From Camogli to San Felipe, spiders weaving stars... L'installazione dell'artista rappresenta un'ulteriore visione della strategia del ragno e della sua capacita' di attraversare enormi distanze dondolando lungo i filamenti di bava. L'opera deriva dal progetto sperimentale Space Elevator, realizzato da Saraceno la scorsa primavera in Argentina e basato sulle teorie degli scienziati inglesi del Rothamsted Research. A cura di Francesca Pasini.
..................................english below
a cura di Francesca Pasini
Nell’installazione di Tomas Saraceno all’ultima Biennale di Venezia, Galaxies Forming along Filaments, like
Droplets along the strands of a Spider’s Web, migliaia di fili occupavano la stanza formando un’enorme tela di
ragno, all’interno della quale si addensavano delle bolle – abitacoli.
Alla Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti di Camogli con l’installazione From Camogli to San Felipe,
spiders weaving stars..., a cura di Francesca Pasini, Tomas Saraceno propone un’ulteriore visione della strategia
del ragno e della sua capacità di attraversare enormi distanze dondolando lungo i filamenti di bava.
L’installazione proviene del progetto sperimentale Space Elevator, progetto realizzato da Tomas Saraceno la
scorsa primavera in Argentina, con il contributo e il sostegno - tra gli altri - della Fondazione Pier Luigi e
Natalina Remotti.
Per partecipare alle visioni di Saraceno è importante collegarsi agli scienziati inglesi del Rothamsted Research
che hanno messo a punto un modello matematico per descrivere il fenomeno del volo degli aracnidi che
va sotto il nome di “ballooning”. Con questo modello si è potuto constatare che la turbolenza dell’aria li
può spingere anche qualche centinaia di km dalla costa sopra il mare. La maggior parte dei ragni quando
cerca un nuovo territorio o un compagno lancia nell’aria i filamenti e si paracaduta in un nuovo ambiente,
i periodi principali di questa attività sono l’autunno e la primavera. Normalmente vanno da un lato all’altro
di un campo, ma talvolta possono coprire grandi distanze. Per vent’anni la migliore descrizione matematica
del fenomeno del “ballooning” è stato il modello Humphrey, ma secondo gli scienziati del Rothamsted non
spiegava alcune caratteristiche del volo dei ragni durante il movimento di sospensione nell’aria. Il modello
di Humphrey considerava la bava come se fosse solida come un tondino, sostenendo i ragni dal basso come
una specie di “lecca lecca capovolto”.
Invece, nel nuovo modello il fattore di flessibilità consente ai filamenti sospesi nella brezza di contorcersi e
di intrecciarsi alla turbolenza utilizzando le proprie caratteristiche aerodinamiche e garantendo la possibilità
di raggiungere imprevedibili distanze. Capire come e perchè si muovono può aiutarci a usare i ragni come
agenti di controllo rispetto agli insetti nocivi nella campagna.
È da queste ricerche che Saraceno ha preso lo spunto per avviare nella primavera del 2009 in Argentina
un esperimento di “ballooning”, facendo volare alcuni oggetti ricoperti di pellicola acrilica, riempiti di
elio. Un ulteriore passo rispetto alle sue strutture abitative utopistiche (Air-Port-City) che dialogano con le
costellazioni e con le ricerche di architetti quali Richard Buckminster Fuller, Peter Cook, Yona Friedman.
Con la mostra alla Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti, Tomas Saraceno propone una sintesi tra le
immagini tratte dall’esperimento argentino e le bolle/abitacoli dei ragni che avevamo visto a Venezia.
Con varie traiettorie quattro bolle attraversano i due piani dell’edificio, mentre i filamenti che le sostengono
sembrano vettori di energia che idealmente potrebbero far decollare l’edificio stesso, se immaginassimo di
scioglierli.
