Ufficio stampa Fondazione Capri
La mostra, in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, raccoglie la riflessione piu' profonda e piu' recente dell'artista, nella quale due grandi temi si intrecciano: la visione del mare come luogo del vuoto, dell'assenza di paesaggio, del silenzio e la persistenza del passato nel presente, attraverso la rappresentazione di frammenti di corpi e di volti di sculture della classicita', resti dell'antica civilta' del Mediterraneo che il mare stesso si e' incaricato di conservare e restituire. A cura di Roberta Valtorta.
a cura di Roberta Valtorta
La Fondazione Capri per il secondo anno organizza una mostra dedicata ai grandi artisti della fotografia. Mimmo Jodice (Napoli, 1934) è uno dei maestri della fotografia italiana contemporanea, la cui opera è riconosciuta a livello internazionale. Dalle prime sperimentazioni sui codici, le tecniche, i concetti della fotografia, alle indagini sui mali sociali di Napoli e del Sud dell’Italia. Dal lungo lavoro sulla complessità del paesaggio contemporaneo e sulle grandi città di molte parti del mondo, all’approfondimento del tema dell’archeologia, dell’arte antica, della cultura del Mediterraneo, fino alla narrazione del mare come luogo assoluto, la sua opera vasta e intensa attraversa più di quattro decenni.
Questa mostra, in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo raccoglie la riflessione più profonda e più recente dell’artista, nella quale due grandi temi si intrecciano: la visione del mare come luogo del vuoto, dell’assenza di paesaggio, del silenzio, della sospensione temporale come risposta al caos della vita contemporanea; la persistenza del passato nel presente, attraverso la rappresentazione di frammenti di corpi e di volti di sculture della classicità, resti dell’antica civiltà del Mediterraneo che il mare stesso si è incaricato di conservare, rimodellare e infine restituirci. Il Mediterraneo, ventre e laboratorio di storia e di cultura, è per Jodice un luogo sentimentale e mentale che gli permette di portare a piena espressione, nella stagione della maturità, la coincidenza tra immagine ed emozione che aveva caratterizzato le irrequiete ricerche dei suoi esordi.
Il titolo della mostra, Figure del mare, indica non solo la plasticità di questi antichi volti e corpi restituiti dall’acqua, ma anche il mare stesso come vera e propria figura che appartiene profondamente al pensiero e alla visionarietà di Jodice, artista lontano da un’idea di fotografia come strumento descrittivo e documentario e invece da sempre sostenitore di un tipo di immagine carica di memoria, ricca delle molte forme dell’arte, orientata verso un sentimento metafisico della realtà visibile.
Mimmo Jodice
Durante gli anni sessanta il fotografo conduce ricerche di tipo antropologico su molti temi: dalle feste e i rituali religiosi del mondo popolare del sud ai problemi della sanità e della malattia mentale, dalla scuola alla reclusione, dal lavoro all'emarginazione sociale nella grande periferia napoletana. La sua fotografia sociale non si colloca però nel quadro del reportage tradizionale. L'attenzione di Jodice si rivolge più allo scenario che all'azione, più alla maschera e al gesto che all'evento in corso in quanto tale e più che raccontare punta a organizzare il campo visivo e a studiare il valore simbolico della luce e degli spazi nei quali si muovono le figure.
Fotografo di avanguardia fin dagli anni Sessanta, attento alle sperimentazioni e alle possibilità espressive del linguaggio fotografico, è stato protagonista instancabile nel dibattito culturale che ha portato alla crescita e successivamente all’affermazione della fotografia italiana anche in campo internazionale.
Negli anni settanta la fotografia diventa strumento essenziale per il suo impegno sociale, denuncia e creatività, sono i suoi due punti fermi.
Negli anni ottanta le figure e le storie degli uomini escono di scena e nelle fotografie resta soltanto la città vuota, come metafisico contenitore, il paesaggio diventa memoria e sogno. Verso gli anni novanta il suo lavoro si orienta verso uno studio approfondito delle impronte del passato sul presente e delle radici lontane della cultura mediterranea. Il presente diventa spessore di cose passate, il paesaggio diviene luogo della memoria e tutto il suo lavoro acquista il significato di una ricerca delle origini.
