Mauro Pandolfi
Giulia Mallardo
Angela Cacciamani
Martina Sosio
Laura Salandin
Massimo Margagnoni
Samantha Di Prospero
Lorenzo Cavina
La poetica del non-colore. Lavorare in bianco e nero significa per l'artista eliminare il superfluo e ritrovare un'espressivita' pura, depurata dalla sovrabbondanza cromatica.
Le suggestive sale dell’Imbarcadero del Castello Estense di Ferrara, dall’11 al 13 Giugno 2010 accoglieranno la nuova rassegna di arti visive del ciclo dei Week-End con l’arte, dal titolo “In bianco e nero. La poetica del non-colore”.
La mostra:
Lavorare in ‘bianco e nero’ significa eliminare il superfluo e ritrovare un’espressività pura, o meglio depurata dalla sovrabbondanza cromatica, alla ricerca di contrasto visivo d’impatto, che diviene sinonimo di una sintesi perfetta. Il bianco è il non-colore per definizione, è l’a-cromatico, il vuoto, l’assenza, ma anche la luce totale, accecante per la sua forza visiva.
Il nero è frutto dell’assorbimento di tutta la luce, di ogni colore, è l’ombra, l’oscurità: un “buco nero” è un vortice collassato, un pozzo buio e profondo, misterioso, ma anche affascinante e intrigante. Come in una scacchiera, il bianco e il nero interagiscono tra loro in un rapporto bipolare tra un positivo e un negativo in continuo contrasto tra loro, ma anche completandosi vicendevolmente, in un equilibrio conchiuso in sé stesso.
La mostra sarà una rassegna di opere in cui i “non-colori” divengono i protagonisti per le loro qualità evocative e suggestionanti.
Gli artisti partecipanti:
Mauro Pandolfi
Mauro Pandolfi si esprime con il disegno: le ombreggiature e le sfumature creano degli effetti chiaro-scurali di grande impatto visivo, in cui l’equilibrio formale tra la luce e l’ombra diviene sintomatico di un ‘discorso visivo’ fatto di segni e campiture che delineano i soggetti rappresentati. L’artista sviluppa uno stile preciso e lineare, nella definizione di forme e immagini dai contorni netti e precisi, grazie ai quali, il valore concettuale delle sue opere sembra porsi in comunicazione diretta con lo spettatore.
Giulia Mallardo
Le opere di Giulia Mallardo sono piccoli frammenti di un approfondito studio di quanto la circonda: si tratta di disegni a matita dal sapore un po’ ‘accademico’ che analizzano, in maniera quasi scientifica, parti anatomiche, conchiglie, sassolini e perfino granuli di sabbia. Le forme della natura vengono forgiate nuovamente dal segno preciso sul foglio, quasi a creare una sorta di libro botanico o erbario, che raccoglie le intime conoscenze di una natura imperscrutabile e cangiante.
Angela Cacciamani
Le opere di Angela Cacciamani sono intense manipolazioni della materia: crepe, plastiche riciclate, sacchi e brandelli di legno vengono maneggiati e lavorati con energica cura. Sulla scia della lezione dell’informale materico di Alberto Burri, l’artista si muove entro le fessure, le bruciature e le spaccature delle sue stesse tele, disarmanti nella loro espressione di un universale tumulto interiore, che non può che concretizzarsi nella non-forma caotica e drammatica.
Martina Sosio
Quella di Martina Sosio è una pittura informale ed astratta, fatta di schizzi di colore che creano immagini intense e vigorose. Una ricerca artistica che spesso si muove attraverso lo studio degli spazi, come dimostrano gli assemblaggi di materiali e tele, che sono una continua messa in discussione e ridefinizione del fare arte, in cui la creazione è costantemente in bilico con la disintegrazione dei suoi stessi materiali.
Laura Salandin
Le opere di Laura Salandin sono definite da tante piccole ed eleganti forme dell’immaginario che galleggiano all’interno della superficie chiara, creando un varco su un universo surreale e misterioso, in cui le sagome astratte sembrano parti di un codice segreto, di un linguaggio arcano e incomprensibile, ma intrigante e affascinante.
Massimo Margagnoni
Massimo Margagnoni è un fotografo e propone delle opere che hanno la capacità di selezionare momenti di vita quotidiana e ‘narrarli’ in modo estremamente lirico e poetico. La discrezione con cui egli cattura brevi frammenti di realtà, quasi fosse in punta di piedi, senza farsi sentire o vedere, è in funzione di una resa vivida e veritiera dell’immagine dentro l’obbiettivo, che riporta e amplifica la percezione di un istante.
Samantha Di Prospero
Le opere di Samantha Di Prospero si compongono di un decorativismo che affolla l’intero spazio pittorico: fasci di linee, punti e forme nere si stendono sulla superficie, si accostano e si sovrappongono senza però lasciare nulla al caso, creando un delicato ricamo di tracciati a metà tra il figurativo e l’astratto, che colpisce per la sua forza visiva e la capacità comunicativa.
Lorenzo Cavina
Lorenzo Cavina realizza degli acquerelli in cui viene pienamente valorizzata l’imprevedibilità del colore, tanto che i paesaggi da lui ritratti divengono una serie di macchie e di colature: la linea di orizzonte si sfrangia e si fa meno definita, gli alberi si compongono da righe d’inchiostro che si spandono sulle screpolature della carta, producendo un’espressività visiva delicata ma intensa. L’esteriorità delle forme resta riconoscibile ed ancorata ad un figurativismo realistico, ma si coniuga con la rappresentazione delle pulsioni interiori, che deforma la quotidianità delle cose, rendendole suggestivamente nuove.
Inaugurazione 11 giugno
Sale dell’Imbarcadero del Castello Estense
piazza castello, Ferrara
Orario: 10,30-19,30
ingresso libero