Erika Latini, Claus Laus e la Signorina Gorza, per la prima volta insieme in questa mostra, recuperano, attraverso la pratica tradizionale femminile del ricamo, il forte valore simbolico dello scorrere del tempo e del flusso interiore di coscienza.
Gli artisti, per la prima volta insieme in questa mostra, recuperano, attraverso la pratica tradizionale femminile del ricamo, il forte valore simbolico dello scorrere del tempo e del flusso interiore di coscienza. Le loro opere, realizzate con la ripetitività di quell’antico e semplice gesto quotidiano - il ricamare –, simulano il tentativo di far rinvenire un’identità perduta e di rigenerare le proprie origini, di sprofondare in una coscienza impantanata tra ansie e paure, in episodi rimossi di un tempo difficilmente recuperabile, quindi in un passato sempre presente, che, come un grande filo teso, o, meglio, come un cordone ombelicale, chiede pressantemente di essere tolto.
Nel rapporto fisico e penetrativo, sensuale e lento con la materia e con il supporto scelto, come indumenti intimi o stoffe famigliari, ogni artista disegna e ricama, fino ad ordire nuove trame o racconti illogici e indicibili. Nell’ossessione del gesto, la mano trascina e libra il filo e il pensiero sempre più in avanti, portando con sé la disgregazione della psiche e dell’identità, bloccata nel pensiero del passato. Nell’intrigo dei fili, l’opera poi si compatta e si fa presente, mentre la forma testimonia l’incessante minaccia della continuità dell’io, che divide esperienza percettiva e razionale in attimi avulsi e staccati.
Inaugurazione 16 aprile 2010 ore 19
Skin Gallery
contrada Soncin Rotto, 1 - Brescia
Orario: martedi-sabato 15.30-19
Ingresso libero