Norma Mangione Gallery
Torino
via Matteo Pescatore, 17
011 5539231
WEB
Bernd Ribbeck
dal 14/5/2010 al 25/6/2010
mart-sab 15.30-19.30 o su appuntamento, il 10 giugno fino alle 24

Segnalato da

Norma Mangione Gallery



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Bernd Ribbeck



 
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14/5/2010

Bernd Ribbeck

Norma Mangione Gallery, Torino

L'opera di Ribbeck affonda le sue radici nell'arte germanica e nordica, ma si espande in un senso piu' universale, che trascende le coordinate spazio-temporali. Di piccolo formato, come icone, appese all'altezza dello sguardo, le sue opere chiedono un rapporto individuale e ravvicinato.


comunicato stampa

-------------english below

Si potrebbe fare una lunga lista delle fonti d’ispirazione di Bernd Ribbeck: le architetture utopiche e moderniste, le vetrate gotiche, la pittura spirituale di Hilma af Klint, le astrazioni di Robert e Sonia Delaunay e i disegni di Vaslav Nijinsky sono alcune tra le più evidenti. Ma tutti questi riferimenti sono solo il nutrimento di un lavoro che tuttavia non si può spiegare che con se stesso.

L’opera di Bernd Ribbeck affonda le sue radici nell’arte germanica e nordica, ma si espande in un senso più universale, che trascende le coor- dinate spazio-temporali. Le sue opere vanno esperite più che raccontate.

Di piccolo formato, come icone, appese all’altezza dello sguardo, chie- dono un rapporto individuale e ravvicinato. Vedendole si può percepire come siano composte di strati e di materiali diversi, di sovrapposizioni e cancellature, di trasparenze. Ai dipinti su tavola realizzati con acrilici, penne a sfera e pennarelli si alternano gli acquerelli su carta, dai toni più morbidi e slavati. Il colore viene dato e poi rimosso, lasciando tracce del suo passaggio.

La definizione di arte astratta o geometrica sta stretta ai lavori di Bernd Ribbeck. Guardandoli si possono immaginare paesaggi e maschere afri- cane, angeli e fiori, pianeti e volti, sebbene nulla sia mai rappresentato di- rettamente.

La tensione tra simmetria del disegno e asimmetria dei colori, tra perfe- zione e imperfezione, le variazioni tra un’opera e l’altra, sono frutto di una paziente ricerca di luce e di equilibrio, di una pratica con cui Ribbeck si riallaccia alle utopie del passato rendendole presenti.

---------------english

One could draft a long list of Bernd Ribbeck’s sources of inspiration. Some of the most evident would be utopian and modernist architecture, Gothic stained windows, Hilma af Klint’s spiritual painting, Robert and Sonia Delaunay’s abstractions, and Vaslav Nijinsky’s drawings. And yet all these are but the subsoil of an opus that can nevertheless be explained solely by itself.

In a certain sense, the roots of Bernd Ribbeck’s work are embedded in Germanic and Nordic art, and yet they spread out universally, going beyond all space-time coordinates. His works need to be experienced more than narrated. Hung at eye level, these icon-like small-format works call for a one-to-one, close-up relationship. Looking carefully, we can see how they consist of different layers and materials, overlappings, erasures, and transparencies.

The acrylics – and the watercolours on paper, which are softer and paler – alternate with ballpoint and felt-tip pen. Colour is applied and then removed, leaving traces of its passing. No definition of abstract or geometrical art quite fits the broad scope of Bernd Ribbeck’s works. They call to mind landscapes and African masks, angels and flowers, and planets and faces, even though nothing is ever represented directly.

The tension between the symmetry of the drawing and the asymmetry of the colours, between perfection and imperfection, and the variations in the different works are the outcome of patient research into light and equilibrium, and of the way in which Ribbeck gives new, present-day life to the utopias of the past.

Inaugurazione 15 maggio, ore 18.30

Norma Mangione Gallery
via Matteo Pescatore, 17 - Torino
orari: mart-sab 15.30-10.30 o su app.
Giovedì 10 giugno 2010 fino alle ore 24.00, in occasione dell’apertura collettiva di TAG
ingresso libero

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