La mostra evidenzia un'ulteriore tappa della ventennale ricerca di Oehlen nel mondo della pittura. Alla rielaborazione astratta tradizionale si aggiunge, nei recenti lavori, anche un particolare utilizzo dei colori, che spesso finiscono per coprire la struttura grafica sottostante.
La galleria Alfonso Artiaco è lieta di annunciare l'inaugurazione
della mostra personale di Albert Oehlen sabato 27 marzo 2010 alle ore
19,30, in presenza dell’artista.
La nuova mostra di Albert Oehlen alla galleria Alfonso Artiaco (le
precedenti nel 2002, 2003 e nel 2009 al Museo di Capodimonte, Napoli)
evidenzia una ulteriore tappa della ventennale ricerca di Albert
Oehlen nel mondo della pittura, osservato ed analizzato dall’artista
attraverso un continuo interrogarsi sul metodo e sul significato
stesso della pittura.
Questa costante sperimentazione porta Oehlen al raggiungimento di
esecuzioni dove l’autonomia della creazione, svincolata da rimandi
semantici ed intesa come gesto combinatorio di più elementi, viene
rivendicata.
Alla rielaborazione continua della pittura astratta tradizionale si
aggiunge, nei recenti lavori, anche un particolare utilizzo dei
colori, che spesso finiscono per coprire la struttura grafica
sottostante. Il tentativo non è quello di rievocare meccanismi più
inclini all’Action Painting, dalla quale Oehlen si discosta, ma di
impiegare l’ “azione” come elemento tra gli elementi. A questo
scopo anche le immagini, inserite nei lavori presenti in mostra, non
sono citazioni bensì agenti formali della composizione, composizione
anch’essa non intesa come organizzazione premeditata dello spazio.
L’atteggiamento di Albert Oehlen nei confronti delle sue opere
rimane quello di scoperta continua durante l’atto della creazione e
questo materiale aggiunto, spesso frutto di riproduzioni di immagini
trovate su quotidiani, riviste ed altro ed ingrandite a seconda
dell’esigenza, diviene punto di partenza tecnico e non simbolico del
lavoro. La soddisfazione viene raggiunta da Oehlen solo se risultato
di una lotta tra elementi formali. L’assenza di uno specifico
orientamento da imprimere al lavoro è alla base anche di opere
quali “FM 27” o “223” dove le immagini appaiono più polemiche
o evocative, nella prima è presente, difatti, la bandiera tedesca e
nella seconda un seno di donna.
Nonostante l’evoluzione che il linguaggio di Albert Oehlen ha subito
negli anni, i colori ad olio, rimangono i soli ad “avere l’ultima
parola”. La gamma scelta, la misura del pennello o l’uso delle
mani è il tema, se così si vuole definire, che accomuna di volta in
volta i suoi lavori, l’ “elemento evocativo”, anche se non
ricercato. Nei lavori esposti in quest’occasione "la brutalità è
solo in apparenza. Dipinti con le sue dita, l’effetto finale è
quello di colori asciugati con negligenza sulla tela; la varietà
cromatica sorprende rilevando le tinte le più preziose vicine a
quelle della terra; le tracce rabbiose delle dita si mescolano al
tratto esitante del pennello. Ma tutto sembra coesistere allo stesso
livello."(Fabrice Hergott)
Inaugurazione sabato 27 marzo 2010 alle 19,30
Alfonso Artiaco
P.za dei Martiri 58, Napoli
Orari di apertura: lunedì-sabato 10-13,30/16-20
ingresso libero