La stagione imperfetta. Nelle inquadrature di Battaglia si susseguono paesaggi montani, marini, fiori, alberi: il minimo comune denominatore e' sempre una delicata poetica del particolare, che porta l'autore a porre fuori fuoco parte dell'immagine.
Fate allora che ciascuna stagione racchiuda tutte le altre, e il presente abbracci il passato con il ricordo ed il futuro con l'attesa.
Khalil GIBRAN
La Galleria Fotografica Luigi Ghirri di Caltagirone CT, nel presentare questa nuova mostra al Museo archeologico di Gela conferma, ancora una volta, la sua attitudine culturale – una sorta di missione laica – che da parecchie stagioni la vede impegnata a promuovere la cultura, con una particolare attenzione per quella fotografica. Le stagioni e il cammino della Galleria Ghirri, in qualche modo, oggi si specchiano nel “fuoco” delle immagini di Nunzio BATTAGLIA fotografo per il quale il viaggio, il paesaggio e le stagioni – che nel paesaggio tracciano trame evocative – ne qualificano parte della sua ricerca.
Stagioni segnano la vita dell’uomo e della terra che lo ospita. Stagioni segnano i cuori degli uomini determinandone, per imperscrutabili geometrie e moti astrali, una sorta di periodica messa a fuoco delle esistenze: momenti di straordinaria lucidità e chiarezza si avvicendano a notti della ragione nelle quali anche gli animi più indomiti si abbattono come fuscelli e, nonostante tutto, pare prevalere un anelito di chiarezza – quasi una pulsazione della nostra fisiologica funzione visiva – che ci porta a mettere a fuoco parte del nostro campo visivo, là dove probabilmente si celano le fonti del nostro pensiero.
E se BATTAGLIA taglia il globo con le traiettorie dei suoi obiettivi fotografici, la Galleria Ghirri focalizza sempre più la sua decennale attività sul valore dell’esperienza visiva che ogni buona fotografia contribuisce ad implementare e se, ancora una volta, ci si ritrova nell’ampio volume del Museo archeologico, sull’Acropoli di Gela, probabilmente non abbiamo ancora concluso la nostra messa a fuoco interiore.
Sebastiano FAVITTA, Attilio GERBINO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI
Nella profondità dell'inverno, ho imparato alla fine che dentro di me c'è un'estate invincibile.
Albert CAMUS
Caltagirone, luglio 2010
Nunzio BATTAGLIA
Nasce nel 1958 in Sicilia. Si laurea in Architettura a Palermo e si avvicina alla fotografia. Si stabilisce a Milano dove approfondisce i temi dell’espressione artistica e della fotografia. Dal 1993 si dedica completamente alla fotografia, compiendo viaggi nel bacino del Mediterraneo e studi sulle metamorfosi spaziali di importanti metropoli d’Europa. Suoi lavori sono stati acquisiti da strutture universitarie e collezioni pubbliche: CSAC di Parma, CCE di Montreal, Pinacoteca Provinciale di Bari, DISPA di Palermo, MAXXI di Roma, Alinari 24 ORE.
Nel 2003 partecipa alla consultazione a inviti Atlante Italiano 003, organizzata da Direzione Generale per l’architettura e l’arte contemporanee e Ministero per i Beni e le Attività Culturali segnalandosi con il terzo premio. Compie il secondo viaggio americano confrontandosi con il tema dei parchi e l’attuale percezione della Wilderness. Viaggia in Tibet e Nepal (2004), concentrandosi sulla natura spirituale dello spazio, in Cina e Yunnan (2005-06) affrontando il tema delle grandi trasformazioni di paesaggio e culture. Nel 2007, è professore a contratto presso la Facoltà di Architettura di Palermo per il modulo di “Paesaggio e Fotografia”. Approfondisce la sua ricerca in Oriente con un viaggio in Giappone (2007) e in India (2008). Lavora a Losing photography, un progetto di prossima pubblicazione, a Seasons, un percorso tra paesaggio interiore e rappresentazione del tempo che prosegue nel 2010 con “EARTH AND HEART”.
“Elogio dell’imperfezione”: le infinite e inDefinite suggestioni di Nunzio Battaglia
Se tutto ciò che cerco nasconde un movimento
Quale destinazione può incontrarci
Se in tutto ciò che inquadro il senso è già sfocato
Qual è l'angolazione per fissarci
SUBSONICA, Strade, 1997
''Una rosa è una rosa è una rosa.''
