Reminiscenze del periodo di guerra. Un fulcro tematico dettato dalle loro esperienze di vita: lo studio del soggetto del corpo umano colto nella sua fragilita' di fronte all'insanabile dramma della sofferenza causata dalla guerra. A cura di Lojze Gostisa.
a cura di Lojze Gostisa
La Galleria A+A - ad esattamente cinque anni dalla morte - ricorda Zoran Mušič con
una mostra dal titolo: MUŠIČ • STUPICA : Reminiscenze del periodo di guerra.
Una retrospettiva che presenta un confronto inedito tra la produzione artistica di
Zoran Mušič e il suo contemporaneo connazionale Gabrijel Stupica al fine di mettere
in luce gli aspetti convergenti della loro opera artistica, a livello contenutistico
ed iconografico.
Un'imperdibile occasione di vedere l'opera dei due artisti per la prima volta messi
a confronto. Un fulcro tematico dettato dalle loro esperienze di vita: lo studio del
soggetto del corpo umano colto nella sua fragilità di fronte all'insanabile dramma
della sofferenza causata da eventi assurdi come la guerra, momento sostanziale per
le vite di entrambi, presentata, raccontata ed espressa decenni dopo la sua fine.
Le opere di Mušič nascono dalla tragica esperienza di vita che lo ha visto
prigioniero per sette mesi nel campo di concentramento di Dachau, dove, di
nascosto, riesce a realizzare circa duecento disegni che riemergono imperturbabili
nella sua opera solo negli anni Settanta, dando corpo alla serie che è
emblematicamente chiamata Non siamo gli ultimi. Opere che testimoniano e riportano
alla memoria uno degli episodi più aberranti della storia del secolo scorso, in cui
l’artista trasferisce la tragicità della morte su un piano esistenziale
manifestando tutta l'impotenza dell' uomo di fronte alle sofferenze della vita
provocate dalla assurdità della guerra.
Il ciclo di guaches di Stupica dal titolo Ribellione, vede la luce durante i primi
anni Sessanta (1961-1962) , indaga interamente il tema della resistenza, raccontando
iconograficamente le attività segrete svolte nel del periodo di guerra:
rappresentazioni di incontri clandestini, uccisioni di ostaggi, trasporto di
prigionieri. Contesto in cui emerge un’atmosfera tragica, assurda e di impotenza
dove l’uomo risulta essere una semplice pedina della storia. Le rappresentazioni di
Stupica denotano l’influsso di certe correnti moderniste del dopo guerra e
soprattutto dalla visione di espressioni dell'arte primitiva (grotte di Lascaux),
che Stupica ha modo di ammirare alla fine degli anni Cinquanta, e che lasceranno un
marchio riconoscibile in tutta la sua produzione artistica successiva.
Opere che si inseriscono all'interno dei movimenti contemporanei europei,
presentando due mondi interiori che hanno manifestato con un proprio linguaggio
l'esperienza della verità nell'iconografia della morte e che hanno permesso ad
entrambi di essere riconosciuti tra i massimi rappresentanti dell'arte slovena del
secondo novecento.
In mostra anche due autoritratti degli artisti diventati amici, attorno agli anni
trenta, all'Accademia di Belle Arti di Zagabria, dove hanno avuto modo di svolgere i
loro studi seguendo un percorso analogo.
Al di là dell'ambiente accademico gli artisti hanno proseguito la loro formazione in
luoghi e condizioni differenti, ma sono rimasti comunque accomunati dalla necessità
di dipingere in solitudine: palcoscenico del loro lavoro creativo è sempre stato
l'atelier dove i ricordi si sono appropriati della superficie della tela con
immagini incredibili e sorprendenti.
Anton Zoran Mušič (Bukovica 12 febbraio 1909 – Venezia, 25 maggio 2005) pittore e
incisore sloveno, esponente della nuova Scuola di Parigi.Tra il 1930 e il 1935
frequenta l’Accademia di Belle Arti a Zagabria. Sempre nel 1935, conclusi gli studi,
soggiorna a Madrid e a Toledo, l’anno seguente risiede in Dalmazia.Deportato a
Dachau dalle SS nel 1944, dal giugno del 1945 è libero. Torna a Venezia, dove
dipinge i primi Cavallini, che diverranno un soggetto tipico.
La produzione di Zoran Mušič è stata onorata in numerosissime esposizioni
internazionali, e tutt'oggi le sue opere sono conservate nei più importanti musei
del mondo, principalmente in Italia, Slovenia, Francia, Germania e Stati Uniti.
Gabrijel Stupica (Dražgoše 21 Marzo 1913 - Lubiana 19 Dicembre 1990). .
studia presso l'Accademia d'Arte a Zagabria. Dopo la laurea vive e lavora a
Zagabria fino al 1946 quando si trasferisce a Lubiana, dove diventa professore della
nuova Accademia di Belle Arti. Incrementato la sua formazione durante numerosi
viaggi. Viene eletto membro corrispondente dell'Accademia delle Scienze jugoslava e
dell'Accademia slovena delle Arti e delle Scienze. Oltre alla pittura ha lavorato
occasionalmente nel paesaggio e nella grafica. E’ considerato come una delle figure
centrali tra gli artisti in Slovenia e la Jugoslavia nella seconda metà del 20 °
secolo. Per il suo lavoro ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi nazionali e
internazionali.
Immagine: Zoran Music
Inaugurazione: 25 maggio 2010 h. 18.00
Galleria A+A
calle Malipiero 3073 (San Marco) - Venezia
Aperto: dal martedì al sabato 11.00/14.00 – 15.00/18.00
Ingresso libero