Fondazione Remotti
Camogli (GE)
via Castagneto, 52
0185 772137
WEB
Tomas Saraceno
dal 12/3/2010 al 11/9/2010
giov-dom 16-19 e su appuntamento

Segnalato da

Cristina Pariset




 
calendario eventi  :: 




12/3/2010

Tomas Saraceno

Fondazione Remotti, Camogli (GE)

From Camogli to San Felipe, spiders weaving stars... L'installazione dell'artista rappresenta un'ulteriore visione della strategia del ragno e della sua capacita' di attraversare enormi distanze dondolando lungo i filamenti di bava. L'opera deriva dal progetto sperimentale Space Elevator, realizzato da Saraceno la scorsa primavera in Argentina e basato sulle teorie degli scienziati inglesi del Rothamsted Research. A cura di Francesca Pasini.


comunicato stampa

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a cura di Francesca Pasini

Nell’installazione di Tomas Saraceno all’ultima Biennale di Venezia, Galaxies Forming along Filaments, like Droplets along the strands of a Spider’s Web, migliaia di fili occupavano la stanza formando un’enorme tela di ragno, all’interno della quale si addensavano delle bolle – abitacoli.

Alla Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti di Camogli con l’installazione From Camogli to San Felipe, spiders weaving stars..., a cura di Francesca Pasini, Tomas Saraceno propone un’ulteriore visione della strategia del ragno e della sua capacità di attraversare enormi distanze dondolando lungo i filamenti di bava. L’installazione proviene del progetto sperimentale Space Elevator, progetto realizzato da Tomas Saraceno la scorsa primavera in Argentina, con il contributo e il sostegno - tra gli altri - della Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti.

Per partecipare alle visioni di Saraceno è importante collegarsi agli scienziati inglesi del Rothamsted Research che hanno messo a punto un modello matematico per descrivere il fenomeno del volo degli aracnidi che va sotto il nome di “ballooning”. Con questo modello si è potuto constatare che la turbolenza dell’aria li può spingere anche qualche centinaia di km dalla costa sopra il mare. La maggior parte dei ragni quando cerca un nuovo territorio o un compagno lancia nell’aria i filamenti e si paracaduta in un nuovo ambiente, i periodi principali di questa attività sono l’autunno e la primavera. Normalmente vanno da un lato all’altro di un campo, ma talvolta possono coprire grandi distanze. Per vent’anni la migliore descrizione matematica del fenomeno del “ballooning” è stato il modello Humphrey, ma secondo gli scienziati del Rothamsted non spiegava alcune caratteristiche del volo dei ragni durante il movimento di sospensione nell’aria. Il modello di Humphrey considerava la bava come se fosse solida come un tondino, sostenendo i ragni dal basso come una specie di “lecca lecca capovolto”.

Invece, nel nuovo modello il fattore di flessibilità consente ai filamenti sospesi nella brezza di contorcersi e di intrecciarsi alla turbolenza utilizzando le proprie caratteristiche aerodinamiche e garantendo la possibilità di raggiungere imprevedibili distanze. Capire come e perchè si muovono può aiutarci a usare i ragni come agenti di controllo rispetto agli insetti nocivi nella campagna.

È da queste ricerche che Saraceno ha preso lo spunto per avviare nella primavera del 2009 in Argentina un esperimento di “ballooning”, facendo volare alcuni oggetti ricoperti di pellicola acrilica, riempiti di elio. Un ulteriore passo rispetto alle sue strutture abitative utopistiche (Air-Port-City) che dialogano con le costellazioni e con le ricerche di architetti quali Richard Buckminster Fuller, Peter Cook, Yona Friedman. Con la mostra alla Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti, Tomas Saraceno propone una sintesi tra le immagini tratte dall’esperimento argentino e le bolle/abitacoli dei ragni che avevamo visto a Venezia. Con varie traiettorie quattro bolle attraversano i due piani dell’edificio, mentre i filamenti che le sostengono sembrano vettori di energia che idealmente potrebbero far decollare l’edificio stesso, se immaginassimo di scioglierli.

