Il progetto si divide tra Teatro Margerita e piazza del Ferrarese. La grande installazione presentata nell'area che ospitava la platea del teatro, e' un richiamo iconografico a quella realizzata dall'artista nel 1995 per Amburgo. I materiali utilizzati sono tipici del repertorio polimaterico di Kounellis: lastre di ferro, sacchi di juta, carbone. A Piazza del Ferrarese un grande complesso plastico, costituito da un parallelepipedo in ferro su cui ne poggia un secondo, dalle dimensioni piu' ridotte.
Progetto a cura di Annamaria Maggi e Vito Labarile
Da sabato 15 maggio sino a lunedì 20 settembre 2010, la Città di Bari ospita un particolare progetto
espositivo, protagonista Jannis Kounellis. La mostra, promossa dal Comune di Bari in collaborazione con
l’associazione onlus “Di Segno in Segno”, coinvolge due luoghi significativi del capoluogo pugliese, il
Teatro Margherita e Piazza del Ferrarese, scelti dallo stesso artista per costruire un dialogo con la città
e le sue opere, concepite site specific.
Curato da Annamaria Maggi e Vito Labarile, il progetto si muove su due diversi registri di intervento artistico
che insieme costituiscono un percorso unitario, coerente: un primo più intimo, da scoprire, insieme alle
suggestioni di un edificio altamente simbolico della città violato dal tempo, e un secondo inaspettato e
palese, di arte pubblica, in una piazza dalle forti contaminazioni storiche. Kounellis, da sempre stimolato dal
fascino di luoghi “centrici” per intraprendere nuove esperienze creative, vi si inserisce con la propria poetica,
si innesta nel tessuto connettivo per dar vita a una sensibile trasformazione che matura in un rapporto di
specularità fra l'opera d'arte e gli spettatori.
PARTE I – Jannis Kounellis al Teatro Margherita di Bari.
La scelta del Teatro Margherita, un tempo pregevole esempio dello stile Liberty, oggi parzialmente
ristrutturato, s’inserisce coerentemente nella poetica di Kounellis. L’artista ha infatti sempre preferito contesti
architettonici e urbanistici alternativi (fabbriche, edifici abbandonati, strade) agli spazi espositivi
tradizionalmente deputati all’arte, valorizzandoli, riconsegnando loro dignità. Anche a Bari Kounellis incontra
un’architettura impoverita dal tempo e la rende oggetto di un’azione estetica. Al Teatro Margherita, che in
passato fu anche Museo Storico, viene restituita la funzione di contenitore di cultura. Kounellis sfrutta il
potenziale scenico e teatrale, insito nella struttura stessa dell’edificio, per amplificare il dialogo tra
l’architettura del teatro e l‘architettura delle installazioni esposte. Si tratta di un doppio legame istituito con il
Teatro Margherita, visto che l’artista già dal 1968 si è anche cimentato nella scenografia teatrale.
L’intervento concepito da Kounellis per il Teatro Margherita consiste in due installazioni che occupano due
spazi distinti del teatro, la platea e il foyer.
La grande installazione presentata nell’area che ospitava la platea, è un richiamo iconografico a quella
realizzata dall’artista nel 1995 per l’Hamburger Kunsthall di Amburgo.
I materiali utilizzati sono tipici del repertorio polimaterico di Kounellis: lastre di ferro, sacchi di juta, carbone.
Si tratta di 12 moduli, ognuno dei quali è costituito da sacchi pieni di carbone disposti in circolo, all’interno
del quale vi sono cumuli di carbone da cui partono una lastra di ferro disposta a cuneo e una putrella,
sempre di ferro. Quest’ultima regge in cima un sacco di carbone e si sviluppa in altezza fino a sfiorare la
copertura a cupola del teatro. Kounellis ancora una volta manifesta la propria propensione per l’enfasi
monumentale: un’opera quasi ‘architettonica’, un allestimento dalle proporzioni imponenti che invade la
platea, percorrendola sia in profondità che in altezza, con un’attenzione ai rapporti tra vuoto e pieno affinché
l’opera s’integri allo spazio del teatro.
