Villa Vogel
Firenze
via Delle Torri, 23
055 2767113
WEB
Jaume Plensa, Fabrizio Corneli
dal 4/7/2002 al 1/9/2002
WEB
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4/7/2002

Jaume Plensa, Fabrizio Corneli

Villa Vogel, Firenze

Il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, in collaborazione con il Quartiere 4 Comune di Firenze, organizza per il terzo anno consecutivo una serie di mostre dedicate a importanti artisti contemporanei negli splendidi spazi di Villa Vogel e di Villa Carducci-Pandolfini. La scelta di esporre le opere fuori dagli abituali spazi del museo risponde al desiderio "di proporre anche a Firenze segni di forte caratterizzazione contemporanea che sappiano introdurre aspetti di discontinuita' nello stesso paesaggio urbano".


comunicato stampa

a cura del Centro Arte Contemporanea Luigi Pecci

Jaume Plensa
Villa Vogel, e Salone di Villa Pandolfini

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Fabrizio Corneli
Villa Vogel

Il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, in collaborazione con il Quartiere 4 - Comune di Firenze, organizza per il terzo anno consecutivo una serie di mostre dedicate a importanti artisti contemporanei e dell'area fiorentina, negli splendidi spazi di Villa Vogel e di Villa Carducci-Pandolfini.

Il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci intende in tal modo favorire la crescita del dibattito culturale intorno alle arti visive contemporanee, attraverso la diffusione di segnali ed esperienze di alto livello qualitativo nel territorio di Firenze, Prato e Pistoia, già sperimentato con l'attività del Sistema Metropolitano d'Arte Contemporanea (SMAC) promosso dalla Regione Toscana e dai Comuni delle tre città.


JAUME PLENSA

Nato a Barcellona nel 1955. Vive e lavora tra St. Feliu de Llobregat, in Catalogna, e Parigi. Plensa è considerato una delle personalità più significative nel panorama artistico europeo.

Cresciuto in Spagna, dove la scultura era dominata dall'influenza di Chillida e caratterizzata da un uso del ferro con tagli, pieghe e assemblaggi, inizia ad aspirare a un linguaggio più emotivo e personale, a "cercare qualcosa di più denso, più primitivo" (Plensa). I lavori del suo esordio (1983-84) si coniugano anche da un punto di vista formale con gli eccezionali esiti della terracotta nigeriana del IX secolo. L'artista stesso ha dichiarato il suo legame con il sud e l'appartenenza a una sensibilità che ha nell'Africa una radice originaria. In seguito ritrova questo carattere ancestrale, originario, nella tecnica della fusione: "Ciò che avviene è che se fai un foro nella terra e ci getti del ferro dentro, quando si raffredda già si è formato un oggetto, e questo è il principio di qualsiasi metallurgia e rappresenta ciò che di più ancestrale riesco ad immaginare. Credo di aver trovato su questo punto la via per realizzare le mie intenzioni" (Plensa, 1989). La solidificazione di un magma diventa quindi metafora dell'idea di trasformazione e tutto il suo lavoro seguente, pur nella sua difformità, ripensa la scultura come luogo di trapasso, processo in cui è possibile cogliere un momento di transizione a cui l'artista sembra particolarmente interessato. All'inizio degli anni '90 Plensa assume anche l'elemento luminoso come costitutivo della sua pratica stabilendo una sorta di continuità tra il calore imprigionato nella memoria del ferro e quello aereo della luce fisica. Nella sua prima mostra in Italia (Galleria Gentili, Firenze 1992) si assiste chiaramente al passaggio da una fase in cui la scultura rimaneva legata e vincolata alla materia a un esito di distacco e ascensione da essa: la scultura diventa luce, calore, apparizione. I lavori successivi privilegiano un ulteriore materiale, la vetroresina, che permette un'esperienza ambigua, tra occlusione e trasparenza, tra spazio architettonico chiuso e apparizione evanescente. Negli ultimi anni Plensa ha saputo coniugare raffinate tecniche tradizionali con esiti altamente tecnologici, elementi naturali primari con materiali avanzati. Partendo dalla considerazione personale che la scultura è il migliore veicolo verso l'invisibile e la memoria, perché permette di riflettere le vibrazioni dei materiali, l'artista ha recuperato alle proprie opere il ruolo di contenitori protettivi del vuoto, in un silenzio alternativo al fracasso del presente, rifinendole spesso con testi o parole e raggiungendo alti valori poetici.


FABRIZIO CORNELI

Nato a Firenze nel 1958. Vive e lavora tra Firenze, l'Umbria e Colonia. Corneli, attivo dalla metà degli anni '80, ha ottenuto un riconoscimento internazionale tenendo mostre in Italia, Europa e Giappone. Egli crea immagini di grande suggestione e originalità attraverso l'uso della luce e dell'ombra, basandosi sulle leggi dell'ottica e della fisica per giungere ad efficaci effetti plastici (anamorfosi).

Negli ultimi lavori mette l'accento sull'instabilità percettiva di apparizioni incorporee ed evanescenti. L'alternarsi di luce ed ombra, infatti, disegna i profili della sue figure. Una piccola lampada alogena proietta un fascio luminoso tangente alla parete, dal basso verso l'alto. Quando la fonte luminosa è accesa il bassorilievo astratto dà vita ad un mondo onirico. Senza la luce l'immagine non esiste. Altri lavori sono ottenuti con semplici fogli di carta bianca o fogli di rame in rilievo e luce alogena. L'artista porta avanti con puntualità un discorso estremamente personale, dando vita a nuove creazioni e sperimentando, di volta in volta, nuovi materiali. In tal modo riesce sempre a far convivere mirabilmente rigore scientifico ed espressione artistica, tecnologia e bellezza.


Immagine: Fabrizio Corneli sognatrici, 1994

orario

Villa Vogel, via delle Torri 23 - Firenze
Orario apertura di villa vogel al pubblico: tutti i giorni dalle 9 alle 13 mar - gio: dalle 9 alle 17 domenica: dalle 17 alle 20 tutti i martedì (in occasione delle performance): dalle 20.30 alle 23.30

Villa Pandolfini, via Guardavia 18 - Firenze - orario: mar - mer - gio ore 20.30 / 22.30

infoline
Quartiere 4 >> 055.2767113/135

Press info: Controradio 055.7399970

Per richiedere immagini di Artestate: 0547.584630

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