della decostruzione, dove non esistono concetti stabili e ben determinati.
La galleria Mimmo Scognamiglio inaugura giovedì 14 gennaio 2010 alle ore 19 la prima mostra
personale a Milano di Maddalena Ambrosio
Come nelle due precedenti mostre da Scognamiglio a Napoli nel 2004 e nello scorso settembre l’
artista, anche questa volta, si appropria, invade e sconvolge lo spazio espositivo creando una sola
grande opera che interagisce con i 200mq della sala centrale.
L’intera opera della Ambrosio sembra essere attraversata da una strategia della decostruzione
(Jacques Derrida), non esistono all’interno di essa concetti stabili e ben determinati, si oppone a
qualunque “certezza”, a qualunque staticità formale definendo il concetto stesso come la caduta del
pensiero in un “falso paradiso della definizione” e lo stesso titolo della mostra che sfugge ad una
netta definizione, sembra appartenere alla categoria degli indecidibili di Derrida.
La mostra si completa nelle sale laterali della galleria con due sculture in cui la Ambrosio riprende
la sua analisi della coscienza umana immersa in una realtà percepibile per ambivalenze e in cui lei
non sceglie una delle parti in cui si divide la dicotomia del reale, non si schiera, ma esplora il
potenziale espressivo di ogni contraddizione, fondendo in una visione multiforme ciò che sembra
apparentemente inconciliabile.
Così accade che, fragilità e potenza, natura e artificio, materia e spirito si conciliano in un Self-
portrait (tassidermia e bronzo) che richiede in modo delicato ed elegante la partecipazione dello
spettatore che si identifica suo malgrado nell’opera e in cui sembra essere lui stesso una parte
fondamentale di essa, se non addirittura, la soluzione finale di una dialettica degli opposti.
Così anche nella grande installazione centrale, in cui l’uno e il molteplice si confondono o
addirittura si concreano perfino nella scelta del materiale usato. Infatti, questi “ipotetici” animali,
sono creati con un unico grande tessuto in cui non è distinguibile fino in fondo il singolo e in cui il
tessuto stesso è composto da una molteplicità indefinita di fibre di diverso tipo tenute saldamente
insieme.
“L’individuo è relazione”, afferma la Ambrosio, e a quanto pare anche una relazione in divenire,
un andare verso che è un divenire interiore e contemporaneamente esteriore, diretto in una
“migrazione” in ogni caso del tutto indeterminata o forse indeterminabile di per se.
Vernissage: giovedì 14 gennaio 2010, ore 19
Mimmo Scognamiglio artecontemporanea
Corso di Porta Nuova, 46/B – 20121 Milano
Lunedì 15.30 - 19.30 martedì - sabato 10.30/13,30 – 14,30/19.30
ingresso libero