La figura umana e' vista simbolicamente come attratta dalla luce e dal suo riverbero nel quotidiano o nell'irreale. Nei suoi dipinti le soluzioni prospettiche sono imprevedibili e i colori brillanti sembrano emergere dal paesaggio selvaggio e dai mille riflessi dell'acqua.
Si inaugura domenica 18 luglio, alle ore 17,30, presso il museo civico Villa Coppetti, la mostra Giovanni Battista De Andreis a cura di Sandro Franconi, Riccardo Ceccarelli e Gualtiero De Santi.
L’evento si presenta come ideale prosecuzione delle esposizioni – sulle arti visive nel 2009 - delle opere pittoriche di Cesare Zavattini e delle calcografie di Athos Sanchini. Tutto ciò ha come filo conduttore l’osservazione del paesaggio e della realtà filtrati dall’espressione artistica. Del resto Giovanni Battista De Andreis, pittore, incisore e scultore dell'avanguardia milanese, utilizza il linguaggio visivo come espressione diretta del profondo.
Giovanni Battista De Andreis focalizza l’attenzione sulla rappresentazione precisa e solare “che ne coglie con i colori volumi e prospettive quali a farli diventare luoghi surreali o metafisici”. “De Andreis è imprevedibile anche nelle soluzioni prospettiche, quasi a volere riequilibrare e rimodulare spazi e figure in dimensioni nuove e in soluzioni impersonali” (dice Riccardo Ceccarelli). Questo avviene con oli brillanti che sembrano emergere dal paesaggio selvaggio e dai mille riflessi dell’acqua, specchio malinconico dell’anima.
La figura umana, invece, è vista simbolicamente come attratta ed ammaliata dalla luce e del suo riverbero nel quotidiano o dall’irreale o di verità al negativo tanto da apparire trasparente e drammatica, commovente e accanitamente aperta sulla nostra attualità.
Colori ed immagini, di cui fa impiego, si presentano quasi tangibili a chi osserva. Una vita, tuttavia, per inseguire e per comprendere non soltanto l’evoluzione, ma anche il determinarsi della sua arte dove il corpo è “ingaggiato” per creare delle figure. Il pittore ligure appare dotato di un sicuro gusto per la “costruzione” dell’immagine, ovvero per un’attenta rielaborazione dei dati offerti dalla realtà fenomenica fino a raggiungere una completa autonomia dell’immagine dipinta. I punti di riferimento in questa operazione sono quelli della grande tradizione “realista” europea, attentamente studiata.
Pittore, scultore, incisore, scrittore, De Andreis ha tenuto la prima personale a Imperia nel 1954, all’età di sedici anni. Allievo privilegiato di Emilio Scanavino al Liceo Artistico Nicolò Barabino di Genova, appena diplomato si trasferisce a Milano, dove conosce e frequenta i protagonisti dell’avanguardia milanese di quegli anni, tra cui Lucio Fontana e il gruppo “spaziale”. A Cervo, una giuria composta da Felice Casorati e Francesco Menzio gli assegna il Premio Pennello d’oro 1956. A partire da allora lo studio della pittura classica, soprattutto barocca, accende irreali cromatismi in opere personali e di forte intensità, tese a ritrattare il dualismo astrazione-figurazione.
De Andreis ha vissuto fino al 1985 a Milano, poi per circa 10 anni in Liguria, e tuttora, da 15 anni, ad Agugliano nelle Marche, dove vive con la moglie Stefania Massaccesi. Ha condiviso amicizia e creatività di protagonisti quali Salvatore Fiume, Maurice Henry, Luciano Berio, Gastòn Orellana, Federico Zeri, Karl Plattner, Roberto Garcia York, Ibrahim Kodra, Renato Carosone, Roberto Zamperini, Bepy Tay, Arturo Carmassi, Gilberto Cavicchioli, Ennio Calabria, Gabriele Mucchi, Franz Borghese, Ernesto Treccani, Domenico Purificato, Elio Galasso, Vanni Viviani, Piero Leddi, Davide Lajolo.
Di lui è stato scritto:
Da una amorosa lotta fra il rosso e il verde nascono intense, pallide, sensibili creature e nasce tutta un’aria al tempo stesso misteriosa, magica e naturale (Leonardo Borgese 1968)
I rossi e i rosa dei corpi fanno magnifico contrasto con gli sfondi verdi profondi, intricati, opulenti. Sogni d’oriente dipinti da un nordico che ha un indubbio temperamento e un suo mondo originale (Dino Buzzati 1968).
Catalogo: Giovanni Battista De Andreis.
Note critiche di Riccardo Ceccarelli e di Gualtiero De Santi.
Ufficio Stampa: Andrea Carnevali
Cell. 338.4310978 – andreacarnevali@alice.it
Inaugurazione domenica 18 luglio alle ore 17,30
Museo civico Villa Coppetti
piazza S. Marco, 15 - Castelbellino (AN)
Orario: 17,30-19,30 (tutti i giorni).