Nel 1970, a Milano la sua prima mostra importante, NUDI DENTRO CARTELLE ERMETICHE alla Galleria ill Diaframma, con una presentazione di Cesare Zavattini. Nel 1980 pubblica VEDUTE DI NAPOLI che segna una svolta nel suo linguaggio e contribuisce a fornire una nuova visione del paesaggio urbano e dell’architettura. Nel 1981 partecipa alla mostra EXPRESSION OF HUMAN CONDITION, curata da Van Deren Coke, al San Francisco Museum of Art con Diana Arbus, Larry Clark, William Klein, Lisette Model. Nel 1985 inizia una lunga e approfondita ricerca sul mito del Mediterraneo. Il risultato è il libro MEDITERRANEO, pubblicato da Aperture, New York, e una mostra al Philadelphia Museum of Art, a Philadelphia.
Da molti anni è presente nel panorama internazionale dell’arte con numerose mostre e pubblicazioni, collaborando, inoltre, attivamente con istituzioni culturali e universitarie con stage e corsi di specializzazione. Nel 2001 la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino gli ha dedicato una grande retrospettiva, con catalogo curato da Piergiovanni Castagnoli. Nel 2003 l’Accademia dei Lincei gli ha conferito il prestigioso premio ‘Antonio Feltrinelli’ per la prima volta dato alla Fotografia. Sempre nel 2003 il suo nome è stato inserito nell’Enciclopedia Treccani. Nel 2006 l’Università degli Studi Federico II di Napoli gli conferisce la Laurea Honoris Causa in Architettura.
Sue mostre personali sono state presentate nei seguenti Musei: Philadelphia Museum of Art, 1995; Kunstmuseum Dusseldorf, 1996; Maison Européenne de la Photographie, Parigi 1998 e 2010; Palazzo Ducale di Mantova, 1998; Museo di Capodimonte, Napoli 1998; The Cleveland Museum of Art, Cleveland 1999; Galleria Nazionale di Arte Moderna, Roma 2000; Castello di Rivoli, Torino 2000; Galleria d'Arte Moderna, Torino 2000; MassArt, Boston 2001; Wakayama, Museum of Modern Art, Japan 2004, The Museum of Photography, Mosca 2004; MASP - Museu de Arte de São Paulo 2004; MART - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto 2004; Galleria d’Arte Moderna, Bologna 2006; Palazzo delle Esposizioni, Roma 2010.
Roberta Valtorta (Milano, 1952), storico e critico della fotografia, è direttore scientifico del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo-Milano. Si occupa di fotografia dal 1976. Ha tenuto corsi universitari a Udine, Roma, Milano e dal 1984 insegna Storia e Teoria della Fotografia presso il CFP Riccardo Bauer di Milano-ex Umanitaria. Studia la fotografia come forma di ricerca artistica, strumento di lettura del paesaggio contemporaneo, bene culturale. Ha curato molte mostre e pubblicato molti saggi teorici e storici. Tra i più recenti: 1987-1997 Archivio dello spazio (con A. Sacconi), 1997; Pagine di fotografia italiana, 1900-1998, 1998; La catalogazione della fotografia/La documentazione fotografica dei beni culturali (con G. Guerci ed E. Minervini), 2003; E’ contemporanea la fotografia?, 2004; Racconti dal paesaggio. 1984-2004 A vent’anni da Viaggio in Italia, 2004; Volti della fotografia. Scritti sulle trasformazioni di un’arte contemporanea, 2005; Alterazioni. Le materie della fotografia tra analogico e digitale, 2006; Il pensiero dei fotografi. Un percorso nella storia della fotografia dalle origini a oggi, 2008; Fotografia e committenza pubblica. Esperienze storiche e contemporanee, Lupetti, Milano 2009.
La mostra è organizzata da: Fondazione Capri
in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo-Milano
Con il contributo di: Comunità Europea POR FESR OB. 1.12
Regione Campania
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Città di Capri
Comune di Anacapri
Ufficio stampa Fondazione Capri
press@fondazione capri.org
Inaugurazione Sabato 10 Luglio, ore 18
Certosa di San Giacomo, Stanze del Priore
viale Matteotti, Capri
Orario: da martedì a domenica dalle 17-20
ingresso libero