Nelle fotografie del volo, disposte sulle pareti del secondo piano, le strutture assumono, a volte, la fisionomia di grandi gocce di vapore acqueo che si condensano nel cielo; a volte sembrano entità fisiologiche che fluttuano sul confine dell’orizzonte; a volte hanno la forma di una tenda. Le foto documentano l’effettiva possibilità di un’architettura aerea, ma anche una tensione poetica e intellettuale per immaginare un concetto più evanescente dell’abitabilità umana. Trent’anni dopo l’allunaggio, Saraceno ci dice che il passaggio successivo è fare esperienza, qui sulla terra, di una progressiva assenza di gravità.

All’interno della Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti, le bolle sospese nello spazio ci fanno percepire un sentimento gravitazionale interno all’edificio stesso, che - al pian terreno - si confronta con le divergenti traiettorie delle tre proiezioni video Space Elevator II (2009), e al piano superiore con le foto alle pareti delle orbite di volo sperimentato in Argentina e con quelle disposte attorno a un tavolo dal titolo Ladies and Gentlemen We are Floating in Space e Mars on water ( 2009). Appare così una circolarità variabile che coinvolge il sopra e il sotto, facendoci percepire un “ballooning” nell’atmosfera e nell’edificio stesso.

La volontà di sperimentare l’ascensione nell’aria ha portato Tomas Saraceno, nell’estate 2009, all’International Space Studies Program della NASA, nella Silicon Valley dove ha studiato ulteriori passaggi. Tra le scoperte delle neuroscienze quella dei neuroni specchio, ha dimostrato che esiste una sincronia fra azione e osservazione. I neuroni specchio sono attivi nella scimmia quando compie un’azione o vede altri compiere la stessa azione, ma il gruppo di ricerca guidato da Vittorio Gallese ha scoperto che nell’uomo non è necessaria un’effettiva interazione con gli oggetti: i suoi neuroni specchio si attivano anche quando l’azione è semplicemente mimata e sono in grado di codificare atti motori transitivi e intransitivi. Il loro ruolo primario è di comprendere le azioni altrui.

Di fronte alle azioni di Saraceno che tipo di comprensione può attivarsi attraverso il sistema di neuroni specchio? Come avviene la sincronia fra azione artistica e osservazione? Il tentativo di abitare l’aria, anche solo transitoriamente, rimane confinato nella fantasia? Sono domande che l’arte, il cinema, la letteratura hanno spesso posto, ma se è ipotizzabile che un’azione mimata attivi i neuroni specchio, allora gli oggetti creati da Saraceno consentono azioni transitive e intransitive che possono codificare una comprensione dell’aria e del vuoto.

Tomas Saraceno
1973 nato a San Miguel de Tucuman - Argentina
Vive e lavora sul pianeta terra e oltre

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curated by Francesca Pasini

In the installation by Tomas Saraceno at the latest Venice Biennial, Galaxies Forming along Filaments, like Droplets along the Strands of a Spider’s Web, thousands of strands filled the room, forming an enormous web with bubble-vessels clustered inside.

At Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti in Camogli, with the installation From Camogli to San Felipe, spiders weaving stars... curated by Francesca Pasini, Tomas Saraceno offers another view of the strategy of the spider and its capacity to cross enormous distances dangling on strands of silk. The installation it’s part of the experimental project Space Elevator, a project made in Argentina last Spring by Tomas Saraceno, with the support and contribution - among others - of Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti.