Gertrude STEIN, Sacred Emily, in Geography and Plays, 1922
“La stagione imperfetta” di Nunzio BATTAGLIA ci presenta una galleria di immagini colte nel paesaggio naturale.
Fa parte del quotidiano muoversi e vivere all’interno di un ambiente, però i più – i meno sensibili – restano incapaci di cogliere gli invisibili segnali che la Natura invia a chi è in grado di captarli, interiorizzarli o addirittura, come nel caso di BATTAGLIA, rielaborarli.
“Una rosa è una rosa è una rosa”, scriveva Gertrude STEIN, quasi a ricordarci che qualsiasi elemento, anche il più semplice, può far scaturire nel nostro immaginario una catena di assonanze, emozioni, immagini. Sempre meno disponibili a soffermarci su ciò che di bello ci sta intorno, nel nostro frenetico vorticare, immemori dei più elementari valori, perdiamo di vista la bellezza che la Terra ci offre, inseguendo alternative artificiali.
Nunzio BATTAGLIA insegue le stagioni, cambia latitudine, altitudine. Nelle sue inquadrature si susseguono paesaggi montani, marini, fiori, alberi: il minimo comune denominatore è sempre una delicata poetica del particolare, che porta l’Autore a porre fuori fuoco parte dell’immagine. Solitamente sono i dettagli secondari a essere sfocati, ma proviamo a ribaltare questo assunto e consideriamo “La stagione imperfetta” come la celebrazione di ciò che si presenta al nostro occhio attraverso contorni sfumati, avvolto dalla nebbia.
Nascondi le cose lontane,
tu nebbia impalpabile e scialba,
tu fumo che ancora rampolli,
su l'alba,
da' lampi notturni e da' crolli
d'aeree frane!
Nascondi le cose lontane,
nascondimi quello ch'è morto!
Giovanni PASCOLI, Nebbia, in Canti di Castelvecchio, 1903
Come la nebbia in PASCOLI rappresenta un simbolico paravento dietro al quale celare i ricordi e la consapevolezza della morte, così la distorsione attraverso cui BATTAGLIA rappresenta i suoi soggetti ci riporta alla caducità della nostra esistenza: la vita stessa è imperfetta, perché al suo compimento ci attende la morte, che ne è la negazione.
Se dapprima il nostro occhio è portato a concentrarsi sul fuoco delle fotografie, inevitabilmente lo sguardo si sposta verso i contorni che si fanno vaghi, indefiniti, filtrati dalla mancanza di messa a fuoco. E proprio in questa dimensione diveniamo consapevoli del prima e del dopo, di ciò che era e di ciò che sarà, trascorso quell’attimo fuggente che é il nostro ora. Ecco che l’immagine si trasforma e può trasfigurarsi nel testimone di un mondo in divenire, o esserne la memoria.
Leggendo la biografia di Nunzio BATTAGLIA, sorprende il parallelismo con il suo conterraneo Salvatore QUASIMODO: entrambi nati in Sicilia, entrambi la vita ha portato a Milano. E mentre osserviamo le fotografie oggi in mostra, come una suggestione torna nella nostra mente l’eco di antichi versi, cui l’artista pare aver dato plasticità iconografica, e che grazie a lui prendono nuova vita
Desiderio delle tue mani chiare
nella penombra della fiamma:
sapevano di rovere e di rose;
di morte. Antico inverno.
Cercavano il miglio gli uccelli
ed erano subito di neve;
così le parole.
Un po' di sole, una raggera d'angelo,
e poi la nebbia; e gli alberi,
e noi fatti d'aria al mattino.
Salvatore QUASIMODO, Antico inverno, in Acque e Terra, 1930
Scriveva nel 1888 Anton CECHOV “Chi conosce la scienza sente che un pezzo di musica e un albero hanno qualcosa in comune, che l’uno e l’altro sono legati da leggi ugualmente logiche e semplici”. Consapevole di ciò e grazie al proprio talento artistico, Nunzio BATTAGLIA aggiunge un tassello alla metafisica del paesaggio, dandoci la possibilità di infinite rielaborazioni sul senso del nostro esistere.
Marina BENEDETTO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI
Savona, luglio 2010
Inaugurazione 14 luglio ore 20
Museo Archeologico
corso Vittorio Emanuele, 1 - Gela (CL)
Orari ingresso : Tutti i giorni dalle 9,00 a un'ora prima del tramonto, ultimo Lunedì del mese chiuso
Ingresso: intero 3,00 €, ridotto 1,50 €