Collezione Privata. La pittura dell'artista riserva una particolare attenzione ai singoli soggetti che nell'opera si stagliano in primo piano, su di un fondo monocromo, spesso in ombra.
a cura di Grazia Tassi e Francesco Falciani
Attraverso questa prima personale modenese l’artista dischiude, concede allo sguardo del visitatore un mondo intimo e confidenziale, permettendogli di osservare qualcosa di personale e domestico, di privato appunto. In un equilibrio asimmetrico, in cui al pieno risponde specularmente il vuoto, la mostra si snoda, nello spazio della galleria, composta da zone espositive differenti, che abitano le pareti in maniera autonoma e comunque in relazione tra loro.
Sono microcosmi emozionali, isole narranti per immagini, attraverso racconti visivi compiuti. Ne fanno parte studi per ritratti, nature morte dipinte su tavole o lastre di rame, non finiti su carta, frammenti di pensieri visivi, letture anatomiche di sé.
Alcune delle opere sono e rimangono pezzi della raccolta pittorica di proprietà di Blanco, della sua personale collezione privata, eppure esse partecipano a questo “mosaico” espositivo, perché ne sono la tessera iniziale, o persino la chiave di volta, l’elemento più familiare di un discorso espressivo ininterrotto nel tempo. Così accade per la fotografia che riproduce il primo autoritratto che l’artista, a sette anni, ha tracciato sul muro della propria casa in Sicilia.
Con questo ricordo giocoso, partendo da lontano, Blanco ci mostra come l’osservazione del corpo e di se stesso, da ricreazione puerile, in qualche modo abbia attraversato il tempo della crescita, arrivando agli esiti maturi e fedeli di oggi. La sua pittura, infatti, risulta ora adulta e profonda, dedicata all’attenzione di singoli soggetti, che nell’opera si stagliano in primo piano, su di un fondo monocromo, perlopiù in ombra.
Che siano visi o corpi, nature morte o vanitas, la pienezza pittorica celebra silenziosamente l’oggetto. L’olio steso su tela o su cartone, su tavola o metallo, rivela la fisionomia della natura, la realtà di un volto, la veridicità di un cranio. Si tratta dunque di un’osservazione analitica, precisa, puntuale e rigorosa, ma al contempo sensibilmente vissuta e viscerale che, in questa particolare lettura espositiva, accetta e rivela di sé anche l’inciampo, il respinto, l’insoluto che, da privato, diviene qui esposto e quindi insolitamente pubblico.
Inaugurazione 13 febbraio 2010 dalle ore 17.30
Amphisbaena
via Mascherella, 36, Modena
lun-sab 10.30-12.30, 17.30-19.30
ingresso libero