Dopo avere attraversato, registrato, ripreso, immaginato e rappresentato Berlino utilizzando diversi supporti e mezzi svariati, i due artisti la restituiscono in un percorso espositivo che si compone di un ingresso-introduzione e di quattro stanze-ambienti: dove la ricerca spaziale e artistica di Cavinato, dialoga con la ricerca musicale di Trevisi.
“LINIE crea direzioni differenti, contorni, confini, valichi
insormontabili o attraversabili.
Il progetto è giocato su questa ambivalenza tra l’unico ed il
molteplice, tra un microcosmo fatto di particolari tattili, più
vicini, palpabili e concreti ed un macrocosmo lontano, astratto,
distante.”
All’incrocio tra sperimentazione musicale e ricerca spaziale, la
Galleria Mario Mazzoli inaugura Sabato 1 maggio il progetto
espositivo Linie, nato dalla collaborazione tra un artista visuale,
Paolo Cavinato (1975) ed un compositore, Stefano Trevisi (1974),
entrambi caratterizzati da originali percorsi creativi, con i quali
hanno saputo affermarsi a livello internazionale.
Spazio del contemporaneo per antonomasia, la Galleria Mario Mazzoli
nasce con l’intento di coniugare le arti visive, con particolare
attenzione ai linguaggi multimediali ed alla video arte, alla ricerca
musicale acustica ed elettronica, offrendo ai collezionisti di oggi
una valida alternativa al tradizionale e sempre più desueto concetto
di opera d’arte.
Spinti dalla medesima esigenza, Cavinato e Trevisi hanno fondato
SPAZIO VISIVO, un progetto "duo" già sperimentato con successo in
altre mostre precdenti, di cui Paolo cura la parte visuale, mentre
Stefano l'apparato sonoro.
Dopo avere attraversato, registrato, ripreso, immaginato e
rappresentato Berlino utilizzando diversi supporti e mezzi svariati,
i due artisti la restituiscono in un percorso espositivo che si
compone di un ingresso-introduzione e di quattro stanze-ambienti:
dove la ricerca spaziale e artistica di Cavinato, attenta
all’ambiente come luogo rappresentazione e dell’azione (visuale,
teatrale, percettiva, motoria, relazionale, emozionale, psichica,
sensoriale) dialoga con la ricerca musicale di Trevisi, costantemente
rivolta all’analisi ed alla sperimentazione del suono, fondamento e
risultato di un sistema di energie in perenne conflitto, tra
affermazione e negazione, distensione e contrazione, distorsione ed
equilibrio, perturbazione e quiete.
La STANZA 0, ovvero l’INGRESSO, si compone di una serie di opere
fotografiche che ritraggono a loro volta stanze cosparse di oggetti,
tracce e indizi della memoria, stanze dense di energie solo assopite,
come suggerisce anche il materiale sonoro.
La STANZA 1, detta dei TEATRINI, è composta da scatole-oggetti
tridimensionali di medie dimensioni, disposti a esagono e contenenti
visioni di architetture, di spazi e luoghi che si ispirano alla
città. Qui i materiali sonori, emessi da sorgenti autonome nascoste
all’interno di ciascun ambiente, creano una complessa installazione
multicanale, composta da suoni di matrice concreta e di origine
strumentale, da ambienti di Berlino, da materiali “storici”
caratterizzati da morfologie molto contrastanti, di cui tuttavia
ancora possiamo intuire l’origine.
Nella STANZA 2, chiamata ICONA, la superficie rettangolare mostra,
nelle due pareti in lunghezza, un complesso dialogo sonoro e visivo
che diventa polifonia di voci eterogenee. Mentre sulla parete di
destra, da un centinaio di oggetti-contenitori di varie dimensioni,
realizzati con materiali poveri, si diffondono particolari elementi
sonori estrapolati dalla stanza precedente, sulla parete di sinistra
uno specchio-quadro sonoro isolato invita il pubblico a riflettersi e
interrogarsi sul suo ruolo e sulla sua identità, grazie anche al foro
centrale che si apre su un corridoio ottico.
Come se fossero apparizioni, diversi oggetti quotidiani e solidi
geometrici, ricostruiti in carta in scala 1:1, si specchiano sul
pavimento nero e lucido della STANZA 3, PHANTASMA, che ce li
restituisce “…minimali, bianchi, congelati, immobili, statici, come
fossero estrapolati dalla mente”, spiega Cavinato e così suggerisce
anche l’installazione sonora.
Nella STANZA 4, chiamata EVOLUZIONE, i movimenti del suono, diffusi
da casse acustiche nascoste in alcuni dei prismi che invadono lo
spazio formando una doppia elica attorcigliata, pervadono l’ambiente
come un pulviscolo sonoro.
È questo anche il massimo grado di astrazione dell’immagine e del
suono al quale pare tendere il complesso percorso espositivo di Paolo
Cavinato e Stefano Trevisi. Perché, come sembrano suggerirci, solo
dopo aver raggiunto il grado zero e la totale frammentazione
dell’opera, è possibile ripartire e creare, ancora una volta, in modo
diverso, un nuovo SPAZIO VISIVO.
-Ilaria Bignotti-
Inaugurazione sabato 1 Maggio 2010, ore 18
Galerie Mario Mazzoli, GmbH
Zimmerstrasse 13, Berlin
Orari: dal martedì al sabato, 12 - 18
Ingresso libero