Sensualita' di Michelangelo. L'autore, che ha ripreso artisti in azione come Burri e Vedova, propone un aspetto molto originale del suo lavoro: l'interpretazione della scultura di Michelangelo. Il risultato e' una lettura ravvicinata, intensamente partecipe, non fondata sull'intero ma sul particolare e sul frammento.
In qualità di terza mostra della sua ancora breve, quanto intensa, carriera,
la Galleria Nove è lieta di presentare la prima mostra personale del
fotografo toscano Aurelio Amendola a Berlino.
"Nella sua grande esperienza di professionista dell’immagine Aurelio
Amendola, fotografo dell’arte fra i più acuti e ricercati, ha ripreso
artisti in azione. E fra i più spettacolari, naturalmente: Burri incendiario
che lavora a una sua "combustione" in plastica; oppure lo sciabolare segnico
di uno spadaccino del pennello quale Vedova.
Ma credo che l’aspetto più originale della capacità interpretativa
fotografica di Amendola riguardi il suo lavoro sulla scultura. E,
contemporanei a parte (da Vangi a Ceroli), in particolare la sua
interpretazione ravvicinata di Michelangelo mi sembra esemplare. Una prima
testimonianza se ne è avuta già nel 1994 nel suo volume Un occhio su
Michelangelo (Bolis Edizioni, Bergamo). Ma le immagini che qui Amendola
propone datano a sue campagne che vanno dal 1992 (Sagrestia Nuova, Cappelle
Medicee, Firenze) al 2004 (Prigioni, al Louvre, e L’adolescente,
all’Ermitage).
L’interpretazione che ne viene è il risultato personalissimo di una lettura
ravvicinata, intensamente partecipe, non fondata dunque sull’intero quasi
invalicabile della scultura (come nel caso, per esempio, delle letture di
famose sculture di Bernini o di Canova, nella Galleria Borghese, a Roma, di
Tim Lehmacher, ma sul particolare, sul frammento ravvicinato d’immagine,
sempre sorprendente e imprevisto nella sua qualità plastica.
Qualità che Amendola interpreta con un’eccezionale partecipazione di
sensibilità ottico-tattile, e persino di sensualità, di una totalizzante
visione plastica e luminosa, esaltando la fisicità e materialità dei corpi e
le sinuosità delle invenzioni plastiche. Al punto da attualizzare il lavoro
dello scultore, di Michelangelo, offrendone in modo straordinariamente
efficace e affascinante una leggibilità quasi inedita. Ricordo che anni fa,
quando Amendola espose queste sue interpretazioni michelangiolesche a
Pietrasanta, Vangi arrivava a spiegarmi quale strumento tecnico il grande
scultore avesse di volta in volta impiegato.
Questo il fascino delle immagini qui proposte, dalle quali abbiamo un
Michelangelo imprevisto ma reale, prossimo, sensualmente corporeo,
intensamente materico."
Inaugurazione Venerdi' 7 maggio ore 19
Galleria
Nove
Garnisonkirchplatz
/
Anna Louisa Karsch Str.9,
Berlino
Martedì al Sabato dalle 11:00 alle 18:00
Ingresso libero