Anfiteatro Arte
Milano
via Savona, 26
02 86458549 FAX 02 86458549
WEB
Dario Lazzaretto
dal 26/5/2010 al 17/6/2010
lun-dom 10.30-13 e 16.30-18.30

Segnalato da

Dario Lazzaretto




 
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26/5/2010

Dario Lazzaretto

Anfiteatro Arte, Milano

So Many Ears. In mostra 3 video-intallazioni che dialogano tra loro per indagare le trasformazioni culturali, politiche e sociali dei nostri tempi, con particolare attenzione al rapporto tra realta' e apparenza, tra cio' che e' stato e cio' che sara', immutato o cambiato, investito comunque dallo scorrere del tempo.


comunicato stampa

a cura di Mattia Munari

Anfiteatro Arte propone per la prima volta una mostra dedicata al lavoro di un audio-artista. Dario Lazzaretto (Padova, 1975) attratto dalle dinamiche del vivere contemporaneo, ricorre al suono per indagare le trasformazioni culturali, politiche e sociali dei nostri tempi. Con particolare attenzione al rapporto che di volta in volta intercorre tra realtà e apparenza, tra ciò che è stato e ciò che sarà, scomparso o rimasto, immutato o cambiato, investito comunque dallo scorrere del tempo.

Dopo le carte ritagliate di Claudio Onorato, le dive dimenticate di Pat Edwards, gli animali recuperati di Guido Airoldi e le parole non-scritte di Alfredo Rapetti, il percorso contemporaneo di Anfiteatro transita tra frammenti di vita di oggi e di ieri, selezionati dal vaglio sagace e psichedelico di Dario Lazzaretto.

Dario Lazzaretto scava nel suono per trovare risposte alle proprie esigenze e alle proprie domande, plasmandolo come materia, usandolo come strumento. La ricerca ossessiva di risposte lo porta a confrontarsi continuamente con passato, presente e futuro. La linea del tempo appare tuttavia sconvolta dalla sua ricerca. Frammentata, decostruita e ricomposta. Il passato dimenticato appare indimenticabile. Ciò che viviamo risulta invece già trascorso, superato e archiviato. Ogni opera richiede la partecipazione e il coinvolgimento dello spettatore che attraverso i suoi gesti, i suoi ricordi, la sua memoria e le sue aspettative la rende viva.

In mostra vengono proposte tre opere che dialogano tra loro. Male Magnum Male Nostrum, Ol’fasci5minutes e Fleshword trilogy.

Male Magnum Male Nostrum è l’evoluzione di un’installazione audio nata a Salerno e cresciuta a Ferrara che trova qui a Milano la sua maturità e la sua concretezza oggettuale in un disco in vinile 45 giri e in un mangiadischi Penny degli anni Settanta. Nell’etere la voce di Dario Lazzaretto che canta e recita in latino il regolamento del Grande Fratello sotto forma di canto monodico.

Ol’fasci5minutes, il cui titolo esteso è Old fascism in five minutes, è un lavoro audio che ricorre al video unicamente come supporto. Un video ipnotico insiste su un’immagine poco identificabile che racchiude al suo interno diversi significati simbolici. In soli cinque minuti l’audio riesce a raccontare con estrema sintesi la storia di un ventennio in Italia, sovrapponendo e contraendo settantadue brani che vengono ascoltati contemporaneamente, accavallando celebri discorsi pubblici di gerarchi fascisti a molte canzoni popolari d’epoca. Alcuni frame video sono stati congelati in glassatissime stampe lambda che assistono anch’esse immobili alla mostra, simboleggiando i resti di un’icona del passato nell’immaginario comune.

Fleshword trilogy è un trittico audio/video dove le immagini nascono generate dal suono e il suono dalla parola, “movente poietico” del lavoro stesso. Ognuna di queste tre opere racchiude al suo interno un complicato e cervellotico processo evolutivo. In Love – My Money, Toghether – to ether, The Mine – Divine, Le parole, una volta scelte e divise in due blocchi, sono sintetizzate da un software per la sintesi vocale (TTS). Il suono verrà deformato, plasmato, diviso e abilmente ricomposto. Da due canali audio rimbalzano i due messaggi che “bombardano” letteralmente il fruitore, fondendosi in un unico dettame. L’immagine conclusiva è quella di un foglio di carta 120 x 120 cm che, come in una sorta di mosaico, racchiude tutti i frame utilizzati, evocando l’immagine dello spettatore ideale.

“Le cornici digitali, dispositivi per il display continuo delle migliori foto in famiglia, vengono impossessate dai video. Digitalmente, come nel film Tron, gli spettatori ideali dei tre video vengono inghiottiti dalla tecnologia, fatti a pezzi e poi risputati sul muro come rielaborato virtuale e inconsistente. Stampati e ripiegati sono un tutt’uno con la vita di ciò che guardavano” Dario Lazzaretto

Uno stimolo nuovo per un pubblico partecipe che viene chiamato a esplorare una mostra in modo inconsueto, affinando e coordinando le proprie capacità percettive. Una coordinazione sensoriale strettamente necessaria perché nell’opera di Lazzaretto nulla corrisponde mai a ciò che sembra. Il titolo di ogni opera è spesso un inganno. O più semplicemente racchiude un segreto. Quello che vediamo potrebbe aiutarci, ma se ci soffermiamo alla superficialità delle cose, l’ambiguità ci allontana e distrae. La chiave è sempre racchiusa nell’etere. E per catturarla non basta sentire, bisogna sapere ascoltare.

Inaugurazione: giovedì 27 maggio 2010, ore 18-21

Galleria Anfiteatro Arte
via Savona 26, Milano
lun-dom 10.30-13 e 16.30-18.30
Ingresso libero

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