Associazione Artistica Internazionale Aripa
Su tavole lignee e in installazioni l'artista individua nella trasfigurazione metaforica dei corpi avvolti in fasce sepolcrali l'elaborazione di un percorso personale e collettivo verso una prospettiva di speranza e di comprensione.
L’Associazione Artistica Internazionale Aripa, con il patrocinio della Regione Piemonte e il Patrocinio della Fondazione Monsignor Vittorino Canciani di Mortegliano – Udine, Pronotario Apostolico Canonico del Capitolo Pontificio Città del Vaticano – Roma, presenta negli spazi della sede di via Bertola 27/1 (Torino) la mostra dell’artista rumena Mariana Paparà, che da anni affronta nell’ambito della sua ricerca la tematica sindonica come momento di metamorfosi e di evoluzione.
Intitolata “L’uomo del telo. Riflessioni sindoniche tra metamorfosi e meditazione”, l’esposizione individua nella trasfigurazione metaforica dei corpi avvolti in fasce sepolcrali l’elaborazione di un percorso personale e collettivo verso una prospettiva di speranza e di comprensione.
(…) Il suo linguaggio fortemente comunicativo - è scritto nel testo in Catalogo che accompagna la mostra - è frutto di lunghi anni di studi ed esperienze artistiche interdisciplinari, e si esprime su tavole lignee e installazioni, realizzate con materiali non solo utilizzati al servizio della forma ma concettualmente impiegati
come trasmettitori di memorie e simbologie.
Legni antichi, garze, pergamena, papiro, chiodi, carte da imballaggio, colle, tempere, acrilici e olii, si addensano e si raggrumano in impasti materici, amalgamati all’interno di una scrittura segnica e gestuale che per antitesi ne smaterializza il peso, allevia la gravità, suscita il levitare dell’anima.
Raffinato e colto, il vocabolario di Mariana Papară sgorga da una consapevole capacità espressiva, dove ogni segno, ogni traccia, prende corpo e si traduce in immagine visiva, seguendo con esattezza il processo di pensiero che intende estrinsecare. I suoi lunghi e rigorosi studi accademici, e le profonde conoscenze di
tecniche antiche e contemporanee sperimentali (spazianti dall’iconografia bizantina al vetro cattedrale, dalla tempera all’uovo alla pittura su vetro graffito con soluzioni personali per arrivare alla scultura miniaturizzata del gioiello d’artista e all’utilizzo del medium tessile) le permettono di approdare all’improvvisazione creativa, che, come succede per altre discipline quali la musica e il teatro, è territorio di chi ha percorso con umiltà molti cammini di apprendimento e confronto.
Con una scrittura di radice neo-espressionista e informale, dalla quale tuttavia si discosta con stile ed esiti del tutto personali, Mariana Paparà intesse un efficace e coinvolgente dialogo tra finito e infinito, da cui sgorgano parole silenti e tratti che esplorano il sudario per trovare la via verso la purezza della gioia.
L’Uomo del Telo, nel suo ciclo dedicato alla Sindone, richiama all’energia positiva di tutte le preghiere suscitate nei secoli. Ma l’artista nulla concede al banale, allo scontato sentimentalismo, alla retorica.
Il lenzuolo mortuario, narrato con incedere pittorico fitto e ritmato in un rincorrersi segnico e grafico che è respiro vitale e immagine di prorompente vigore, diviene allora spazio iniziatico.
Nella forma ovattata di corpi che rimandano alle storie del Crocifisso di Nazareth, ma anche a Lazzaro e a molte genti di età storiche diverse, affiora il senso di pietas verso un’umanità spaurita e attonita, dibattuta fra Cielo e Terra davanti al mistero della vita e della morte. Una morte che nell’involucro della sepoltura trova
per assurdo la sua definitiva sconfitta in un ribaltarsi che muta la tenebra in luce e il dolore in gioia.
Nata a Braila, in Romania nel 1955, Mariana Papară si è laureata in pittura presso la prestigiosa Accademia d’Arte “Ion Andreescu” di Cluj Napoca, conseguendo successivamente il riconoscimento di artista professionista attraverso un ulteriore e severo percorso formativo triennale, richiesto nel suo Paese per
l’accesso all’Albo dell’Unione Artisti Professionisti della Romania. In parallelo, si è dedicata allo studio di numerose tecniche specialistiche antiche e contemporanee come l’iconografia bizantina, la tempera all’uovo, il vetro cattedrale e la pittura su vetro, che ha sperimentato con personali esiti di “grafismo al rovescio”.
Per oltre vent’anni è stata docente di discipline pittoriche e disegno al Liceo artistico di Piatra Neamt, avviando al contempo, a partire dal 1978, una vasta attività espositiva che l’ha vista partecipare in veste di artista ospite in simposi internazionali, ed esporre presso gallerie e musei in Olanda, Belgio, Canada, Francia, Spagna, Svizzera e Italia.
Negli Anni Novanta, si è dedicata a numerose esperienze di arte-terapia, e ha preso parte vicino a Budapest ad un laboratorio presso l’ospedale locale in collaborazione con medici psichiatri.
Trasferitasi a Torino nel 2000, ha fondato l’Associazione Artistica Internazionale “Aripa” Galleria e Scuola d’Arte, dando vita ad eventi, scambi interculturali e progetti mirati alla lettura delle più diverse espressioni dell’arte contemporanea.
Oltre ad organizzare mostre a carattere internazionale, si dedica con particolare attenzione alla didattica e in special modo all’infanzia.
Sue opere sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private.
E’ membro dell’Unione Artisti professionisti in Romania e dell’Associazione Internazionale degli Artisti Professionisti – AIAP – Unesco.
Inaugurazione giovedì 25 marzo 2010, ore 19
Associazione Artistica Internazionale Aripa - Galleria e Scuola d’Arte
Via Bertola 27/1 - Torino
Orario: da martedì a sabato 10 -12,30; 15-19
Ingresso libero