La citta' piu' moderna del mondo. La mostra propone una serie di opere e progetti ideati nel corso degli anni per Venezia, accostati ad altre opere che permettano al pubblico una maggiore comprensione dell'autore. L'articolazione del percorso avviene sotto la guida dei Licorni, animali fantastici che popolano invisibili la citta', e si sviluppa partendo dai progetti per Venezia, ripercorrendo le riflessioni dell'autore sulle modalita' di esporre e fare arte.
A cura di Maria Pesavento e Gabriele Gallo
La mostra presso il S.a.L.E. di Yona Friedman, a cura di Maria Pesavento e Gabriele Gallo, propone una serie di opere e progetti ideati nel corso degli anni per Venezia, accostati ad altre opere che permettano al pubblico una maggiore comprensione dell’autore. I progetti per Venezia, già oggetto di un workshop estivo presso l’Iuav di Venezia, si articolano in altana pubblica, ville spatiale per il Ponte della Libertà, Borgo Laguna. È lo stesso Friedman ad affermare “Livello dell’acqua, livello delle strade, livello delle altane: tre reti, tre livelli indipendenti. Venezia è la città più moderna del mondo”.
L’articolazione del percorso avviene sotto la guida dei Licorni, animali fantastici che popolano invisibili la città, e si sviluppa partendo dai progetti per Venezia, ripercorrendo le riflessioni dell’autore sulle modalità di esporre e fare arte, quale ad esempio il musée dans la rue, approfondendo i diversi livelli di partecipazione sociale fino a giungere alle estreme considerazioni sul vivere quotidiano, esplicitate nei pittogrami.
Yona Friedman nasce nel 1923 a Budapest, dove frequenta la facoltà di architettura. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, sfuggito ai rastrellamenti nazisti, vive per circa un decennio ad Haifa, in Israele, prima di trasferirsi a Parigi nel 1957. Nel 1958 fonda il Groupe d’Études de Architecture Mobile (GEAM), scioltosi nel 1962. Dal 1963 comincia ad elaborare il concetto di ville spatiale, in cui teorizza i principi di un’architettura capace di comprendere le continue trasformazioni che caratterizzano la “mobilità sociale” e basata su “infrastrutture” che prevedono abitazioni flessibili a seconda dell’esigenza degli abitanti e dei residenti. A partire dagli anni settanta Friedman si concentra sullo studio della società e delle tecniche povere, uniche ad essere immediatamente utilizzabili anche da utenti non specializzati. Collabora con l’Unesco e l’Onu in una serie di progetti di autocostruzione per il Terzo mondo, il più importante dei quali è il Museum of Simple Technology di Madras, in India, realizzato nel 1982.
Ha partecipato a Documenta di Kassel nel 2002, alla Biennale di Venezia di Arti Visive nel 2003, 2005 e 2009.
Tra i suoi numerosi libri: Per una architettura scientifica (Officina Roma, 1971), L’architettura mobile (Edizioni Paoline, Alba 1972), Utopie Realizzabili (Quodlibet, Macerata 2003), L’architettura della sopravvivenza. Una filosofia della povertà (Bollati Boringhieri, Torino 2009).
Inaugurazione 24 marzo ore 19
Magazzini S.A.L.E Docks
Dorsoduro 187-188, Venezia
Da mercoledì a domenica, dalle 15 alle 20
Ingresso gratuito