Officine Fotografiche
Roma
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Obbiettivo Donna
dal 26/2/2010 al 8/4/2010
lun-ven 16.30-19.30

Segnalato da

Officine Fotografiche




 
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26/2/2010

Obbiettivo Donna

Officine Fotografiche, Roma

V edizione. Storie. Le tre artiste ospitate hanno formazione e stili diversi. Le loro storie vanno dal mondo maschile dello sport, alle impressioni immaginarie riportate dall'incontro di una citta', arrivando fino all'attuale mondo delle 'badanti' venute dall'Est. In programma tre mostre: Waterpolo di Cristina Capponi, As I was following you di Michela Palermo, Onora il padre e la madre. Badanti di Roberta Valerio.


comunicato stampa

Waterpolo di Cristina Capponi
a cura di Emilio D'Itri

Raccontare ciò che non siamo abituati a vedere. La forza narrativa delle immagini di Cristina Capponi che con WaterPolo presenta il suo primo lavoro.

Fisico, muscoli, gesti perfetti, confidenza totale con movimenti di un corpo immerso nell’acqua. Sono gli atleti di waterpolo, icone di bellezza e perfezione che Cristina Capponi ha immortalato in gesti statuari che ricordano le antiche sculture dell’epoca greco-romana. La pallanuoto è una sfida per la fotografia: la metà del gioco è dentro l'acqua con la spinta e la lotta che va avanti. «Sono circa due anni che porto avanti questo lavoro - spiega Cristina - ho cominciato a fotografare questo sport nel 2009 seguendo la Lazio Pallanuoto, grazie a Giorgio Scala, photoreporter sportivo, mi sono confrontata con un evento importante come i mondiali di nuoto di Roma». Raccontare un evento sportivo in fotografia senza fare i conti con il risultato è un’impresa sicuramente difficile. Il lavoro di Cristina Capponi nasce con l’intenzione di fermare istanti che appartengono più alla sfera interiore dell’atleta che alle sue aspettative nei confronti del risultato. Le immagini ci portano a soffermarci su vari gesti ed elementi. In ogni fotogramma traspare l’intenzione di catturare l’istante che va oltre il mero atto sportivo e la performance.

La forza del colore bianco e nero mette in risalto la gioia e l’angoscia, le aspettative e la delusione, tutti sentimenti che accompagnano il duro percorso dell’atleta. La luce traccia i corpi scolpiti immersi nell’acqua da cui fuoriescono spruzzi disordinati che rendono l’immagine inafferrabile. Palla, mani e gesti vengono sospinti verso l’esterno con un moto carico di forme geometriche intrecciate a ritmi frenetici che rendono lo spazio astratto. Acqua e corpi sono i protagonisti assoluti delle scene, colti in vari tempi e in atteggiamenti diversi. Ripresi negli istanti di massimo sforzo, i loro sguardi rimandano alla forza espressiva dei guerrieri delle battaglie epiche. Al contrario l’autrice in momenti di gloria ha immortalato sussurri e braccia elevate come in una danza armoniosa. La scelta del bianco e nero mostra la volontà dell’autrice di decontestualizzare l’immagine iconica della pallanuoto. Un lavoro difficile per una giovane fotografa che ha regalato a questo lungo lavoro attimi di vera poesia.

Cristina Capponi è nata a Roma nel 1980. Inizia ad avvicinarsi alla fotografia verso la fine del 2006 frequentando un corso di specializzazione. Nel 2007 inizia a frequentare i percorsi didattici di Officine Fotografiche di cui diventa associata, collaborando attivamente alle numerose iniziative. Dopo il corso di reportage con Dario De Dominicis inizia a pensare i suoi scatti come dei racconti. È in questo periodo che nasce il reportage sulla pallanuoto maschile in Italia. Nel luglio del 2009 Giorgio Scala, photomanager dei Mondiali di Nuoto Roma 2009, le dà la possibilità di allargare il suo lavoro ad un grande evento internazionale. Un momento nel quale si potuta misurare con i più importanti fotoreporter del settore. Nell’ottobre 2010 riprende il suo lavoro con la Lazio pallanuoto realizzando reportage anche durante le trasferte e gli allenamenti.