Uno dei simboli utilizzati con più frequenza da Kounellis - il cappotto - torna nell’installazione realizzata per il
foyer nella forma di grandi pannellature di acciaio, sulle quali sono fissate putrelle che schiacciano soprabiti
maschili neri. Pur scegliendo di abbandonare la bidimensionalità del quadro - a favore di una ‘pittura’ a tre
dimensioni - l’artista mantiene un riferimento alla tradizione artistica, il cavalletto.
Ogni lastra-quadro è esposta su uno di essi e l’insieme è disposto così da formare un circolo. In questo
lavoro si coglie il senso del dramma di Kounellis, sempre impegnato a conferire alle sue opere una presenza
d’impatto drammatico per trasmettere pathos. I cappotti - stritolati tra le lastre - alludono alla presenza
dell’uomo, proprio attraverso la sua assenza.
PARTE II – Piazza del Ferrarese.
Il programma espositivo comprende un ulteriore capitolo che conduce nel cuore della città vecchia, a Piazza
del Ferrarese, di fronte a una porta chiusa della facciata del Mercato del Pesce del Porto vecchio che
Kounellis sfrutta come quinta teatrale sulla quale instaurare un rapporto dialettico fra scultura e architettura.
Un altro luogo suggestivo, ricco di una storia ancora più antica, testimoniata dalle tracce emerse della via
Appia-Traiana di epoca romana. Il grande complesso plastico che Kounellis ha concepito site specific è
costituito da un parallelepipedo in ferro su cui ne poggia un secondo, dalle dimensioni più ridotte.
Quest’ultimo presenta fessure angolari dalle quali si intravedono i mucchi di carbone all’interno. Anche in
questo caso l’artista insegue la verticalità, così come rifiuta i tradizionali strumenti artistici, preferendo a
questi materiali prelevati dal reale per sublimarli in opera d’arte. Ritorna inoltre la dialettica tra struttura e
materia, fra forme geometriche e natura, un’altra costante nella poetica di Kounellis.
Nel suo complesso, il lavoro di Kounellis a Bari propone quello che da sempre è il tema centrale della sua
poetica: una riflessione sull’arte declinata con i toni - a lui più congeniali - della teatralità drammatica.
L’artista si avvale di materiali e spazi extrapittorici con i quali non vuole rappresentare la realtà, bensì creare
una nuova realtà. Creazioni uniche e intimamente connesse ai contesti per i quali sono state progettate. Un
manifesto dell’unicità del lavoro contro la riproducibilità della produzione industriale.
Bari rappresenta per Kounellis un ideale sito espositivo proprio per la sua antica storia culturale ricca e
complessa: domini greci, romani, barbari, bizantini, longobardi, musulmani, normanni, angioini, aragonesi e
borbonici l’hanno resa una terra soggetta a numerosi influssi non solo economici, ma soprattutto artistici,
culturali e religiosi. Così come per poche città del Sud d’Italia, Bari è l’emblema di un dibattito plurisecolare
tra Occidente e Oriente che Kounellis, artista dalle origini greche, conosce personalmente e che è per lui un
elemento fondamentale per la sua ricerca estetica, oltre che chiave di lettura indispensabile della sua opera
per il pubblico.
Su questi sensi dell'esperienza contemporanea di Kounellis la citta' si apre e si appresta a ricevere un
messaggio di riflessione di meditazione che non pone limiti ne barriere.
La mostra sarà corredata da una pubblicazione dedicata, edita da Silvana Editoriale.
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Conferenza Stampa: venerdì 14 maggio ore 12
Sala Giunta, Palazzo di Città
Inaugurazione sabato 15 maggio 2010 ore 19
Teatro Margherita
Sedi
Teatro Margherita
Piazza Quattro Novembre - Bari
e
Piazza del Ferrarese - Bari
Orari: da martedì a domenica 10 -13, 17-21
Ingresso Libero