Giocatori di perle. L'artista canta il mondo che le appare e come le appare, e lo descrive con i mezzi moderni che la tecnica mette a disposizione degli artisti. Il mondo le passa davanti, sempre mutevole, e lei lo osserva. C'e' molta manualita' nel suo lavoro, una volta pensato. C'e' molto da fare, il tempo sembra addensarsi. Il suo stesso lavoro e' la misura di tutto il tempo di cui l'artista dispone.
Sabrina Mezzaqui lavora in casa, non in studio, sulle colline bolognesi, a pochi chilometri dalla Vergato di Ontani e dalla Grizzana di Morandi. Anche loro lavoravano in casa, forse una caratteristica dei luoghi. Sabrina lavora seduta al tavolo, taglia, incide, piega, infila, pensa e guarda fuori dalla finestra. Il mondo le passa davanti, sempre mutevole, e lei lo osserva, non credo lo studi: lo vive, piuttosto. C'è molta manualità nel suo lavoro, una volta pensato. C'è molto da fare, il tempo sembra addensarsi. Il suo stesso lavoro è la misura di tutto il tempo di cui l'artista dispone.
La vita che passa e che il lavoro scandisce, come la geometrica ripetizione di una litania dalle minime varianti impercettibili. Ed intanto l'artista guarda fuori dalla finestra, questo suo piccolo schermo privato sul grande mondo che le fa visita, e la saluta, ammiccando. Lei risponde al saluto: una conferma del rapporto che non è solo da fuori a dentro, ma anche nell'altro senso. E così Mezzaqui canta il mondo che le appare e come le appare, e lo descrive con quei mezzi moderni che la tecnica mette a disposizione degli artisti, come ieri la pittura ad olio per Van Eyck, così oggi il video per i contemporanei.
Inaugurazione sabato 23 gennaio 2010, ore 18
Galleria Massimo Minini
Via Apollonio 68, 25128 Brescia
La galleria è aperta dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.30; sabato dalle 15.30 alle 19.30
ingresso libero