Fondazione Emilio e Annabianca Vedova
Venezia
Dorsoduro, 46 calle dello Squero (Antichi Magazzini del Sale alle Zattere)
041 5226626, 041 7795503 FAX 041 5201960
WEB
Louise Bourgeois e Emilio Vedova
dal 4/6/2010 al 18/9/2010
10.30-18, chiuso martedi'

Segnalato da

Studio Systema




 
calendario eventi  :: 




4/6/2010

Louise Bourgeois e Emilio Vedova

Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia

La Fondazione amplia il suo territorio operativo e architettonico affiancando al Magazzino del Sale il recuperato Studio di Emilio Vedova. Tale arricchimento coincide con la presentazione di due mostre, curate da Germano Celant e dedicate ad aspetti mondialmente inediti dell'opera di Louise Bourgeois, con i suoi The Fabric Drawings, mai esposti nella sua complessita', quanto del lavoro di Emilio Vedova con il suo potente intreccio, mai completamente analizzato, tra pittura e scultura.


comunicato stampa

a cura di Germano Celant

La Fondazione Emilio e Annabianca Vedova dal 5 giugno al 19 settembre amplia il suo territorio operativo e architettonico affiancando al Magazzino del Sale il recuperato Studio di Emilio Vedova, Zattere 50, che diventa un ulteriore spazio pubblico per esposizioni e incontri con l’arte. Tale arricchimento coincide con la presentazione, in contemporanea, di due importanti e originali mostre, curate da Germano Celant e dedicate ad aspetti mondialmente inediti dell’opera di Louise Bourgeois, con i suoi “The Fabric Drawings”, mai esposti nella sua complessità, quanto del lavoro di Emilio Vedova con il suo potente intreccio, mai completamente analizzato, tra pittura e scultura.

Louise Bourgeois
Nel Magazzino del Sale, la cui macchina espositiva è stata disegnata da Renzo Piano, dal 5 giugno si terrà una mostra sorprendente, per la sua novità, di una protagonista assoluta dell’arte moderna e contemporanea, la scultrice Louise Bourgeois, a cura di Germano Celant in collaborazione con Jerry Gorovoy di Louise Bourgeois Studio, New York. Nello spettacolare spazio veneziano sarà presentata, con un allestimento architettonico disegnato per ospitare disegni e sculture, la produzione quasi sconosciuta di opere realizzate in stoffa, come la ricca sequenza dei suoi Fabric Drawings, realizzati dal 2002 al 2008, o la leggera presenza delle sue Cells, come Conscious and Unconscius, 2008. Principalmente montaggi, collage e assemblage di porzioni e parti di suoi vestiti, tali opere rivelano un’energia dirompente e sorprendente per la loro ricchezza cromatica e linguistica, quanto per la loro storia simbolica e intima. Riflettono insieme al grande ragno in acciaio, Crouching Spider, 2003, che apre l’esposizione veneziana, un’utilizzazione di tessuti personali, iniziata negli anni sessanta, a cui l’artista è ricorsa per produrre i suoi disegni e le sue sculture, ricorrendo ai propri indumenti e ai vestiti dei suoi cari come la madre: una reincarnazione del passato e della sua infanzia, quanto una testimonianza del suo rapporto con la memoria. Un uso visuale e plastico di stoffe che, da accessori decorativi, si trasformano in allusioni emotive e sentimentali che entrano, principalmente nei rilievi cuciti e nelle sue Cells, quanto nelle sue rappresentazioni della figura umana e dei suoi rapporti con l’altro, dal padre alla madre, a formare immagini di un femminile martoriato, quanto potente.

Un percorso che a partire dal 2002 subisce un ulteriore ampliamento quando la scultrice di origini francesi, ma americana, esalta, nei Fabric Drawings i colori cangianti e le strutturazioni formali di porzioni di tessuto per costruire intrecci che oscillano tra configurazioni floreali ed astrazioni cromatiche che formano un repertorio di trame meraviglianti. Le ragioni di tali lavori sono così espresse da Bourgeois: “Faccio disegni per sopprimere l’indicibile. L’indicibile non è un problema per me. Anzi, è l’inizio del lavoro. E’ la ragione del lavoro; la motivazione del lavoro è distruggere l’indicibile. Vestirsi è anche un esercizio della memoria. Mi fa esplorare il passato: come mi sentivo quando indossavo quel certo abito. I vestiti sono come segnali stradali, nella ricerca del passato”.

