O la solitudine delle marionette. Nell'ambito di Cambi di stagione 2010. Festival di musica e arte. La mostra e' dedicata a Mario Lattes, "misterioso editore-scrittore-pittore" rimasto volutamente in ombra all'interno del sistema dell'arte. In lui "scrittura e gesto figurativo sono strettamente connessi, due facce dello stessa medaglia che coinvolgono anche l'editore". A cura di Ernesto Ferrero.
a cura di Ernesto Ferrero
Musica e arte, questa è la cifra di “Cambi di stagione” il Festival lungo un anno che ha nei giorni di cambio di stagione, i suoi quattro apici. Riunendo a Monforte d’Alba musicisti da mezzo mondo per suonare, ma soprattutto per vivere questa esperienza, insieme.
A proporre l’affascinante formula è Caterina Bottari Lattes che a Monforte d’Alba ha voluto dare vita ad una Fondazione, la Bottari Lattes appunto, dedicata alla promozione delle arti, chiamando Nicola Campogrande a dirigere le stagioni musicali e affidando ad un gruppo di intellettuali amici la scelta delle mostre.
Quello che Caterina Bottari Lattes ha voluto creare a Monforte d’Alba è un cenacolo culturale aperto al mondo, una proposta che ben si sposa con la bellezza dei luoghi, le Langhe piemontesi. Cenacolo che sta già diventando parte di una costellazione internazionale di realtà private consimili, tant’è che già da quest’anno il Festival di Monforte d’Alba è partner ufficiale di uno dei più sofisticati, forse il più sofisticato, Festival musicale estivo inglese, il Charleston Manor Festival. In un connubio che va al di là della sola musica, tanto che anche la mostra che la Bottari Lattes propone nella stagione primaverile, in estate sarà riallestita nel fantastico “deposito delle carrozze” della dimora del Sussex inglese.
La mostra di avvio del progetto sarà dedicata, e non poteva che essere così, a Mario Lattes, l’uomo che Ernesto Ferrero, che la cura, definisce come il “misterioso editore-scrittore-pittore” che fu “nemico del presenzialismo e, per scelta, pessimo promotore di se stesso, quando sgomitare e mettersi troppo avanti era ancora una grave caduta di stile”. "Scrittura e gesto figurativo sono, scrive ancora Ferrero - strettamente connessi in Lattes, due facce dello stessa medaglia, e coinvolgono anche l’editore”.
“Lattes pittore non corre dietro a nessuno, ma sin dagli anni ’50 avvia sulla pagina e sulla tela un’autoanalisi destinata a non trovare requie...
In questo mondo fantasmatico, le uniche entità a possedere un’identità definita, uno status che le preserva e giustifica, sono le marionette. Che non sono le marionette di Kleist, agili e leggere come saltimbanchi o libellule, libere dalle schiavitù della gravità terrestre, ma degli impiccati di cui molte cose ci vengono raccontate, come la famosa Marionetta Malvagia del 1976, cattiva perché ferita, offesa (dice memorabilmente la Creatura del dottor Frankenstein: “Sono crudele perché sono infelice”).
Hanno la rigidità delle funzioni narrative della fiaba, che restano immodificabili, ma anche livree lussuose, quasi sofisticate, sebbene appena logore. Sono manifestamente dei nobili decaduti, dei dignitari di corte che già avevano svolto importanti funzioni al servizio del loro signore, e ora accettano stoicamente la loro uscita di scena e insieme a quella la decadenza del loro padrone. In un mondo che si disfa e si agglutina e si perde in nebbie malate, le marionette rivendicano la dignità della loro solitudine lanciando la sfida della loro inattingibile alterità. Insieme a loro, chi si salva sono gli animali (il gatto sulla sedia, placidamente addormentato, sazio di colore) e i bambini, che si sottraggono agli enigmatici disfacimenti degli interni domestici correndo per giardini su cui imprimono l’allegria scomposta dei loro movimenti.