Nelle fotografie del volo, disposte sulle pareti del secondo piano, le strutture assumono, a volte, la fisionomia di
grandi gocce di vapore acqueo che si condensano nel cielo; a volte sembrano entità fisiologiche che fluttuano
sul confine dell’orizzonte; a volte hanno la forma di una tenda. Le foto documentano l’effettiva possibilità
di un’architettura aerea, ma anche una tensione poetica e intellettuale per immaginare un concetto più
evanescente dell’abitabilità umana. Trent’anni dopo l’allunaggio, Saraceno ci dice che il passaggio successivo
è fare esperienza, qui sulla terra, di una progressiva assenza di gravità.
All’interno della Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti, le bolle sospese nello spazio ci fanno percepire
un sentimento gravitazionale interno all’edificio stesso, che - al pian terreno - si confronta con le divergenti
traiettorie delle tre proiezioni video Space Elevator II (2009), e al piano superiore con le foto alle pareti delle
orbite di volo sperimentato in Argentina e con quelle disposte attorno a un tavolo dal titolo Ladies and
Gentlemen We are Floating in Space e Mars on water ( 2009).
Appare così una circolarità variabile che coinvolge il sopra e il sotto, facendoci percepire un “ballooning”
nell’atmosfera e nell’edificio stesso.
La volontà di sperimentare l’ascensione nell’aria ha portato Tomas Saraceno, nell’estate 2009, all’International
Space Studies Program della NASA, nella Silicon Valley dove ha studiato ulteriori passaggi.
Tra le scoperte delle neuroscienze quella dei neuroni specchio, ha dimostrato che esiste una sincronia fra
azione e osservazione. I neuroni specchio sono attivi nella scimmia quando compie un’azione o vede altri
compiere la stessa azione, ma il gruppo di ricerca guidato da Vittorio Gallese ha scoperto che nell’uomo
non è necessaria un’effettiva interazione con gli oggetti: i suoi neuroni specchio si attivano anche quando
l’azione è semplicemente mimata e sono in grado di codificare atti motori transitivi e intransitivi. Il loro
ruolo primario è di comprendere le azioni altrui.
Di fronte alle azioni di Saraceno che tipo di comprensione può attivarsi attraverso il sistema di neuroni
specchio? Come avviene la sincronia fra azione artistica e osservazione? Il tentativo di abitare l’aria, anche
solo transitoriamente, rimane confinato nella fantasia? Sono domande che l’arte, il cinema, la letteratura
hanno spesso posto, ma se è ipotizzabile che un’azione mimata attivi i neuroni specchio, allora gli oggetti
creati da Saraceno consentono azioni transitive e intransitive che possono codificare una comprensione
dell’aria e del vuoto.
Tomas Saraceno
1973 nato a San Miguel de Tucuman - Argentina
Vive e lavora sul pianeta terra e oltre
...............................english
curated by Francesca Pasini
In the installation by Tomas Saraceno at the latest Venice Biennial, Galaxies Forming along Filaments, like
Droplets along the Strands of a Spider’s Web, thousands of strands filled the room, forming an enormous web
with bubble-vessels clustered inside.
At Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti in Camogli, with the installation From Camogli to San Felipe,
spiders weaving stars... curated by Francesca Pasini, Tomas Saraceno offers another view of the strategy of the
spider and its capacity to cross enormous distances dangling on strands of silk.
The installation it’s part of the experimental project Space Elevator, a project made in Argentina last Spring by
Tomas Saraceno, with the support and contribution - among others - of Fondazione Pier Luigi e Natalina
Remotti.
To understand Saraceno’s visions it is important to touch base with the English scientists of Rothamsted
Research, who have developed a mathematical model to describe the phenomenon of the flight of arachnids
known as “ballooning”. The model shows that air turbulence can transport them hundreds of kilometers
out to sea. Most spiders in search of new territory, or a mate, cast their silk into the air and can thus
“parachute” to a new location. The main seasons of this activity are fall and spring. Normally they migrate
from one side of a field to another, but at times they can cover great distances. For twenty years the best
mathematical description of the ballooning phenomenon was the so-called Humphrey model, but the
Rothamsted researchers say it did not explain certain characteristics of the flight of spiders moving in air
flows. In short, it treated the silk as if it were a stiff rod, and the spiders as if they were just dangling from
the bottom end, like a sort of “upside-down lollipop”.
