Galleria Russo
Roma
via Alibert, 20
06 6789949 FAX 06 69920692
WEB
Giacomo Balla
dal 10/2/2010 al 5/3/2010
lunedi' 16.30-19.30, martedi' - sabato 10-13 e 16.30-19.30

Segnalato da

Francesca Neerman



approfondimenti

Giacomo Balla
Elena Gigli



 
calendario eventi  :: 




10/2/2010

Giacomo Balla

Galleria Russo, Roma

Il tema della mostra e' il Manifesto del Colore pubblicato da Balla nel 1918, dove l'artista analizza il ruolo del colore nella pittura d'avanguardia. La mostra e' curata da Elena Gigli che da vent'anni studia l'opera pittorica di Balla, e presenta una ventina di lavori che coprono il periodo che va dagli anni Dieci, all fine degli anni Venti, tutte provenienti da Casa Balla.


comunicato stampa

a cura di Elena Gigli

Da giovedì 11 febbraio la Galleria F. Russo di Roma ospiterà la mostra Giacomo Balla pittura dinamica = simultaneità delle forze, sull’inedita tematica del Manifesto del Colore. La mostra, patrocinata dall’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma, è curata da Elena Gigli che da vent’anni studia l’opera pittorica di Balla, e presenta una ventina di opere che coprono il periodo anni Dieci - fine anni Venti ossia il periodo caratterizzato dalle ricerche di Balla sul colore, tutte provenienti da Casa Balla.

Il tema della mostra e’ il Manifesto del Colore pubblicato da Balla nel 1918, nel catalogo della sua mostra alla galleria Bragaglia a Roma (4 ottobre 1918) dove analizza il ruolo del colore nella pittura d'avanguardia.

Si è sempre parlato del futurismo in generale ma non è mai stato approfondita la tematica del colore e quindi del suo manifesto. I primi lavori realizzati da Balla erano principalmente in bianco e nero (vedi Guinzaglio in moto del 1912) in seguito riscopre il colore come si evince dai collages dove, proprio attraverso l’uso di carte colorate, troviamo opere del tutto contemporanee.
Non a caso il titolo della mostra, Giacomo Balla pittura dinamica = simultaneità delle forze, è l’ultimo punto del Manifesto del Colore.

Tanti sono i manifesti apparsi negli anni Dieci e Venti dedicati al Futurismo. Il 1910 vede la pubblicazione di due manifesti pittorici e, su invito degli allievi Boccioni e Severini, Balla sottoscrive il Manifesto dei pittori futuristi insieme a Carra’ e Russolo. Dopo appena due mesi, l’11 aprile, sottoscrive La pittura futurista. Manifesto tecnico dove vi si legge: “la nostra brama di verità non può non essere appagata dalla Forma ne dal colore tradizionali! Il gesto, per noi, non sarà più un momento fermato del dinamismo universale; sarà, decisamente, la sensazione dinamica eternata come tale”.

Nell’anno appena concluso (2009), tanto si e’ parlato del futurismo e altrettante mostre sono state inaugurate. Tuttavia questo movimento rivoluzionario non può essere circoscritto a quei primi manifesti, ma si devono sfogliare le pagine della storia per arrivare a capire – insieme a Balla – come sentirsi futuristi.

E’ con il manifesto del colore del 1918 che entriamo proprio nel clou del momento artistico di Balla ricco di lavori colorati. Dopo infatti gli anni Dieci dove principalmente troviamo opere in bianco e nero, a partire dal momento bellico, Balla – quasi una risposta positiva al pessimismo bellico - guarda al colore.

Siamo al 4 di ottobre 1918: Giacomo Balla espone a Roma nella galleria di Anton Giulio Bragaglia a via Condotti 21 e aprendo il catalogo della Mostra del pittore futurista Balla, si leggono i sette punti del Manifesto del colore:

1. Data l’esistenza della fotografia e della cinematografia, la riproduzione pittorica del vero non interessa ne’ può interessare più nessuno.
2. Nel groviglio delle tendenze avanguardiste, siano esse seni-futuriste o futuriste, domina il colore. Deve dominare il colore poiché privilegio tipico del genio italiano.
3. L’impotenza coloristica e il peso culturale di tutte le pitture nordiche, impantanano eternamente l’arte, nel grigio, nel funerario, nello statico, nel monacale, nel legnoso, nel pessimista, nel neutro o nell’effeminatamente grazioso e indeciso.
4. La pittura futurista italiana, essendo e dovendo essere sempre più un’esplosione di colore non può essere che giocondissima, audace, aerea, elettricamente lavata di bianco, dinamica, violenta, interventista.
5. Tutte le pitture passatiste o pseudo - futuriste danno un sensazione di preveduto, di vecchio, di stanco e di già digerito.
6. La pittura futurista e’ una pittura a scoppio, una pittura a sorpresa.
7. Pittura dinamica: simultaneità delle forze.

Nella sua Dichiarazione autografa – Autobiografia (inchiostro nero su carta cm. 18 x 14)
il pittore proprio in durante gli anni del primo conflitto mondiale declama che “o’ già creato una nuova sensibilità nell’arte espressione dei tempi futuri che saranno colorradioiridesplendoridealluminosisssssssssimiiiiii”.

“Bisogna essere permeato di sensibilità intuitive e passare furtivamente tra gli attimi impercettibili dell’evoluzione per scoprire le nuove vie che portano all’arte futurista, nella quale nessun concetto, nessuna linea, nessuna forma, nessun colore, nessuna sagoma, nessuna frase, nessuna nota musicale ricorderà il minimo, dico minimassimo segno dell’arte passata. …. Anche i minimi tentativi futuristi possono essere il principio della nuova arte futura. E con questo, con una superstrafede indistruttibile, arrivederci tra qualche secolo”, scriverà Balla nel 1927.

Il catalogo di questa mostra sarà edito da De Luca con una presentazione di Umberto Croppi, assessore alle Politiche Culturali del Comune di Roma, una biografia di Balla sugli anni ‘10 e ‘20 di Agnese Sferrazza e testi critici della curatrice della mostra Elena Gigli.

Ufficio Stampa Francesca Neerman
mob. 329 68924424
mail f.neerman@tiscali.it

Inaugurazione giovedì 11 febbraio, ore 18,00

Galleria F. Russo
Via Alibert 20 - Roma
lunedì 16.30-19.30, da martedì a sabato (compreso) 10.00-13.00 e 16.30-19.30
ingresso libero

IN ARCHIVIO [21]
Tato
dal 4/2/2015 al 27/2/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede