Lato
Prato
piazza San Marco, 13
0574 071696 FAX 0574 070041
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Tarik Berber
dal 14/6/2010 al 29/6/2010
lun-ven 9-13 e 15-19, sab 15-19

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Tarik Berber



 
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14/6/2010

Tarik Berber

Lato, Prato

Imago. In mostra una serie di opere dell'artista bosniaco dai forti accenti espressivi, in cui Arte e Vita si intrecciano in maniera inscindibile.


comunicato stampa

Artista bosniaco dai forti accenti espressivi che lavora tra Firenze e Bolzano. E’ uno dei più rappresentativi artisti del “palcoscenico d’Oltrarno”, enclave svagata, popolare e vagamente bohémien, in cui Arte e Vita si intrecciano in maniera inscindibile.

Ha partecipato ultimamente a Milano a “Beauty Farm. La bellezza del corpo tra idealizzazione e ossessione” alla Fondazione Durini, con testo critico di Vera Agosti e un'intervista sulla bellezza a Vittorio Sgarbi.

Certo. Ma bisogna tenere bene in mente che rassicurante o estetizzante è una parola assai relativa per designare l’arte in tempi sospetti ove tutto si compie e viceversa e contemporaneo è solo il gesto nel momento in cui accade.

Disegni “rettiliani”.
Il concetto è oramai noto e rimanda a epoche primarie.
Decifriamo, per chi è estraneo all’argomento, invincibili presentimenti e determinismo implacabile.

Ritratti che ospitano come un destino, e anche una colpa, un mondo interiore arcaico e spirituale, fitto di simboli terribili e altissimi. Segni e disegni pervasi di spiritualità, di naturale veggenza. Lo sguardo è interiore. Si mette in scena fino all’estremo, la stessa faccia della stessa medaglia.

Conosco il pittore ed egli sostanzialmente qui si svaga o piuttosto divaga rispetto all’ordinaria e tormentata emotività da cui è condotto, come se fosse d’un tratto possibile sublimare la ferocia di opposti principi elementari che ribolle molto in profondità nella sua pittura, vita-implosione-amore-tristizia-integrità-follia-riso-caduta-elevazione.

Vi è un’illuminazione, un dolore nelle cose, che appartiene all’essenza della natura e del tempo e tale dolore intreccia nodi emotivi misteriosi e archetipi la cui intensità è di volta in volta infamia o preghiera.

Nulla è del resto e infine quel che è.
E qui la vita sembra colta d’improvviso, come se il soggetto ritratto fosse all’improvviso scoperto. E lasciato lì.
Superfluo aggiungere altro. Lascio, con l’autore, alle vostre personali divagazioni i vostri personali turbamenti.

Alessandro Jommi
(collezionista - di passere d’oltrarno)

Inaugurazione martedì 15 giugno dalle ore 19

Lato
piazza San Marco, 13 Prato
orari: lunedì/venerdì 9-13 - 15-19, sabato 15-19
ingresso libero

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