I video di Ruilova sono, piu' che stralci di una narrativa, la trasposizione di uno stato esistenziale. Fonte di ispirazione dell'artista sono energie antitetiche come la musica pop e il cinema d'avanguardia. In un mondo di personaggi intrappolati in stati psicotici e ossessivi il montaggio sincopato frammenta il tempo e lo spazio. Allo spettatore e' restituito un collage di momenti che frantumano l'esistenza in singoli gesti, respiri, frasi ripetute ossessivamente che agiscono come mantra.
francesca kaufmann è lieta di presentare la seconda mostra personale di Aïda Ruilova.
I video di Aïda Ruilova sono, più che stralci di una narrativa, la trasposizione di uno stato esistenziale. Fonte di ispirazione dell’artista sono energie antitetiche come la musica pop e il cinema d’avanguardia, i B-movies e un’estetica dark che fa cozzare Francis Bacon con il punk rock.
In un mondo di personaggi intrappolati in stati psicotici e ossessivi il montaggio sincopato frammenta il tempo e lo spazio in stoccate vertiginose – un rimando al cinema strutturalista ma anche al videoclip – ignorando il naturale scorrere del tempo. Allo spettatore è restituito un collage di momenti che frantumano l’esistenza in singoli gesti, respiri, frasi ripetute ossessivamente che agiscono come mantra.
Nei suoi lavori più recenti Aïda Ruilova lascia più spazio di azione ai personaggi in scena, spesso scelti dal mondo dell’arte o del cinema (d’avanguardia come di serie B), assorti in uno stato semi ipnotico, come nell’ultimo lavoro, Meet the Eye (2009) prodotto in occasione della personale dell’artista all’Hammer Museum di Los Angeles. Nel video Karen Black (grandiosa stella al tramonto del cinema indipendente) e l’artista Raymond Pettibon sono ritratti in una stanza d’albergo, intenti in un dialogo che unisce tensione erotica e un irrevocabile senso di declino. L’occhio, lo specchio, la visione, attraverso un buco scavato nella parete, di una realtà onirica che pare una memoria o una proiezione futura: sono tutti elementi che fanno di Meet the Eye una ricerca sullo sguardo, ma anche sullo scorrere del tempo e sulla (dubbia) veridicità del reale.
Assieme al suo ultimo video Aïda Ruilova presenta A–Z for fake (2008), una serie di stampe a rilievo – rimando al geroglifico, all’altorilievo ma anche a una certa estetica kitsch – che raffigurano le lettere dell’alfabeto, interpretate di volta in volta da personaggi in pose innaturali o da oggetti che rimandano indirettamente alla lettera che indicano, come la D, rappresentata da una porta (‘door’) di Carlo Mollino. Il contrasto tra la tridimensionalità del relief e la resa iperrealistica del soggetto, che pare mummificato in una realtà sospesa, fa di questo lavoro un ambiguo carosello allo stesso tempo decifrabile e misterioso.
Qui come in molti dei suoi lavori, l’artista sembra indicare allo spettatore una catalogazione di atti insensati riportati all’interno di una logica sistematica, come per cercare un senso nel caos.
Aïda Ruilova è nata a Wheeling, West Virginia (1974). Vive e lavora a New York
Mostre personali in programma: (2010) Galerie Guido Baudach, Berlin; La Conservera, Murcia, Spain
Principali mostre personali: (2009) Hammer Projects, Hammer Museum, Los Angeles, CA; (2008) Aïda Ruilova: The Singles 1999-Now (mostre itinerante), Aspen Art Museum, Aspen, Contemporary Art Museum St. Louis, Saint Louis, MO, The Banff Centre, Walter Phillips Gallery, Banff, Canada
Principali mostre colletive: (2008) Sympathy for the Devil, Musuem of Contemporary Art, Chicago; (2006) Uncertain States of America, Astrup Fearnely Museum, Oslo; (2004) Whitney Biennial, New York; (2003) Biennale di Venezia
Inaugurazione 11 Febbraio 2010, h19
Francesca Kaufmann
via dell'Orso, 16, Milano
mart - ven 11-19.30, Sab 14-19.30
ingresso libero