MIMAC Museo Internazionale Mariano d'Arte Contemporanea
Alessano (LE)
piazza Don Tonino Bello, 42
0833 781334 FAX 0833 781334
WEB
Bruno Fael
dal 6/8/2010 al 9/8/2011
tutti i giorni 9-19

Segnalato da

Carlo Franza



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Bruno Fael
Carlo Franza



 
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6/8/2010

Bruno Fael

MIMAC Museo Internazionale Mariano d'Arte Contemporanea, Alessano (LE)

L'albero della pace. Una scultura monumentale per Alessano. Parte del progetto artistico biennale 'Gli splendoti del tempo', a cura di Carlo Franza, l'opera e' un palmizio in cristallo variegato, alto due metri e mezzo.


comunicato stampa

Ha preso il via, all’interno dello storico museo “MIMAC” (Museo Internazionale Mariano d'Arte Contemporanea) della Fondazione Don Tonino Bello di Alessano-Lecce, il nuovo progetto dal titolo “GLI SPLENDORI DEL TEMPIO”, un percorso artistico internazionale, di durata biennale, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte di piano internazionale Prof. Carlo Franza., direttore dello stesso MIMAC. Questo evento dal titolo “L'Albero della Pace” è il quarto del nuovo percorso, e si impone come ulteriore gradino di un progetto più ampio che vedrà la la collocazione in territorio alessanese di sculture monumentali, veri fuochi di bellezza accesa per Tonino Bello, in quanto è desiderio del curatore proporre sia nomi di rilievo dell’arte contemporanea, italiani e stranieri, che rassegne visibilmente accompagnatrici delle “notti insonni” di Don Tonino.

La mostra evento oltre che essere dedicata a don Tonino Bello, padre dei buoni e dei giusti, rientra nella serie di quattro appuntamenti dell'estate culturale alessanese 2010, voluti dal Mimac e dalla Fondazione che ne porta il nome nel diciassettesimo anniversario della morte dell'insigne vescovo italiano. L’evento è curato dall’illustre Storico dell’Arte di fama internazionale, Prof. Carlo Franza, che firma anche il testo in catalogo dal titolo “L'Albero della Pace” per l'inaugurazione e la collocazione dell'opera in cristallo del maestro italiano Bruno Fael, che appare oggi agli occhi della critica internazionale come una delle figure più innovative, interessanti e vitali, della nuova arte italiana contemporanea. La collocazione e l'inaugurazione della scultura nelle vicinanze della tomba nella cittadina che ha dato i natali al Servo di Dio, è metafora forte del messaggio nuovo e trepidante di Tonino Bello ( “che la Pasqua porti via il macigno della solitudine da tutti i cuori” - Tonino Bello), seminatore di pace, ma anche testimone della parola e della bellezza.

Scrive Carlo Franza nel testo: “ L'arte di Bruno Fael certificata negli anni dal vistoso assenso critico di colleghi storici dell'arte di chiara fama come Pierre Restany - che ha curato anche una poderosa monografia - e Frederic Altmann, si è innervata con distintiva spettacolarità in un codice stilistico di nuove geometrie radicate nel grande filone dell'avanguardia moderna e postmoderna. Oltre centocinquanta mostre personali in tutto il mondo documentano l'impegno nella creatività sempre nuova e sempre diversa, visionata al Consolato italiano di Lugano, al Museo Sant'Apollonia di Venezia, all'Ain Soukhna e First Mall del Cairo in Egitto, alla Fondazione delle Stelline di Milano.

Noi stessi che da decenni abbiamo seguito il suo lavoro presentando anche una grande antologica a Milano nella Rotonda della Besana avevamo intuito il suo sicuro coinvolgimento nei sentieri dell'arte presente, dando maggior forza al suo rapporto con la storia estetica contemporanea, per la singolare iconicità creativa che via via si è portata a maturazione postcubista, fino alla lettura di un mondo descritto con forme e colori di sorprendente poesia, di smagata perizia, di avvolgente elettricità. Bruno Fael come pochissimi e grandi altri artisti italiani ha trovato un suo stilema capace di ridare energia a quell'international style che semplifica, riduce, assembla e movimenta un mondo che sottilmente rivive un'intenzionalità pop, come gioco della mente e del cuore.

Con quanta passione, sentimento, forza, coraggio, Fael porta avanti il suo lavoro, è poca cosa dirlo, le parole non basterebbero a significare i semi suoi dell'arte cresciuti a dismisura e dispersi ormai nell'intero mondo. Basterebbe pensare alle sculture monumentali che sono state collocate in Egitto e in Kenia, alla loro forza germinativa, alla loro futurista lettura di forme, inseguendo quel lavoro iniziato da Balla e Boccioni;sculture monumentali ,spettacolari alberi e palmizi alti fino a dieci metri,realizzati in cristallo nei toni variegati,compresi taluni esemplari monocromi.

La sua non è stata mai un'arte fredda, ma partecipativa e colorata, vitale e interiore. Ed è proprio da questo dato ultimo che lo sostiene e lo rapporta umanamente con il mondo intero, “qualcosa di misterioso e miracoloso”- direbbe ancora Restany - che occorre partire per leggere la sua grande opera monumentale “L'ALBERO DELLA PACE”, ultimo capolavoro portato a compimento grazie al sostegno tecnico della Glass Accademy di Michele Ghiro a Milano che ha sede in Via Watt 5. L'opera in cristallo -un palmizio in cristallo variegato, capolavoro unico al mondo (alto due metri e mezzo) proprio nella sua essenzialità costruttiva e nella sua cromaticità- è stata pensata da Bruno Fael, su mio suggerimento, come evento e come donazione per la collocazione permanente nel Cimitero di Alessano e all'entrata al Sentiero della Memoria di Don Tonino Bello, le cui spoglie mortali qui riposano nella cittadina natale.

Una grande opera pensata per la Tomba del fratello tra i fratelli, don Tonino come amava farsi chiamare, vescovo degli ultimi e dei beati i costruttori di pace, vescovo della Chiesa di Cristo che attende cieli e terre nuove. Ritengo che il tema dell'albero rappresenti l'asse e il centro mistico del cosmo e l'elemento di congiunzione tra il mondo sotterraneo (le radici), quello terrestre (il tronco) e la dimensione celeste (la chioma). Il libro della Genesi colloca nel Giardino dell'Eden l'albero della vita e l'albero del bene e del male, dal cui legno è stata ricavata la croce di Cristo; e se l'albero è segno dell'ascesa spirituale, e l'ulivo è segno dell'accoglienza come lo fu per Cristo accolto nella domenica antecedente la via del calvario, ecco che l'albero-palmizio di Bruno Fael, opera contemporanea ricavata da fogli di cristallo, lucentissima, si legge e respira mediante la dialettica degli equilibri plastici tra vuoti e pieni, in un'articolazione del tutto polidimensionale. La limpidezza della materia e la luce che trapassa l'albero, unitamente al linguaggio allusivo e simbolico, sono state le virtù generative dell'opera, tanto che Bruno Fael tra memoria e sogno, tra radici e idealità, ha innalzato il suo altare fatto di superfici purissime”.

Inaugurazione sabato 7 agosto 2010 - ore 19

MIMAC - Museo Internazionale Mariano d’Arte Contemporanea
Fondazione Don Tonino Bello - Piazza Don Tonino Bello, 42 – 73031 Alessano (Lecce)
Orario: tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 19.00
ingresso libero

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