Tale insieme di lavori, arricchito da una completa antologia delle immagini che riguardano l’intera produzione scultorea dell’artista, è raccolto in maniera completa, a formare quasi un catalogo generale di tale soggetto nella pubblicazione Louise Bourgeois. The Fabric Works, curata da Germano Celant e edita da Skira, Milano.

Emilio Vedova
Alle Zattere, nell’antico studio dell’artista, recuperato a fini espositivi con la supervisione di Renzo Piano su progetto dell’Atelier Traldi e con il coordinamento e la direzione dell’ingegner Maurizio Milan, sarà presentato dal 5 giugno al 19 settembre un aspetto inedito del percorso pittorico di Emilio Vedova: il suo interesse per l’intervento tridimensionale, ambientale e teatrale, là dove domina la scultura. Attraverso un percorso storico essenziale l’esposizione, a cura di Germano Celant e intitolata Emilio Vedova Scultore tende a presentare, condotta attraverso modellini e grandi lavori scultorei, tale aspetto espressivo che ha interessato l’artista dal 1953 al 1997. Emilio Vedova inizia la sua ricerca artistica a metà degli anni Trenta a Venezia e subisce immediatamente l’attrazione profonda verso la grande pittura e scultura veneziana, tanto che la dinamica mobilità del barocco e il suo agitarsi inquieto e problematico accompagnano il giovane pittore in un estremo e totale coinvolgimento tridimensionale e l’esposizione “Emilio Vedova Scultore” nasce proprio dal suo sentirsi parte viva e attiva entro spazi amati e scontrati, fonti inesauribili di stimoli e provocazioni, che sfociano in interventi volumetrici nell’ambito della scultura, dell’architettura, dell’opera musicale e del teatro.

Nel 1958 la collocazione a soffitto di un’opera geometrica, allestita per la mostra a Palazzo Zacheta a Varsavia, conferma l’interesse scultoreo di Emilio Vedova e il suo atteggiamento teso ad articolare implicazioni spaziali per la sua opera. Seguono, nel 1959, a Venezia i “teleri a elle” nella pittura/ambiente a Palazzo Grassi, seguiti dall’esperienza, in collaborazione con Luigi Nono, dell’opera musicale Intolleranza ’60 al Teatro La Fenice. Con i Plurimi, che datano dal 1961 al 1965 e sono anticipati dai Rilievi (1960- 1964), Vedova stacca il quadro dalla parete e lo installa nello spazio in un insieme di superfici frammentate e intersecate tra pittura/scultura/architettura. Con i Plurimi, che datano dal 1961 al 1965 e sono anticipati dai Rilievi (1960-64), Vedova stacca il quadro dalla parete e lo installa nello spazio in un insieme di superfici frammentate e intersecate tra pittura/scultura/architettura. A Berlino realizza i Plurimi dell’Absurdes Berliner Tagebuch ’64 che troveranno qualche anno dopo il loro naturale sviluppo nel Percorso/Plurimo/Luce, realizzato per l’Expo di Montreal nel 1967, nel quale per mezzo di quattordici grandi proiettori le lastrine di vetro, realizzate dall’artista a Murano, sono proiettate in simultanea nello spazio asimmetrico fino a 16 metri di altezza. Nel 1977-78, lavora ai Plurimi/Binari del ciclo Lacerazione, al ciclo Frammenti/Schegge, insieme ai ...Cosidetti Carnevali... Infine, dagli anni ottanta, Emilio Vedova realizza le grandi installazioni dei Dischi e Tondi in un ritrovato, vitale, aggressivo possesso spaziale. La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione, a cura di Germano Celant, edita da Skira, Milano, in cui sarà ricostruita l’intera avventura artistica di “Emilio Vedova Scultore”.

Ufficio stampa / Press office
Studio Systema
tel +39 041 5201959
fax +39 041 5201960
stampa.vedova@studiosystema.it

Inaugurazione 4 giugno 2010 ore 18.00

Fondazione Emilio e Annabianca Vedova
Dorsoduro, 46 calle dello Squero (Antichi Magazzini del Sale alle Zattere) - Venezia
Orario: 10.30 – 18.00 chiuso il martedì
Ingresso intero 10 euro, ridotto 5

IN ARCHIVIO [7]
Frammenti Expo '67
dal 4/5/2015 al 17/10/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede