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Brad Howe e Robert Schaberl
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24/2/2010

Brad Howe e Robert Schaberl

Villa di Donato, Napoli

'Giocare con la scultura' raccoglie una serie di opere recenti di Brad Howe con la curatela di Cynthia Penna. Le opere di Robert Schaberl sono invece il risultato di una interazione tra occhio e oggetto, un interscambio fondato sul colore che diventa pura emozione.


comunicato stampa

Brad Howe - Giocare con la scultura

a cura di Cynthia Penna

Brad Howe si pone innanzi al fatto artistico costantemente con “nuovi occhi”, sebbene attraverso di lui rivive tutta la tradizione artistica americana dagli anni ’60 ai nostri giorni.

La bellezza dell’opera di Howe è tutta nella sua capacità come uomo e come artista di mettersi costantemente in discussione nel senso di voler ancora e ancora sempre apprendere, sperimentare, cimentarsi, esplorare nuove possibilità, cercare nuovi segni e nuovi significati.

Lo stupore del bambino di fronte a nuove scoperte: questo il senso della sua arte e questo l’approccio all’arte e alla vita. Una continua epifania di segno, accompagnata da un cromatismo esplosivo che sottendono un approccio all’esistenza decisamente positivo.

Il senso del gioco, la visione ludica della vita per ricordarsi costantemente che : “la vita è anche gioco”. (Giuseppe Tiani)
Le proporzioni sono assolutamente magistrali e perfette; non vi è nulla che appaia lasciato al caso: la geometria come la matematica sono scienze esatte e questa esattezza diviene tangibile nelle sculture di Howe. La perfetta proporzione rispecchia la perfezione del calcolo matematico che diviene mezzo e fine di un lavoro sullo e dentro lo spazio.

Infine il colore che è retaggio del suo contatto col Sudamerica e rimanda al Brasile di Romero Britto: le bande di colori primi che si susseguono e si alternano o si sovrappongono nell’opera, una sorta di baiadera di colori che ricorda da vicino certi tessuti per abiti da festa del Sudamerica. Ed è la festa con il suo immaginario di colori e musica che ispira il nostro: la festa come momento dionisiaco dello spirito dell’uomo, fatto non solo di colore e musica, ma anche di aggressività e di sfogo; ebbrezza del lasciarsi andare e dell’abbandonarsi ad una felicità infantile e perciò perduta che ci fa ancora sognare.

Il carnevale brasiliano reso scultura con la medesima, particolare musicalità ma col rigore geometrico della tradizione artistica del Nord America del 20° secolo.

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Robert Schaberl - La Quadratura del Cerchio

La storia dell’umanità ha sempre girato attorno alla tematica della “quadratura del cerchio”.
Non è certo in termini geometrici che ci interessa l’argomento, ma in termini filosofici ed estetici.
Le opere di Robert Schaberl sono un esperimento di puro colore e materia; sono piuttosto il risultato di una interazione tra occhio e oggetto, un interscambio fondato sul colore che diventa pura emozione.

Opere fatte di materia pittorica stemperata sulla tela attraverso 50 - 70 stesure di colore: passaggi di colore intervallati da velature e trasparenze per far sì che l’occhio umano, alla fine, più che guardare l’opera, la “interpreti” in maniera singolare e unica: ogni occhio reagisce al colore in maniera diversa e quel colore non sarà mai lo stesso per tutti. Ogni mondo è un mondo a parte, dato dalla specificità di chi guarda, da una combinazione unica di visione ottica, reazione ottico/cerebrale e sentimento, emotività dello spettatore. Lo sguardo è appagato dalla visione che è il guardare con emozione e attraverso una emozione.

Colpisce la perfezione formale e apparente della resa cromatica in superficie, mentre al di sotto di essa subito si percepisce una sorta di “ingarbugliamento”, di strano “movimento” vitale. Non vi è mai freddezza formale nelle sue opere perché vi è sempre qualcosa di sotteso, come una materia in movimento che non è mai statica, ma vitale e viva.

Panta rei os potamòs, tradotto come Tutto scorre come un fiume, è il celebre aforisma attribuito ad Eraclito che ben si attaglia alle opere di Schaberl. Le sue opere non potranno mai essere guardate nello stesso modo, anzi, l’esperienza della loro visione sarà di volta in volta diversa e nuova: un’esperienza unica e differente ogni volta che ci si accosta alle sue opere. Una scoperta di visione e di emozione ogni volta ripercorsa in maniera differente. Più si guardano le sue opere, più si scoprono nuovi mondi ogni volta. E’ un’esperienza in itinere che non si arresta mai.
In fin dei conti: dov’è e che cos’è realmente la “quadratura del cerchio” nella vita di ognuno se non il vivere le esperienze in divenire come un qualcosa di fluttuante e in continua mutazione?


Immagine: Brad Howe

Inaugurazione 25 febbraio ore 18.30, con gli artisti

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