I bambini hanno ancora un volto, anche quello di L’enfant et le sortilège che, muovendo verso l’età adulta, sta cominciando a perderlo. Forse quello che Lattes pratica è una sorta di disseppellimento archeologico, in cui ogni strato rimanda a uno strato sottostante. Frugando in quei detriti, Lattes sembra provare un oscuro sollievo. Partito per attuare un’autoanalisi ininterrotta, si guarda bene dal darci notizie dirette di sé. Troppo facile. Tocca anche a noi misurarci con le rilevazioni della disgregazione della realtà che alla fine possono semplicemente testimoniare la disgregazione del soggetto che osserva. In L’amore è niente persino l’ombra abbandona il protagonista, e quella sparizione gli certifica la propria non-esistenza.
I quadri selezionati per questa mostra vogliono proprio dar conto dei vari momenti progressivi di questa lotta contro con l’ombra e dentro l’ombra, di questo periplo nella desolazione di un teatrino in cui le figure umane sono sinonimo di sofferenza e le assenze pesano più delle presenze, di questi drammi di un io alle prese con un impossibile noi. Drammi per interposta marionetta. Gli stessi autoritratti – e sono molti- non ci forniscono informazioni sull’effigiato, il cui volto ci viene negato.
Di lui possiamo cogliere solo un occhio, spaventato e come interrogante attraverso bendaggi da mummia, in una tela del 1983. Solo nell’autoritratto con manichini del 1990 quel volto si svela per intero, ed è il volto di chi ha imparato a sopravvivere a ogni possibile spavento o disgusto. Chissà che, avvertendo imminente il congedo, Lattes abbia voluto comunicarci (ma in primo luogo dire a se stesso) quell’accettazione di sé che per tanto tempo aveva puntigliosamente negato, chiamando a testimoni le uniche entità di cui si poteva fidare: le marionette, con la loro solitudine favolosa e fraterna”.
CAMBI DI STAGIONE 2010
Quattro stagioni di musica e arte, tra profumi e sapori per un festival dei sensi a Monforte d’Alba.
Direzione Artistica del progetto è stata affidata a Nicola Campogrande.
Comincerà venerdì 19 marzo 2010 "Cambi di stagione", il nuovo Festival internazionale di musica da camera organizzato dalla Fondazione Bottari Lattes a Monforte d'Alba nel proprio Auditorium. Con quattro concerti in tre giorni - dal venerdì alla domenica - Chloë Hanslip, il Quartetto della Scala, Roderick Chadwick e gli Archi dell'Orchestra Filarmonica di Torino daranno il benvenuto alla primavera proponendo al pubblico pagine del grande repertorio classico e un nuovo brano in prima esecuzione italiana.
"Cambi di stagione" è infatti un festival distribuito in quattro momenti dell'anno, in corrispondenza con gli inizi delle stagioni, e permetterà al suo pubblico di assistere in un fine settimana, oltre che a concerti di pregio e alle mostre d'arte ospitate negli spazi espositivi della Fondazione, anche alle mutazioni del paesaggio e della proposta enogastronomica.
Gli appuntamenti primaverili, in dettaglio, saranno:
venerdì 19 marzo, ore 21: recital di Chloë Hanslip (violino) e Roderick Chadwick (pianoforte).
Musiche di Beethoven e Brahms.
A soli 22 anni la violinista inglese Chloë Hanslip ha già raggiunto una solida fama internazionale. La sua recente incisione per Naxos del Concerto per Violino di John Adams con la Royal Philharmonic Orchestra sotto la direzione di Leonard Slatkin è al secondo posto nella classifica dei cd più venduti in Inghilterra e il critico Philip Clark della rivista Gramophone ha scritto di lei "il fatto di aver suonato così dovrebbe bastare a garantire a Chloë la fama per tutta la vita". I suoi due dischi precedenti con la London Symphony Orchestra per Warner Classics hanno vinto rispettivamente il Premio Eko-Klassik in Germania per il miglior debutto nel 2002 e il Premio per il Miglior Giovane Musicista Inglese nel 2003.
sabato 20 marzo, ore 21: concerto di Chloë Hanslip con gli Archi dell'Orchestra Filarmonica di Torino.
