I giardini celesti. Le fotografie nascono da un viaggio che l'artista ha compiuto in Marocco nel 2008. Nelle sue opere mira a cogliere il 'sussurro del mondo', una trama lieve che si manifesta ovunque.
a cura di Michele Iannone
testo di Rossella Caruso
La mostra ''I giardini celesti'' di Silvia Stucky comprende otto fotografie digitali e quattro dipinti su carta. Le fotografie nascono da un viaggio che l’artista ha compiuto in Marocco nel 2008. Nelle opere fotografiche, Silvia Stucky mira a cogliere il ‘sussurro del mondo’, una trama lieve che si manifesta ovunque, anche nel luogo a noi più prossimo, se osservando ci poniamo in una condizione di quiete e accoglienza. Le opere su carta, dipinte a gouache, presentano intrecci di rami, foglie e fiori in blu oltremare, turchese, azzurro. Questa serie di opere è legata all’interesse che l’artista ha da molto tempo per le arti e per il pensiero dell’Oriente.
Dice Silvia Stucky: «Nel 2004 sono stata in Iran, ho visitato le moschee di Isfahan. Come ha scritto Kader Abdolah, “secoli fa i costruttori di templi le hanno decorate con gli azzurri più belli facendo apparire sui muri un tale incanto di migliaia di disegni misteriosi che non sai più chi sei e dove ti trovi”. Guardando e riguardando si comprende che i motivi decorativi hanno viaggiato attraverso i secoli, passando da una cultura all’altra, dalla Cina alla Persia fino ad arrivare in Europa. Questo m’interessa: culture diverse, in momenti diversi, si trasmettono gli stessi elementi. Su questa base si potrebbe tessere una rete di dialogo, oggi che si insiste tanto sulla pericolosità del diverso in quanto assolutamente estraneo, incomprensibile.»
I motivi delle arti dell’Oriente sono ripresi dall’artista fedelmente, con minimi interventi: il gesto ‘creativo’ viene sostituito da un gesto che segue – sia pure con un apporto personale – un modello. Una pratica il cui scopo è la pratica stessa.
Come scrive Rossella Caruso nel suo testo critico, «i giardini di Silvia Stucky – celesti per le dominanti turchesi, blu oltremare e azzurre, ma fors’anche per la loro atopicità – sono effettivi luoghi di meditazione, sia per la pratica della mano che ne traccia i contorni o ne fissa i particolari nella stampa digitale, sia per l’occhio che ne esplora, con pacatezza, i meandri fitomorfi di un’ornamentazione ridondante e delicatamente ossessiva. Sono luoghi comuni che espungono metafisicamente la presenza umana, [...] per circoscrivere nello spazio di un haiku il sentimento inviolato di un luogo».
Inaugurazione venerdì 16 aprile 2010 ore 18
Arte Profumi
via Natale del Grande, 5 - Roma
Orario: 10-19.30
Ingresso libero