Intensioni. L'opera dell'artista si divide in due anime pittoriche, caratterizzate da una tecnica differente: pittura su tela e su carta. Il suo mondo e' decisamente informale, reso sempre poco strutturato da alcune meta-strutture di matrice surrealista.
a cura di Fabio Migliorati
“Intensioni”, l’opera di Micaela de Pascalis, a cura di Fabio Migliorati, è presente alla Galleria Blanchaert quale prima personale dell’artista. L’opera si divide in due anime pittoriche, caratterizzate da una tecnica differente: pittura su tela e su carta; rispettivamente con tempera all’uovo, gesso, oggetti, e con inchiostro. Il mondo di Micaela de Pascalis è decisamente informale, reso sempre poco strutturato proprio dal tentativo affermativo di alcune meta-strutture di matrice surrealista. Si tratta, in genere, di interventi raffinati, in cui la sensibilità di chi guarda si perde, pur accendendosi per l’attivazione di meccanismi mnesici che conducono o riconducono da qualche parte. I luoghi, infatti, sono quelli di derivazione poetica che l’autrice adotta per evocare mondi a cui ella appartiene: siano spazio definito o indefinibile, ma anche sito materiale del passato.
“Intensioni” è un termine che si utilizza, in logica, per indicare l’insieme delle caratteristiche o dei tratti pertinenti che permettono di stabilire quali oggetti fanno parte di un insieme o classe di entità; in una definizione, per intensione si indicano, quindi, i caratteri, le proprietà, le qualità del termine che si definisce. L’intensione di un costrutto linguistico è insomma il concetto che tale costrutto si propone di suscitare o di fatto suscita, nel pensiero di chi percepisce.
Nel lavoro di Micaela de Pascalis, l’intensione è determinata dall’entità «segno», coagulato e secco, sulle carte, o espanso e sbiadito, sulle tele. Come scrive Fabio Migliorati, per l’occasione, «l’artista agisce per via di tentate forme, che da un posto nel mondo si slanciano in divenire: un avvenire apparente, di contrasti e asimmetrie, bello di proiezioni evanescenti, nella distanza del sentimento. E allora si avverte, per arte, la genesi continua della morfologia: dal buio della mente, all’orma di un’azione. Il lavoro dell’autrice è sempre fatto di sentire delicato; si sdoppia in scarabocchio ventoso e in caotico alone, insieme divisi, comunque entrambi poetici, in silenzio concordi, pur nel rumore esigente dell’umana tensione».
Inaugurazione 9 giugno ore 18
Galleria Blanchaert
piazza Sant'Ambrogio, 4 - Milano
14.30-19, sabato 15-19, domenica chiuso
Ingresso libero