La mostra sarà inaugurata sabato 27 febbraio alle ore 19
Aperta fino al 12 marzo

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As I was following you di Michela Palermo
a cura di Irene Alison

La fotografia che diventa il viatico per un viaggio interiore alla ricerca delle proprie radici. «Ho sognato l’America, ma poi non ho fatto altro che cercare la strada di casa». As i was following you - mentre ti seguivo - è un personal project realizzato da Michela Palermo durante un soggiorno studio a New York. Il suo lavoro spontaneo e intuitivo è uno sguardo ricco di visioni e simbolismi, frutto di personali emozioni e suggestioni. L’autrice spiega: «La fotografia mi piace proprio per la sua capacità d'astrazione, per il suo modo di esplorare uno spazio emozionale, raccontare qualcosa che forse nella realtà non esiste». Dalle sue immagini viene fuori un forte senso di sradicamento in cui ritroviamo una città inquadrata con particolari insoliti e curiosi. Persa nella grande metropoli, Michela Palermo, è andata alla deriva di un mondo legato ai ricordi, alle paure e ai desideri.

Inseguendo i fantasmi della nuova realtà che la circonda percepiamo in ogni fotogramma frammenti inconsueti e singolari carichi di evidenti pulsioni. Le foto di As i was following you nascono come appunti di un diario visivo che rappresentano l’America di Michela: piccoli accadimenti, geometrie fortunate e flash-back sono dettagli capaci di trasformare ogni significato. Così viene fuori una New York estranea e straniera che incanta e insospettisce chi la guarda. Il bianco e nero regala una coerenza cromatica che ha dato all’autrice la possibilità di enfatizzare elementi come forme e contrasti, luce e ombre. Con occhi randagi, dalla consapevolezza incerta, registra una serie di sguardi da cui si coglie una realtà parallela. Seguono così scatti magici e razionali, coerenti e surreali, dove è racchiuso un pezzo di sé e del suo vissuto.

Michela Palermo è nata a Bagnoli Irpino nel 1980. Dopo la laurea in Scienze Politiche all'Università di Bologna, ha concluso nel 2008 il Full Time General Studies Program all’International Center of Photography di New York (ICP). Nel corso del biennio all’ICP è stata nominata dal Director's fellowship ed è stata scelta come Visiting Student presso L'Ecole Nationale Supérieure de la Photographie di Arles (Francia). Nel maggio 2009, grazie al suo personal project Parfois, è stata selezionata da PhotoEspaña per un workshop con Martin Parr. Le sue immagini sono state esposte in numerose collettive sia in Italia che all'estero. Attualmente vive a Napoli e lavora come fotografa freelance.

Inaugurazione sabato 13 marzo ore 18
Aperta fino al 26 marzo

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Onora il padre e la madre. Badanti di Roberta Valerio
a cura di Caterina Ferri

Un progetto dell’associazione culturale VICINO/LONTANO di Udine Un viaggio nel mondo dell’immigrazione femminile che spesso si snoda lungo percorsi dove l’illegalità e i soprusi dominano inaspettatamente. La mostra avvicina la badante alla nostra comprensione e ci trasferisce, con l’obiettività della macchina fotografica, il vissuto e il vivendo di questo familiare di riserva cui abbiamo legato la nostra quotidianità.

Danuta, Halyna, Ioana e Vera sono le protagoniste del reportage di Roberta Valerio. Provenienti dall'Est europeo, lavorano in provincia di Udine, città da sempre considerata una porta verso oriente. Onora il padre e la madre. Badanti, è nato dall’incontro personale con questo mondo nel quale l’autrice ha racchiuso la condizione esistenziale e psicologica di questa figura professionale, rappresentandone la doppia esistenza legata al “trasloco” di emozioni, sentimenti e affetti. Per Roberta Valerio «i reportage migliori sono quelli che nascono da dentro. Nel 2004 ho cominciato a raccontare la storia di Nada, una badante croata con la quale ero entrata in confidenza, veniva spesso a casa nostra, prendeva il caffè con la mia famiglia e scambiavamo due chiacchiere». Poi aggiunge: «Di Nada conoscevo solo una porzione di vita: quella che trascorreva a Udine». Per ogni storia c’è sempre la doppia faccia della medaglia, i due risvolti di una situazione. Così è nato il racconto della doppia vita di Nada che per metà mese viveva in pantofole a Udine mentre negli altri quindici giorni tornava in Croazia dalla sua famiglia. Un mercato che ora è cambiato molto.

