Libri bianchi. L'artista lavora con un procedimento al contrario: prende dei libri e li spoglia di tutto il contenuto rendendoli oggetti apparentemente anonimi. Perrone si trova il senso ultimo della scrittura: la pagina bianca, tutta da completare.
Una mostra singolare che piacerà a quanti amano il libro, a quanti con i libri lavorano (editori, impaginatori, rilegatori…) oltre che ai lettori, a quelli che amano avere tra le mani un oggetto che a volte diventa icona. Lorenzo Perrone (“quello che spoglia i libri dei loro contenuti”) esporrà mercoledì 3 marzo prossimo al Blu di Prussia, lo spazio multidisciplinare rifondato da Giuseppe Mannajuolo in via Filangieri 42, e diretto da Mario Pellegrino.”Libri bianchi” il titolo dell’esposizione, che è anche quello del filone su cui lavora da circa sette anni. Nato a Milano nel 1944, Perrone ha frequentato la”Scuola del Libro” dell’Umanitaria, poi quella di pittura del Castello Sforzesco, e - a New York - la “School of visual arts” e la “New School”. Negli Stati Uniti d’America ha lavorato per dieci anni alla Ted Bates (N.Y.) per poi tornare a Milano quale direttore creativo dellaYoung&Rubicam. Nel 1990 apre un laboratorio creativo di grafica e comunicazione, il ”Blue 44”, e progetta libri, scrive storie, gira video: ha esposto, oltre che a Milano, a Roma, Firenze, Napoli, Bologna, Capalbio, Parigi.
”A prima vista - dice di lui Andrea Kerbaker, scrittore - Perrone, lavora con un procedimento a contrario: prende libri veri, li spoglia di tutto il contenuto, li rende oggetti apparentemente anonimi. Per farlo usa una serie di nemici patologici del libro: anime di metallo, colle, gesso, vernice bianca. Con questi strumenti, infierisce selvaggiamente sulle sue povere parole, fino a cancellarle in toto. E’ un lavoro ossessivo, un po’ angoscioso e un po’ furioso come tutte le ossessioni, dove quella che inizia come una sottrazione diventa vera e propria scarnificazione. Tanto che alla fine, dopo una lunga sequenza di trattamenti ottiene un oggetto totalmente disanimato: non c’è più un titolo, non un autore, non una parola. Ma la forma primaria, inequivocabile dell’oggetto libro è rimasta intatta e nei “Libri Bianchi” di Perrone si trova il senso ultimo della scrittura: la pagina bianca, tutta da completare, l’anima pura della creazione libraria”.
Non a caso, adolescente, Perrone - ricorda e sottolinea Kerbaker - ha frequentato la scuola del libro dell’Umanitaria dove, sotto la guida di Albe Steiner, si apprendeva a divenire tipografi, grafici, rilegatori come quei maestri artigiani che da Tallone a Maestri, a Upiglio, hanno fatto grande l’arte libraria italiana del secondo Novecento: “Con la sua tecnica di scultore, Perrone riempie i libri di significati ulteriori: alcuni profondi, in qualche caso angosciosi come l’Anna P. per l’anniversario dell’assassinio della giornalista russa Anna Politkovskaja, oppure Arcipelago Gulag, col suo filo spinato che ci lascia senza fiato. Ma per fortuna ce ne sono di allegri, come il simpatico Five books with a tag o il lievissimo Nido; e poi quelli scherzosi: Regata, con le sue barchette da adolescente e il dolcissimo In Love, con le pagine che si toccano a formare un cuore; oppure Trame dove le pagine sono attraversate da più fili, ed infine un omaggio alla città che ospita questa mostra: Spaccanapoli. Insomma in questi libri, c’è la vita, in tutte le sue infinite sfaccettature. Alla fine, dopo tutte queste vicissitudini, questi “Libri Bianchi” hanno ripreso appieno la loro funzione semantica. Meno male”.
L’Ufficio stampa: Pasquale Esposito - 347 8558890
Immagine: Fiocco di brezza cm 33 x 24 x 16
Inaugurazione 3 marzo ore 18
Al Blu di Prussia
via Gaetano Filangieri, 42 - Napoli
Orari di apertura: dal martedì al venerdì ore 17,00 – 20,00; sabato ore 10,30 – 13,00 e 17,00 – 20,00
Ingresso libero