Musiche di Vivaldi, Skalkottas e Mozart.
L'Orchestra Filarmonica di Torino si è guadagnata negli ultimi anni un ruolo di assoluto rilievo nel panorama italiano. Partner di solisti e direttori di primissimo piano, ha stretto legami importanti con alcuni dei musicisti europei più interessanti del presente - da Micha Hamel a Federico Maria Sardelli, da Emanuele Arciuli a Yoram David, da Robert Cohen a Umberto Benedetti Michelangeli, Dora Schwarzberg, Robert Cohen. - e la straordinaria crescita del suo pubblico di abbonati a Torino (+70% in due anni) testimonia la magia e la spettacolarità delle proprie esibizioni.
domenica 21 marzo, ore 12: recital di Roderick Chadwick (pianoforte).
Musiche di Chopin, Szymanowski, Anderson e Ravel
Roderick Chadwick è uno dei pianisti più interessanti usciti dalla Royal Academy of Music di Londra. Attivo come solista oltre che come camerista, ha suonato in molti dei luoghi musicali più importanti della Gran Bretagna, tra i quali The Free Trade Hall a Manchester, la Wigmore Hall e i festival di Aldeburgh, Buxton, Brighton and Huddersfield. Ha debuttato al London South Bank eseguendo il Concerto per pianoforte e orchestra di Tippett alla Queen Elizabeth Hall. Collabora regolarmente con le violiniste Chloë Hanslip e Narimichi Kawabata, con le quali si è esibito in luoghi come il Seoul Arts Centre, l' Auditorium du Louvre, lo Schloss Elmau e la Tokyo Opera City. Attualmente insegna alla Royal Academy of Music di Londra.
domenica 21 marzo, ore 17: concerto del Quartetto d'archi della Scala.
Musiche di Schubert, Mozart e Ravel
Come ha scritto Riccardo Muti, "il Quartetto d'archi della Scala composto da Manara, Negri, Braconi e Polidori è di rara eccellenza tecnica e musicale. La bellezza del suono e la preziosa cantabilità, propria di chi ha grande dimestichezza anche con il mondo dell'Opera, ne fanno un gruppo da ascoltare con particolare gioia ed emozione".
Una caratteristica di ogni appuntamento di "Cambi di stagione" è che solisti di rilievo internazionale (provenienti dal Canada, dalla Francia, dalla Finlandia, dalla Russia, dalla Gran Bretagna.) si fermano a Monforte per tutto il periodo e si esibiscono in varie combinazioni, nel più autentico spirito della musica da camera.
Un'altra particolarità è che "Cambi di stagione" si è collegato con piccoli festival europei, con i quali intrattiene dei rapporti di collaborazione. Per il 2010 si comincia con il prezioso Charleston Manor Festival, in Gran Bretagna, che nel mese di giugno ospiterà una mostra di Mario Lattes.
Gli appuntamenti successivi saranno nei fine settimana:
18-20 giugno
24-26 settembre
10-12 dicembre
e coinvolgeranno tra gli altri Philippe Graffin (violino), Claire Désert (pianoforte), il Quartetto Alcan, Anna Kravtchenko (pianoforte), il Trio Debussy, Robert Cohen (violoncello), Heini Karkkainen (pianoforte), il Quintetto Bibiena, Emanuele Arciuli (pianoforte), il Soloduo (duo di chitarre) e ancora gli Archi dell'Orchesta Filarmonica di Torino.
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Ufficio Stampa:
SHADAR - Davide Mazzocco
cell. 333.3915734
info@shadaredizioni.org
Inaugurazione 19 Marzo 2010
Fondazione Bottari Lattes
via Marconi 16, Monforte d'Alba
orari: lunedì – giovedì, dalle 14.30 alle 17
venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18
ingresso libero