L'impero degli oggetti. I due giovani scultori milanesi hanno scelto di esporre un ventina di opere recenti. Lo spazio diventa scenografia, dove oggetti e sculture sono protagonisti di scene umoristiche o teatrali.
L'Associazione Culturale Arscenica di Sergio Annovi, in collaborazione con il Comune di Sassuolo e l'Assessorato alla Cultura sono lieti di presentare L'impero degli oggetti, mostra bipersonale di Francesco De Molfetta e Matteo Negri che inaugurerà Sabato 23 Gennaio alle ore 18,00.
All'interno degli spazi della Paggeria Arte, storica sede sassolese di importanti mostre ed eventi legati all' arte contemporanea, saranno esposte le opere dei due giovani scultori milanesi. Per l'occasione Francesco De Molfetta e Matteo Negri esporranno un ventina di opere facenti parte della loro più recente produzione artistica. In questi nuovi lavori entrambi gli artisti operano una sorta di defunzionalizzazione dell'oggetto che, privato appunto della sua funzione primaria, assume molteplici sfumature concettuali legate ad un unico comune denominatore: l'ironia. Nelle opere di Francesco De Molfetta (Milano 1979) lo spazio diventa una sorta di scenografia dove gli oggetti e le sculture sono protagonisti di scene che possono essere lette talvolta come vignette umoristiche, altre come rappresentazioni teatrali.
De Molfetta mette in scena una serie di opere concettuali dove realtà e finzione si confondono senza soluzione di continuità; le sue sculture assomigliano infatti a dei ready made recuperati nel patrimonio dell’immaginario collettivo: allarmanti icone del contemporaneo, oggetti e stereotipi del consumismo più spietato, oggetti più comuni ai quali è stata tolta la loro originaria funzione. Il giovane artista milanese li isola dal loro contesto e li obbliga a mutare il proprio concetto di verità, costringendo il pensiero ad andare oltre e a rinunciare ad ogni stabile certezza. Si tratta di microcosmi che generano un sentimento di spaesamento, un mix di estraneità e familiarità, che si risolve infine in una comicità affascinante e al contempo ironica. Nella sua ricerca plastica Matteo Negri (Milano 1982) utilizza tecniche artigianali e attribuisce una particolare attenzione alla manualità come possibilità di ricerca e di scoperta.
Anche la scelta dei materiali è molto importante: nella serie delle mine, realizzate in ceramica smaltata, è evidente il contrasto tra la tipologia dell’oggetto e il materiale scelto; la mina stessa, strumento di distruzione, subisce la violenza e il rischio di frantumarsi per la fragilità della ceramica con la quale è realizzata.
Altrettanta ironia pervade anche la serie L’Ego: i famosi mattoni da costruzione sono qui snaturati, privati della capacità di espletare la funzione per cui sono creati: non c’è più possibilità di costruire, i lego in resina si presentano come oggetti fini a se stessi, di cui si può solo apprezzare l’aspetto cromatico e formale. Da giochi per bambini diventano giochi per adulti, opere d’arte nelle quali riconoscere parte della nostra infanzia.
Molto utile, l’Heretic-Pop. Per spaccare l’aura a tutti gli intoccabili dell’arte, rivelare la ridicolaggine dei principi, sfregiare i nomi divini delle multinazionali. De Molfetta si allena con piccoli atti di terrorismo semiotico, ai danni di animali, uccelli, coppiette intente alla copula, e abitudini nazional-popolari. Un terrorismo gentile, magico, che arricchisce i suoi bersagli con qualcosa in più. Il suo materiale esplosivo è la leggerezza, che provoca slavine di significati, e rivela l’instabilità di tutto ciò che si crede fisso. Heretic-Pop. Per essere killer a sorpresa: più arte, meno bombe. Per farla finita con le mine antiuomo, invece, bisognerebbe fabbricarle in ceramica. Con colori da vaso Ming, e superfici lucidissime. Massimo danno possibile: rompersi in cocci. Il vero scopo delle mine di Negri è portare alla luce il rimosso. Dietro allo schermo, le mine antiuomo esistono davvero, e questo è il loro aspetto reale. Più problematico il gioco linguistico alla base della serie dei L’Ego. Congelato fra autocelebrazione dell’ego, e desiderio di legami. Freddo come l’acciaio di cui è fatto, e commerciale come la plastica che riproduce. De Molfetta e Negri cospirano insieme per rivelare la vita nascosta del nostro impero di oggetti. '' Luiza Samanda Turrini
Inaugurazione Sabato 23 Gennaio alle ore 18
PaggeriArte
piazzale della Rosa, 7 - Sassuolo (MO)
Ingresso libero