L'Archivio audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico. La rassegna si articola in una serie di tematiche che raggruppano alcuni dei film e documentari piu' significativi prodotti o raccolti dall'archivio.
Nel 1979 nasceva a Roma l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD) per opera di cineasti, critici e operatori del settore impegnati nel cinema d’autore e documentario, nella sua diffusione, nella riflessione sulla sua funzione storico-sociale.
Primo Presidente fu l’ispiratore della nascente struttura Cesare Zavattini che da subito pose l’accento sulla necessità di dar sviluppo a una entità che, sono le sue stesse parole, dovesse essere più “un archivio del presente che del passato” e di considerare che “i materiali in esso raccolti dovessero entrare nella dialettica odierna delle lotte democratiche, di contribuire a creare una informazione più libera fin dalla sua radice.”
Il fine primario di questa istituzione, divenuta Fondazione nel 1985, è quello di favorire la costruzione di una memoria collettiva dei movimenti sociali e dei loro protagonisti e consiste nel raccogliere conservare e far conoscere opere cinematografiche sui temi più vari inerenti stato e sviluppo del paese, le problematiche connesse con le lotte per la democrazia, per l’antifascismo, per l’emancipazioni delle classi sociali subalterne, ed anche per gettare uno sguardo sul resto del mondo, in particolare su quei paesi in lotta per la loro liberazione da oppressione interna e colonialismo.
In questi 30 anni di vita l’Archivio non ha limitato la sua attività a quella primaria, ma ha ampliato il suo raggio d’azione procedendo anche alla produzione cinematografica, alla realizzazione di seminari, convegni, corsi di formazione, alla edizione di volumi, saggi, cataloghi, alla organizzazione di rassegne, alla partecipazione a festival ed eventi nazionali e internazionali.
La rassegna organizzata dalla Cooperativa Ricerca sul Territorio all’Ecomuseo del Litorale Romano dal titolo Quelle storie d’Italia vuole costituire un omaggio a questa istituzione, alle sue molteplici funzioni di valore sociale, ed esprimere, nello stesso tempo, la necessità di far conoscere al proprio pubblico la sua esistenza e la sua attività.
La rassegna si articola in una serie di tematiche che raggruppano alcuni dei film più significativi prodotti o raccolti dall’archivio. I temi prescelti, nella necessità di operare una sintesi, sono quelli riguardanti il sud e il nord del nostro paese, l’emarginazione, l’emigrazione, la condizione femminile, il lavoro, la lotta di liberazione. Una giornata particolare è dedicata a tre personaggi fondamentali della cultura del novecento, Gramsci, Pasolini e Zavattini.
Gli autori presenti in rassegna sono alcuni fra i più importanti del nostro cinema, da Lizzani a Pontecorvo da Vancini ai fratelli Taviani, da Scola a Gregoretti, da Giannarelli a Calopresti. E poi, Nelli, Mida, Lorenzini, Di Gianni, Di Carlo, e la prima donna regista documentarista del nostro cinema, Cecilia Mangini.
La rassegna Quelle storie d’Italia ha inizio Domenica 28 Febbraio 2010 alle ore 10,30, con la proiezione di quattro film. Nel mezzogiorno qualcosa è cambiato di Carlo Lizzani, realizzato in occasione dell'assise per la rinascita del Mezzogiorno che si è svolta nel 1949 in alcune città del sud, può essere considerato un "classico" documentario cinematografico italiano dedicato alla questione meridionale. Testimonia la realtà delle città e delle campagne meridionali - Matera, Napoli, le terre della Calabria e della Campania - con le sue caratteristiche di miseria, di sottosviluppo, di arretratezza secolare, aggravate dalla guerra da poco terminata.
Il film presenta quindi i dati sulla presenza industriale nel Mezzogiorno, sulla distribuzione della proprietà terriera, sulla percentuale di campagna incolta e abbandonata; inoltre mette in risalto - attraverso le lotte operaie nelle fabbriche e le lotte contadine per l'occupazione delle terre incolte - la volontà di riscossa popolare per la trasformazione e la rinascita del Sud. Sicilia all’addritta (1958) di Paolo e Vittorio Taviani presenta il poeta Ignazio Buttita che di fronte a un cartellone con raffigurazioni disegnate, narra dei problemi della Sicilia alla maniera dei cantastorie siciliani. Buttitta spiega come le ricchezze naturali della Sicilia non finiscano a vantaggio della popolazione che spesso vive in precarie condizioni.
Buttitta termina con il ricordo del sindacalista Salvatore Carnevale, dedicandogli una canzone. Radiografia della miseria (1967) di Piero Nelli analizza le condizioni di miseria e di abbandono in cui continua a vivere gran parte della popolazione siciliana, presentando un quadro emblematico della vita quotidiana di questa regione italiana. La macchina da presa entra nelle case e ne descrive gli ambienti, le condizioni igienico-sanitarie, la ristrettezza; assiste ai rari momenti di gioia dei poveri, che festeggiano secondo riti tradizionali gli sposalizi di coppie che magari dovranno separarsi a causa dell'emigrazione degli uomini in cerca di lavoro. Si aggira nei paesi deserti; mostra la drammatica sorte dei malati e degli anziani, privi di un'adeguata assistenza.
Ne La grande sete (1969) di Massimo Mida, che conclude il primo appuntamento della rassegna, l’analisi focalizza un problema fondamentale dell’isola: l’acqua. La Sicilia di un tempo era ricca d'acqua e di alberi. Grazie all'opera dei suoi abitanti, soprattutto gli arabi, l'isola disponeva di sistemi idrici di rara efficienza. Il documentario propone un raffronto tra quella situazione e la realtà della Sicilia d'oggi. A pagare le conseguenze dell’odierna scarsità sono in primo luogo i cittadini, e quindi l'agricoltura e l'industria, per le quali l'acqua è una necessità altrettanto vitale.
La rassegna prosegue la sua programmazione nelle giornate di sabato (ore 15,00) e domenica (ore 10,30) per concludersi Domenica 28 Marzo. Il programma completo della rassegna è pubblicato sui siti della Cooperativa Ricerca sul Territorio
http://www.crt-ecomuseo.it e delll’AAMOD http://www.aamod.it
Inaugurazione Domenica 28 Febbraio 2010 alle ore 10,30
Ecomuseo del Litorale Romano
Area dell’Impianto Idrovoro di Ostia Antica
Via del Fosso di Dragoncello, 172 (località Longarina)
ingresso alle proiezioni e agli incontri gratuito