To understand Saraceno’s visions it is important to touch base with the English scientists of Rothamsted Research, who have developed a mathematical model to describe the phenomenon of the flight of arachnids known as “ballooning”. The model shows that air turbulence can transport them hundreds of kilometers out to sea. Most spiders in search of new territory, or a mate, cast their silk into the air and can thus “parachute” to a new location. The main seasons of this activity are fall and spring. Normally they migrate from one side of a field to another, but at times they can cover great distances. For twenty years the best mathematical description of the ballooning phenomenon was the so-called Humphrey model, but the Rothamsted researchers say it did not explain certain characteristics of the flight of spiders moving in air flows. In short, it treated the silk as if it were a stiff rod, and the spiders as if they were just dangling from the bottom end, like a sort of “upside-down lollipop”.

Instead, their flexibility permits the filaments suspended in the wind to twist with the turbulence, which alters the aerodynamic characteristics and allows the spiders to travel for unpredictable distances. Understanding how and why they move may help us to use spiders as biological control agents against agricultural pests. This research prompted Saraceno, in the spring of 2009, to conduct a “ballooning” experiment in Argentina, flying some objects covered with helium-filled acrylic film. Another step with respect to his utopian habitat structures (Air-Port-City) that dialogue with the constellations and the research of architects like Richard Buckminster Fuller, Peter Cook and Yona Friedman.

In the exhibition at Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti, Tomas Saraceno proposes a synthesis between the images from the Argentine experiment and the bubble-cockpits for spiders seen in Venice. Along different trajectories, four bubbles cross the two levels of the building, while the strands that support them seem to be energy vectors that could ideally make the building itself lift off, if we imagine them being unfastened.

In the flight photographs shown on the walls of the second floor the structures at times take on the physiognomy of large drops of water vapor condensing in the sky, and at times seem like physiological entities that float at the edge of the horizon. In other cases, they take on the form of a tent. The photographs document the effective possibility of an airborne architecture, but also a poetic and intellectual tension, to imagine a more evanescent concept of human habitation. Forty years after man landed on the moon, Saraceno tells us that the next step is to gain experience, here on earth, of a gradual absence of gravity. Inside the Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti, the bubbles suspended in space make us perceive a gravitational feeling inside the building itself, which on the ground floor interacts with the diverging trajectories of the three video projections Space Elevator II (2009), and on the upper level with the photographs of the flight experimentation in Argentina, and with the images arranged around a table, entitled Ladies and Gentlemen We are Floating in Space and Mars on Water (2009). The result is a variable circuit that involves above and below, making us sense a “ballooning” in the atmosphere and the building itself.

The desire to experiment with ascent into the air led Tomas Saraceno, in the summer of 2009, to the International Space Studies Program of NASA, in Silicon Valley, where he developed further passages. Among the discoveries of the neurosciences, that of mirror neurons has demonstrated the existence of a synchrony between action and observation. Mirror neurons fire in apes when they perform an action or see others perform the same action. But the research group headed by Vittorio Gallese has discovered that in man an effective interaction with objects is not required: the mirror neurons fire even when the action is simply mimed, and they are capable of encoding transitive and intransitive motor activity. Their primary role is the understand the actions of others.

Faced with the actions of Saraceno, what type of comprehension can be activated through the system of mirror neurons? How does synchrony happen between artistic action and observation? Does the attempt to dwell in the air, even temporarily, remain confined to fantasy? These are questions that art, cinema and literature have often asked, but if it is plausible that a mimed action makes mirror neurons fire, then the objects created by Saraceno permit transitive and intransitive actions that can encode an understanding of the air and the void.

Tomas Saraceno
1973 born in San Miguel de Tucumán - Argentina
Lives and works between and beyond the planet earth

Ufficio stampa
Cristina Pariset | cristina.pariset@libero.it
tel +39 02 4812584 | cell +39 348 5109589

Comune di Camogli
+39 0185 729061

Pro Loco Camogli
+39 0185 5771066

Preview per la stampa 13 marzo 2010, ore 17
Inaugurazione 13 marzo 2010, ore 18-20

Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti
via Castagneto, 52, Camogli
Orari di apertura: da giovedì a domenica dalle 16 alle 19
Ingresso libero

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