L’ingresso di nuovi Paesi nella Comunità europea ha modificato la provenienza delle badanti. Queste donne abitano ormai le nostre case per svolgere quelle mansioni che tradizionalmente erano delegate alle figure femminili della famiglia, come la cura e l'assistenza degli anziani. Roberta Valerio come per Nada ha seguito queste quattro donne nel periodo annuale in cui, durante le feste, tornano nei loro Paesi d’origine: Vera in Moldova, Danuta in Polonia, Halyna in Ucraina, Ioana in Romania. Il significato intrinseco del titolo Onora il padre e la madre. Badanti, è legato alla doppia esistenza di ognuna di loro che le vede donne e madri di figli lontani. Roberta Valerio è entrata nel profondo delle loro vite raccogliendo sentimenti ed emozioni diverse. Per tutte il rientro a casa diventa un trasferimento fugace di affetti e tradizioni, consumati velocemente per far ritorno poi in Italia, il cui arrivo e soggiorno rende necessario costruire altre relazioni. L’esperienza di queste donne si trasforma a volte nell’approdo ad una condizione di solitudine ed estraniamento, che a sua volta si rispecchia in un’altra forma di isolamento: quella dell’anziano, anello debole e indifeso delle società occidentali.

Le immagini mostrano come in questo scambio di sofferenze, permeato di intimità tra due persone appartenenti a mondi molto diversi, talvolta si riesca a stabilire un vero e proprio dialogo interculturale, in grado di attivare anche nuove forme di solidarietà e relazioni interpersonali che vanno oltre il rapporto di lavoro. Una serie di scatti raccontano infine l’itinerario del viaggio, fondato sul complesso e redditizio “sistema dei pulmini”: una sorta di industria parallela del viaggio dell’immigrato. Per il rientro a casa si sono formate vere e proprie compagnie parallele per il trasporto delle persone, attrezzati per garantire un efficientissimo e vantaggioso, oltre che redditizio, incontro tra domanda e offerta.

Roberta Valerio è nata a Udine nel 1973. Si è laureata in legge all’Università di Bologna e dal 1988 vive a Parigi. Fotografa indipendente, si occupa di questioni sociali, studiando e registrando con il suo obbiettivo i mutamenti della società contemporanea. Ha lavorato come stampatrice all’Agenzia Magnum Photos di Parigi. Inoltre ha partecipato al XI Premio Internazionale Luis Valtueña della Fotografia Umanitaria 2007, organizzato da Médicos del Mundo; al premio AIdda della fotografia sociale e documentaria 2003. Ottenendo la Coup de Coeur 2006 per la Bourse de Talent 28, curata da Photographie.com. Sue foto sono state esposte nel 2007 alla Commission Européenne di Parigi. I suoi reportage sono stati pubblicati da riviste italiane e internazionali.

La mostra, accompagnata da un catalogo, con testi e interviste di Franca Rigoni è stata prodotta e curata dal’Associazione Culturale VicinoLontano di Udine. Una selezione di queste immagini sono state scelte per la Va edizione della rassegna di Obbiettivo Donna

Inaugurazione sabato 27 marzo ore 19
Aperta fino al 9 aprile 2010

Uff. Stampa Renata De Renzo
Mobile:380 4356552
press@officinefotografiche.org

Inaugurazione Inaugurazione sabato 27 febbraio ore 19

Ass. ne Culturale Officine Fotografiche
Via Casale de Merode 17 /A - Roma
Dal lunedì al venerdi dalle 16.30 alle 19.30
ingresso libero

IN ARCHIVIO [62]
Clara Vannucci
dal 8/1/2015 al 29/1/2015

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