Fuoriuscire dal Buio ed entrare nella Notte. Attendere un mondo nuovo non e' solo il titolo di una delle opere che Gianni Caravaggio presenta in mostra, ma anche un possibile paradigma di lettura dell'intera esposizione. Le opere dell'artista interagiscono nello spazio espositivo come elementi germinali di uno scenario in evoluzione pronto a trasformarsi e mutare in infiniti universi potenziali.
Attendere un mondo nuovo non è solo il titolo di una delle opere che
Gianni Caravaggio presenta in occasione della personale da Sies + Höke
Galerie a Düsseldorf, ma anche un possibile paradigma di lettura
dell'intera esposizione.
Le opere dell'artista interagiscono nello spazio espositivo come
elementi germinali di uno scenario in evoluzione pronto a trasformarsi
e mutare in infiniti universi potenziali.
E' il territorio della nascita e del possibile l'orizzonte poetico di
Gianni Caravaggio, un orizzonte di cui le opere sono immagini-seme,
originarie, potenti nella loro forza evocativa ed immaginifica.
L'artista si concentra sull'atto creativo, ridefinisce costantemente
l'idea della pratica artistica come attività demiurgica in cui i
lavori siano veri e propri dispositivi atti a generare nuove possibili
realtà. E' in questa necessita dell'origine che si può scorgere
nell'artista la vocazione ad un'arte essenziale, un'essenzialità
connaturata ad ogni gesto iniziale che, in quanto tale, si costituisce
nell'aprirsi ad ogni possibilità.
Tra le opere in mostra ricordiamo tre lavori realizzati durante
l'ultimo anno: Testimone di uno spazio antico, Verso l'eternità,
Spargere le proprie ceneri.
Testimone di uno spazio antico evoca un ambiente primigenio dalla
spazialità eccentrica, poliedrica, uno luogo perduto di cui ci
rimangono come silenziosi testimoni solo tredici frammenti in bronzo
argentato collegati a raggiera da sottili funi colorate. Verso
l'eternità è invece un grande parallelepipedo bianco in polistirolo,
una massa imponente ma leggera che appare mancante di una estremità.
Lo spigolo perduto sembra fare da contrappunto alla grande mole da cui
è stato separato, è piccolo e pesante, composto da una serie di
elementi in zinco e alluminio incastrati gli uni negli altri.
L'eternità trasforma il materiale dell'opera condannando una parte ad
un inevitabile decadimento, il polistirolo infatti muterà nel tempo,
ingiallirà e si consumerà fino a scomparire e l'opera rimarrà composta
dalla sola parte in metallo. Spargere le proprie ceneri sembra
chiudere concettualmente la mostra, l'origine diventa la fine e la
fine il principio in un tempo circolare che non contempla
interruzioni. L'opera è composta da un cono in marmo nero con venature
bianche leggermente fuori asse (a conferirgli maggior dinamismo) e da
due sottili tubi in acciaio cromato che diventano una sorta di
"braccio" che dal vertice del cono si posa a terra. Sul pavimento dal
tubo si diparte la traccia delle ceneri che con un movimento circolare
si irradiano nello spazio.
Immgine: Gianni Caravaggio: Via dalla luce mia (La Verità) 2008. Statuary marble, shadow
35 x 25 x 19 cm
Courtesy Sies+Höke Galerie, Düsseldorf
Opening 16 Aprile ore 19
Sies + Höke Galerie
Poststrasse 2+3, 40213 Düsseldorf
Hours: Tue-Fri 12-18.30, Sat 12-14.30
free admission