Paesaggi immaginari, dedicato all'omonimo poema inedito del poeta Tomaso Kemeny, e' il titolo della mostra che presenta circa 20 opere pittoriche che hanno al centro il tempo e la sua circolarita'. Attraverso un processo graduale di stratificazioni, l'artista costruisce il dipinto come un rilievo, per elevare una sorta di corporeita' del colore.
con il libro di poesia
Paesaggi immaginari di Tomaso Kemeny
a cura di Leonardo Conti
musica di Paola Samoggia
Paesaggi immaginari, dedicato all’omonimo poema inedito del poeta Tomaso Kemeny, è il titolo della mostra di Roberto Floreani che, dopo la sala personale alla recente LIII Biennale di Venezia, giunge alla Galleria PoliArt di Milano.
Nelle circa venti opere presentate, che riportano nel titolo i passi del testo di Kemeny, troviamo le soluzioni espressive sviluppate da Floreani in questi ultimi anni sull’evoluzione della tematica del Concentrico, presentato per la prima volta nella personale al Museo Revoltella di Trieste nel 2003.
Attraverso un processo graduale di stratificazioni pittoriche, l’artista costruisce l’opera come un rilievo, o un ineguale intonaco, per elevare una sorta di corporeità del colore. La superficie così creata rimanda, da un lato, alla materialità informale (che l’artista inizialmente guarda) e, dall’altro, ad una pittura "vissuta", frutto del processo di temporalità, quasi proveniente da un antico passato.
Il concetto di tempo e della sua circolarità (rimandato dalle stesse forme concentriche) è centrale per l’artista ed è visibile anche nei precedenti cicli pittorici (personale Memoria, galleria del credito Valtellinese, 1999).
La ricerca timbrica di Floreani, che l’artista stesso definisce "Pittura di terra e d’aria", si basa sulla scelta di alcuni caratteri dominanti: da opere che virano verso toni chiari, in una scala cromatica tra il terra di siena e l’ocra, come in "Occhio magico-la conoscenza del fuoco" (2010), fino ad arrivare, in un progressivo oscuramento "spazializzato", ad opere dove il nero è il tono dominante, come in "Giardino notturno" (2010), nella quale le bande arancione scandiscono le cadenze con cui si presentano i concentrici, quasi soglie d’inoltramento nello spessore materico-temporale.
Anche le improvvise accensioni cromatiche sono quindi una caratteristica del lavoro dell’artista, ben evidenziata anche nel "Paesaggio immaginario alchemico" (2010), opera cardine della mostra.
Come si è visto, "quella di Floreani è una pittura stratificata. Così come il tempo che, accumulandosi, forma lo spessore imperfetto della storia.
Ognuna delle numerose fasi pittoriche, che l’artista sovrappone in ogni opera, affiora in funzione del processo di selezione, che la mascheratura successiva viene preparando.
È proprio in questo metodo operativo che il Floreani demiurgo segna il ritmo del tempo, tentando di cogliere, in un intensissimo volo creativo, il farsi del tempo presente, rilievo percepibile sulla filigrana della storia.
Ciò che accade sulla superficie del presente, l’ultimo strato della sua pittura, è, poi, l’inanellarsi indefinito dei concentrici, quasi borgesiano Aleph: è l’accesso che ogni maestro concede, per l’avventura nei paesaggi (ancora) immaginari di nuovi modi di esistere nel contemporaneo", come scrive Leonardo Conti.
E "Paesaggi Immaginari" è proprio il titolo della mostra, pensata su misura per gli spazi della galleria PoliArt (com’è da sempre abitudine dell’artista), le cui opere sono state realizzate da Floreani in un’immersione totale nella scheggiata quanto visionaria poesia di Tomaso Kemeny.
Gli oltre 900 versi del poeta transilvano divengono, poi, il cardine del libro della collana Sorvoli, nella quale l’arte, in una reversibilità quasi alchemica, rende al visibile ciò che la poesia potentemente suona.
Al vernissage, questo singolare incontro tra pittura e poesia, in cui si realizza, secondo ogni interpretazione, l’oraziano ut pictura poesis, toccherà il culmine, in una declamazione incrociata del testo tra Kemeny e Floreani, coordinati dalle note della compositrice Paola Samoggia.
Immagine: Flag (Notturno di gennaio), 2010, cm 80,5X61
Inaugurazione lunedì 14 giugno ore 18.30
Galleria PoliArt
viale Gran Sasso, 35 Milano
Orari:
mercoledì e giovedì 16.15-19.30
venerdì e sabato 10.30-13 e 16.15-19.30
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