Museo delle Statue Stele lunigianesi - Castello del Piagnaro
Pontremoli (MS)
via Sdrucciolo del Castello
0187 831439
WEB
Monica Michelotti
dal 2/7/2010 al 24/7/2010
mar-dom 9-12.30 e 15-18

Segnalato da

Monica Michelotti




 
calendario eventi  :: 




2/7/2010

Monica Michelotti

Museo delle Statue Stele lunigianesi - Castello del Piagnaro, Pontremoli (MS)

In mostra le sculture dell'artista che introducono ad una particolare biblioteca i cui libri si aprono come dittici e offrono a chi guarda trame di racconti plastici e pittorici, inserti di scrittura, tessuti musicali.


comunicato stampa

a cura di Giovanna Riu

Le sculture di Monica Michelotti introducono ad una particolare biblioteca i cui libri, in esatta forma anatomica, si aprono come dittici che sulla prima pagina e sulla quarta di copertina, offrono a chi guarda trame di racconti plastici e pittorici, inserti di scrittura, tessuti musicali, percorsi di fili.

Sono sagome ritagliate nel plexiglas che evoca leggerezza, trasparenza, una specie di “spiritualità”
fisica, intrinseca. Funzionano come porte protettive di altre narrazioni che si intravedono all'interno, se si incomincia a sfogliare. L'apertura è a dimensione variabile, non solo dal punto di vista meccanico. Dipende dalla disponibilità al coinvolgimento, allo scambio, dipende dalla “cortesia del cuore”.

“Se si legge bene si viene letti da ciò che leggiamo.”
Sulla pelle dell'opera, dentro e fuori, si succedono immagini musive su tessere di carta, ma è lo spazio che intercorre tra i due fogli a diventare protagonista. Lì vanno ad abitare le metamorfosi: fantasie, bisogni, ricordi, dubbi. Va ad abitare la nostalgia che rende più soli e fa pensare il tempo.

Ci avviciniamo alle sculture, volti maschili e femminili, busti, mani, piedi, un orecchio, la bocca, corpi-fantasma delle statue-stele lunigianesi.

Disegno in silhouette, rigorosa bidimensionalità.

Sono figure- messaggio, richiamano l'immagine di riferimento senza la mediazione delle parole, evocano liberamente sensazioni e comportamenti legati all'esperienza concreta che ognuno ha dell'oggetto reale. Il corpo ed ogni sua parte, aldilà della scrittura e delle parole, è un'entità significante carica di metafore, allusioni, simboli. La gestualità ed il mutamento di fisionomia possono essere letti e interpretati come libri.

Ma il disegno, anche rigoroso, non basta all'artista, è necessario che il pensiero lo rivesta e che, infine, emerga il suo stile.
Per Monica Michelotti è importante raccordare immagini, parole, colori, materie, stabilire relazioni di senso tra ritmo visivo, ritmo costruttivo, ritmo sonoro, ritmo esistenziale: integrare arti diverse, misurarsi attraverso molteplici identità espressive.
Afferma che la creatività, frequentata con metodo, cresce su se stessa.

Vive l'attualità artistica del suo tempo nel quale la specificità dei linguaggi e gli sconfinamenti si mescolano. Si muove in quell'area fluida di orizzonte tra poesia e pittura, con citazioni arbitrarie dal lettering costruttivista.
Ha una propensione per la fisicità tattile. Incollare una carta sopra un'altra o vicino, cambiare la texture e lo spessore, legare e tramare con i fili: illudere la terza dimensione, certamente non quella della prospettiva classica.

Si avverte l'attitudine a usare la superficie come epidermide su cui scrivere, incidere, segnare.

Nelle sue opere, difficilmente definibili: sculture istoriate, assemblaggi polimaterici, installazioni ambientali trasparenti, ciò che conta è il livello di sorpresa provocato, la felice fusione tra edonismo e concettualità, infine, il viaggio di conoscenza espresso da ciascuna.

Il rimando è proprio alla conoscenza. Nei mosaici bizantini Dio stringe in mano il libro della vita; la Bibbia, testo sacro per eccellenza, prende il suo nome dal suo essere libro.
Cosa racchiudono gli Human Book dell'artista?
Il diario delle sue inquietudini e delle sue bellezze. Il segno dell'amore in quel disegno di cuore replicato e, talvolta, impedito da una gabbia di rete.

Entriamo nei libri-volto, mosaici diversi di scritture, lettere adesive, numeri, la testa come luogo del suono musicale, il silenzio che è complementare. Un tutto pieno.

Nei volti a specchio, c'è, invece, un tutto vuoto. Un disegno di maschera replica se stesso, perso in un labirinto di rimandi di immagine. Si tratta, forse, del dubbio, di autocoscienza; riflette la funzione comunicativa dell'arte o l'ambiguità tra vero e falso.
Entriamo all'interno del libro-corpo, come nelle scatole cinesi, occhi obliqui di divinità orientali parlano di altre metafisiche...
In “Avanzi-amo con ritmo”, i piedi esprimono la loro gioia sonora nel movimento della danza. L'armonia della forma suggerisce quella del suono.

Nel libro-stele si compie un viaggio nel tempo, la storia viene presentizzata, la memoria si materializza, si racconta di una gravidanza gemellare. Il riferimento biografico è evidente.

Da tutte le sculture traspare, in filigrana, un intento narrativo, con frammenti, disegni, scritte, colori giocati tra il bianco, il nero, il rosso. Affiorano diversi temi di lettura, a volte emblematici, in particolare da quelle ridotte a forma nuda e segno inciso, perché .”..Non tutto si può dire, il prevalere della parola può uccidere il senso. Lo sanno i poeti.”

Si possono avvertire i molteplici approdi ai luoghi ed ai linguaggi della sua ricerca: dalla pittura alla scultura, dal segno all'oggetto, dall'immagine piana al dominio dello spazio.
Libri come affermazione della propria esistenza. Fare, creare, in un gioco di intelligenza che tocca lo stato di grazia.
Giovanna Riu

Inaugurazione sabato 3 luglio 2010, ore 17

Castello del Piagnaro
Sdrucciolo del Castello, Pontremoli (MS)
Orari. da martedì a domenica 9-12.30 e 15-18
Ingresso libero

IN ARCHIVIO [3]
Sabrina Tacci
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