Studio Gennai
Pisa
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Artisti in bicicletta
dal 16/6/2010 al 31/8/2010
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348 8243760

Segnalato da

Studio Gennai




 
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16/6/2010

Artisti in bicicletta

Studio Gennai, Pisa

Una mostra incentrata sulla passione per la bicicletta. L'esposizione ricorda film e motivi musicali che la celebrano e unisce il lavoro di diversi artisti provenienti da ambiti distinti.


comunicato stampa

opere di:

Paolo Albani, Fernando Andolcetti, Antonio Bobò, Sergio Borrini, Anna Buratta,Carlo Cané, Bruno Cassaglia, Renato Cerisola, Cosimo Cimino, Mario Commone,Marcello Diotallevi, Beatrice Donin, Delio Gennai, Elisabetta Gut, Alessandro Lapperier,Leona K., Carlo Alberto Longaretti, Ruggiero Maggi, Mauro Manfredi, Nadia Nava,Giuseppe Pellegrino, Daniele Sanguinetti, Rosemarie Sansonetti, Danilo Sergianpietri, Vittorio Sopracase, Alberto Sordi, Marie Laure Van Hissenhoven.

All I wanna do is / Bicycle bicycle bicycle / Bicycle races are coming your way (Tutto ciò che voglio fare è bici bici bici / Corse di bicicletta stanno venendo verso di te): se ogni mostra potesse avere la sua colonna sonora, per Artisti in bicicletta sarebbe perfetto l’incipit di Bycicle race (1978) dei Queen. La strofa successiva: So forget all your duties oh yeah! / Fat bottomed girls / They'll be riding today (Quindi dimentica tutti i tuoi doveri, oh sì! / Ragazze dal culo grosso / Correranno oggi) è il sottofondo ideale per Sport e divertimenti di Mauro Manfredi, che non si prendeva mai troppo sul serio.

Altri artisti, come Fernando Andolcetti in Sull’uso del pedale (lui e lei in camporella in bici fra notazioni musicali), o Giuseppe Pellegrino in La bicicletta è il miglior amico dell’uomo (lei seduta sulla canna e portata da Paul Newman) scelgono atmosfere rétro, come quelle di Bellezze in bicicletta (Trio Darling, 1951) colonna sonora del film omonimo, non memorabile: Ma dove vai bellezza in bicicletta, / così di fretta pedalando con ardor. / Le gambe snelle, tornite e belle, / m'hanno già messo la passione dentro al cuor. Atmosfere vintage sono evocate anche da Modello turbo di Sergio Borrini (sembra di sentirlo il rumore della cartolina tenuta dalla molletta fra i raggi), delle biciclette tristi e abbandonate di Roberto Buratta e di Beatrice Donin (Omaggio a Loris Cecchini), della bici fra le nuvole di Rosemarie Sansonetti, della 365 giorni.. di Alberto Sordi, gara contro il tempo sotto i portici.

Di segno opposto il film di riferimento, in questo caso è adatto Ladri di biciclette (Vittorio De Sica, 1948). Gira producendo un sottile ronzio la Bicycle Wheel (Ruota di bicicletta) di Marcel Duchamp (1913), probabilmente il primo ready-made della storia dell’arte, cui hanno reso omaggio Danilo Sergiampietri con Giro del mondo (innumerevoli ruote di bicicletta d’après Duchamp su una sfera) e Nadia Nava con Ready ready made (un equilibrista in bilico sulla ruota di Duchamp).

Non mancano i libri d’artista, silenziosissimi, visto che non si possono neanche sfogliare: Sulla quadratura del cerchio di Paolo Albani, in Teoria e storia a cura di Leva Raccordi in Sella, ed. Pedivelle, e Vecchia bicicletta nuova di Lamberto Pignotti, un omaggio al futurista Primo Conti. Per la colonna sonora si rimanda a Paolo Conte (2008): Una bella bici che va / silenziosa velocità / sopra le distanze, le lontananze starà/…/ una bella bici che va / roteante fluidità / bici futurista, bici d’artista sarà (forse si riferisce ad Futuriste in bicicletta della mail artista Anna Boschi?) /…/ una bici non si ama, / si lubrifica, si modifica / una bici si declama / come una poesia per volare via.

Sono poesie visive il raffinato Haiku per bicicletta di Bruno Cassaglia (i fili d’erba non hanno più lacrime per la rugiada…), l’intreccio Carrefour di Renato Cerisola, la scrittura araba che diventa bici di Delio Gennai, l’anagramma Bycicle di Elisabetta Gut, con la Y a far da telaio, Linea 5 fermata Eddy Merxx di Marie Laure Von Hissenhoven, presa dalla strada, Stress (S3SS) di Marcello Diotallevi (la poesia visiva inizia ad attingere dagli SMS) e Un giro con Galileo di Carlo Canè, che ne cita le immagini. Intanto, di sottofondo, Paolo Conte continua a cantare una bella bici che va / roteante fluidità / sagoma dinamica e geometrica avrà, come lo studio di funzione di Ruggero Maggi e L’assenza del ciclista di Mario Commone, mai visto niente di così tecnologico, ma il ciclista che fine ha fatto?

La bicicletta è una scelta ecologica ricorrente: oltre che in Bicycle song dei Red Hot Chili Peppers o Bike dei Pink Floyd,ha ispirato il progetto scartato Ipotesi n. 115 Aria pulita di Carlo Alberto Longaretti eThe right way di Daniele Sanguinetti, sintetico ed efficace. Due casi a sé: Sotto l’obiettivo di Cosimo Cimino: tutti fotografano il ciclista, costruito con le lattine, chissà cosa contenevano…, e Pedalare di Antonio Bobò, simmetrico speculare ed enigmatico. Non manca la pittura, nel girotondo di Biciclette di Alessandro Lapperier, nella scomposizione della Milano-Sanremo 2010 di Leona K e in Prendi la bicicletta e vai di Vittorio Sopracase, l’unico artista di questa rassegna davvero e sempre in bicicletta.

Mara Borzone

La mostra sarà visibile per tutta l'estate, telefonando a Delio Gennai 348 8243760

Inaugurazione giovedì 17 giugno 2010, ore 18

Studio Gennai Arte Contemporanea
Via San Bernardo 6, Pisa
Orari: su appuntamento
Ingresso libero

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