Instead, their flexibility permits the filaments suspended in the wind to twist with the turbulence, which alters
the aerodynamic characteristics and allows the spiders to travel for unpredictable distances. Understanding
how and why they move may help us to use spiders as biological control agents against agricultural pests.
This research prompted Saraceno, in the spring of 2009, to conduct a “ballooning” experiment in Argentina,
flying some objects covered with helium-filled acrylic film. Another step with respect to his utopian habitat
structures (Air-Port-City) that dialogue with the constellations and the research of architects like Richard
Buckminster Fuller, Peter Cook and Yona Friedman.
In the exhibition at Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti, Tomas Saraceno proposes a synthesis
between the images from the Argentine experiment and the bubble-cockpits for spiders seen in Venice.
Along different trajectories, four bubbles cross the two levels of the building, while the strands that support
them seem to be energy vectors that could ideally make the building itself lift off, if we imagine them being
unfastened.
In the flight photographs shown on the walls of the second floor the structures at times take on the
physiognomy of large drops of water vapor condensing in the sky, and at times seem like physiological
entities that float at the edge of the horizon. In other cases, they take on the form of a tent. The photographs
document the effective possibility of an airborne architecture, but also a poetic and intellectual tension,
to imagine a more evanescent concept of human habitation. Forty years after man landed on the moon,
Saraceno tells us that the next step is to gain experience, here on earth, of a gradual absence of gravity.
Inside the Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti, the bubbles suspended in space make us perceive
a gravitational feeling inside the building itself, which on the ground floor interacts with the diverging
trajectories of the three video projections Space Elevator II (2009), and on the upper level with the photographs
of the flight experimentation in Argentina, and with the images arranged around a table, entitled Ladies and
Gentlemen We are Floating in Space and Mars on Water (2009).
The result is a variable circuit that involves above and below, making us sense a “ballooning” in the
atmosphere and the building itself.
The desire to experiment with ascent into the air led Tomas Saraceno, in the summer of 2009, to the
International Space Studies Program of NASA, in Silicon Valley, where he developed further passages.
Among the discoveries of the neurosciences, that of mirror neurons has demonstrated the existence of a
synchrony between action and observation. Mirror neurons fire in apes when they perform an action or
see others perform the same action. But the research group headed by Vittorio Gallese has discovered that
in man an effective interaction with objects is not required: the mirror neurons fire even when the action
is simply mimed, and they are capable of encoding transitive and intransitive motor activity. Their primary
role is the understand the actions of others.
Faced with the actions of Saraceno, what type of comprehension can be activated through the system of
mirror neurons? How does synchrony happen between artistic action and observation? Does the attempt
to dwell in the air, even temporarily, remain confined to fantasy? These are questions that art, cinema and
literature have often asked, but if it is plausible that a mimed action makes mirror neurons fire, then the
objects created by Saraceno permit transitive and intransitive actions that can encode an understanding of
the air and the void.
Tomas Saraceno
1973 born in San Miguel de Tucumán - Argentina
Lives and works between and beyond the planet earth
Ufficio stampa
Cristina Pariset | cristina.pariset@libero.it
tel +39 02 4812584 | cell +39 348 5109589
Comune di Camogli
+39 0185 729061
Pro Loco Camogli
+39 0185 5771066
Preview per la stampa 13 marzo 2010, ore 17
Inaugurazione 13 marzo 2010, ore 18-20
Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti
via Castagneto, 52, Camogli
Orari di apertura: da giovedì a domenica dalle 16 alle 19
Ingresso libero