In mostra le opere dell'artista che plasma mondi rarefatti, sospesi in un vuoto latteo, nebbioso. Astratti, ironici, i pianeti della Gramsdorff gravitano solitari, illuminandosi nelle intermittenze della creazione: prima il buio poi la luce, quindi l'acqua, mentre l'artista da' forma alle forme.
Nei suoi dipinti Lea Gramsdorff cerca il mondo in una stanza, o piuttosto una stanza che si faccia mondo e che si apra, sfondando pareti, ad orizzonti vasti, siderali, ma intimi e domestici. Con pennellare deciso, Lea plasma sconosciuti mondi rarefatti, sospesi in un vuoto latteo, nebbioso.
Astratti come idee, ironici come giornate di vento, i pianeti di Lea gravitano solitari, illuminandosi nelle intermittenze della creazione: prima il buio poi la luce, quindi l’acqua, mentre l’artista dà forma alle forme. Tonde tonde, percorse da brividi d’argento, le sfere di Lea sono astri che prendono vita posandosi ad un desco familiare - stelle piatte - come stelle private per private stanze.
E qui, sui tavoli scuri dalle prospettive sghembe, le bianche stelle si fanno concave e accolgono parole, diventando protagoniste di piccole storie appartate, raccontate con pudore, ma con timbro fermo. Pulsa una vita segreta nelle stanze ombrose della Gramsdorff, quasi inconscia: poi, sul primo chiarore mattutino, saranno abitate da un’umanità nuova.
M.Picciau
Inaugurazione giovedì 3 giugno 2010, ore 20.30
Spazio P
Via Napoli 62, Cagliari
Orari: dal lunedi al sabato ore 19/24
Ingresso libero