Complesso del Vittoriano
Roma
via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali)
06 6780664 FAX 06 6780664
WEB
Dal sepolcro al museo
dal 14/6/2010 al 11/9/2010
lun-gio 9.30-18.30, ven-dom 9.30-19.30
06 69202049

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14/6/2010

Dal sepolcro al museo

Complesso del Vittoriano, Roma

Storie di saccheggi e recuperi. Una rassegna delle tipologie sepolcrali in uso, recuperate dal mercato illecito, unitamente ad un nucleo ceramico, proveniente da corredi tombali, recentemente rientrato a far parte del patrimonio artistico nazionale dopo decenni dalla dispersione.


comunicato stampa

Il traffico di opere di interesse archeologico è un fenomeno in costante ascesa che ha assunto negli ultimi anni connotazioni internazionali di allarmanti dimensioni. Il commercio che ne deriva viene alimentato da lobbies economicamente forti che dettano le leggi di mercato e stabiliscono le regole della domanda e dell’offerta. Il sistema si riflette negativamente sui paesi ad alta densità di testimonianze del passato, primo fra tutti l’Italia, dove non c’è area che non testimoni questa millenaria civiltà, distribuita sul territorio in maniera tale da creare un continuum dal nord al sud al punto che, nell’accezione popolare, il nostro Paese viene spesso definito “Museo a cielo aperto”.

Questo patrimonio, “il tesoro degli Italiani”, incalcolabile fonte di ricchezza per il paese, è esposto alla costante emorragia del mercato clandestino, alimentato dai grandi collezionisti – anche d’oltre oceano – e spesso da alcune istituzioni museali straniere, compiacenti quando non addirittura committenti. I predatori dell’arte non si fermano di fronte a nessun ostacolo: scavano interi sepolcreti, saccheggiano contesti arcaici mai censiti, trafugano corredi funerari per far fronte alla domanda di chiunque voglia possedere in fruizione esclusiva un’opera che invece – per la specifica funzione etico-sociale che vi si riconosce – deve appartenere alla collettività, quale bene universale che rappresenta il cammino e la civiltà dell’Umanità.

A presidio del patrimonio storico-archeologico, la Guardia di Finanza interviene e sviluppa le proprie attività di contrasto al fenomeno clandestino attraverso una specifica articolazione del Nucleo Polizia Tributaria Roma, il Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico, deputato alla salvaguardia dei siti a rischio della manomissione ed al monitoraggio del mercato antiquario nazionale con estensione in territorio estero attraverso la mutua assistenza rogatoriale, di concerto con le derivazioni periferiche del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e le Autorità Giudiziarie procedenti (Procure della Repubblica e Avvocatura dello Stato).

In particolare, la Guardia di Finanza, in virtù dei poteri derivatigli in campo economico- finanziario tributario e atteso che l’illecito traffico di manufatti storico-artistici sottende anche reati di evasione fiscale, esplica la propria attività spaziando da controlli di carattere prettamente amministrativo fino a quelli più propriamente aderente ai compiti di tipo finanziario.

Nel solo biennio 2008/2009, il diuturno impegno profuso nel comparto operativo ha consentito il recupero e la restituzione alla fruizione pubblica di 11.258 manufatti di interesse archeologico; il sequestro di 136.873 opere contraffatte e la denuncia di 294 responsabili per violazione di natura penale correlate allo specifico compendio, che rappresentano – in termini percentuale – un incremento di circa il 50 % rispetto al biennio precedente.

Un traguardo raggiunto grazie all’impiego serio ed incondizionato di militari, magistratura, archeologi e restauratori, un vero esercito di professionisti, che con passione, dedizione e sacrificio danno ogni giorno vita al programma di salvaguardia di un patrimonio diffuso, spesso negletto ed esposto a minacce ed aggressioni.

Una sezione della mostra, dal titolo “Post Fata Resurgo. La vita post mortem nell’antichità”, tratterà il tema specifico del rito funerario delle popolazioni italiche ed integrerà una rassegna delle tipologie sepolcrali in uso (dalla cista di tufo ovoide villanoviana fino al sarcofago in marmo di età imperiale), recuperate dal mercato illecito, unitamente ad un nucleo ceramico composito, proveniente da corredo tombale, recentemente rientrato a far parte del patrimonio artistico nazionale dopo decenni dalla dispersione - avvenuta nel corso degli anni ’50 del ‘900 – nelle raccolte e legati collezionistici d’oltreoceano.

Catalogo: Gangemi Editore

Sponsor: Borghi Fine Art, Progress Fineart

Organizzazione generale e comunicazione: COMUNICARE ORGANIZZANDO
Telefono: 06/69202049
E-mail: p.saba@comunicareorganizzando.it

Immagine: Testa ritratto di Agrippina Maggiore

Inaugurazione 15 giugno 2010

Complesso del Vittoriano - Sala Gipsoteca
Orario: dal lunedì al giovedì 9.30/18.30 – venerdì, sabato e domenica 9.30/19.30
Ingresso gratuito

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