La mostra d'arte contemporanea più silenziosa degli ultimi anni. Non so se
intenzionalmente o meno. Nessun ibrido ottico-sonoro. Anche dove
c'è un video fuori dalle apposite sale (un bel lavoro di Elodie
Pong messo proprio accanto all'entrata) il volume è tanto basso da
precludere l'ascolto.
Il silenzio del grande spazio sul giardino sul
retro è magico, perfetto per una galleria di "statue" su
piedistalli che sembra strizzare l'occhio alla vecchia tradizione
del museo come spazio aulico/aristocratico.
Il sospetto di un sabotaggio messo in atto dai custodi (non sarebbe la
prima volta) mi viene per esempio davanti ad un video in cui Gilbert and
George cantano, ma in totale silenzio.
Le didascalie sulle pareti dicono una cosa, i DVD contengono qualcos'altro (stanze scambiate).
Altre strategie d'ibridazione?
Info sulla mostra
Ibrido
Intervista con il curatore Giacinto Di Pietrantonio