Museo Michetti - MuMi
Francavilla al Mare (CH)
piazza San Domenico, 1
085 4912347, 085 817169 FAX 085 4912347
WEB
Premio Michetti
dal 23/7/2010 al 30/8/2010
18 - 23, chiuso lunedi'

Segnalato da

Giancarlo Sciannella




 
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23/7/2010

Premio Michetti

Museo Michetti - MuMi, Francavilla al Mare (CH)

LXI edizione. Il premio presenta due sezioni, la prima: 'Diorama italiano' con circa 30 artisti che interpretano aspetti della creativita', della specificita', e degli scenari esistenziali dell'essere italiani. La seconda 'Arte e Ambiente' affronta questo tema centrale per l'uomo contemporaneo, e riprende un'antica vocazione del Premio. A cura di Carlo Fabrizio Carli.


comunicato stampa

a cura di Carlo Fabrizio Carli

Sabato 24 luglio, alle ore 18, nella sede del Museo Michetti di Francavilla al Mare, sarà inaugurata la sessantunesima edizione del Premio Michetti, a cura di Carlo Fabrizio Carli, con il titolo “Diorama Italiano”.

Il titolo prescelto possiede una duplice valenza. Vuole indicare innanzitutto che italiani sono i trenta artisti, autorevoli e di vasta notorietà, che partecipano all’esposizione con opere quasi sempre realizzate appositamente per la mostra, ma anche che essi interpretano, spontaneamente e in assoluta libertà, altrettanti aspetti della creatività, della specificità, degli scenari esistenziali, in breve, dell’essere italiani. Estendendo all’intero settore dell’arte l’affermazione che Mina Gregori riservava recentemente all’ambito del collezionismo d’arte, questo equivale a dire che quello delle arti visive è un campo privilegiato per ritrovare l’identità italiana. Si tratta, come ciascuno può constatare, di un tema assai attuale, al centro del dibattito culturale, anche in vista delle pur difficili celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell’unità politica della nazione.

Difatti, se diorama racchiude il significato di vedere attraverso, sarà lecito auspicare che, tramite l’ampio spettro delle opere esposte al Michetti, si potrà recuperare un’immagine, parziale quanto si vuole, ma articolata e significativa, problematica e attuale, di una identità che sarà magari difficilissimo definire analiticamente, ma che un po’ tutti, dentro e fuori il Paese, sanno, o quanto meno ritengono, di saper mettere a fuoco. Il paesaggio e le architetture; il recupero delle radici profonde, contadine e, più indietro ancora, primordiali e archetipiche, e l’impatto della contemporaneità; lo spazio della storia, della poesia e del folklore; l’immaginario mediterraneo, l’effettualità e la virtualità; l’elemento mitico e lo stesso confronto con culture e tradizioni altre, confronto comunque ineludibile in una società globalizzata.

Come si addice, appunto, ad un ideale diorama, che attiene, poi, in accezione estensiva, tanto alla veduta panoramica che ad una metaforica vetrina espositiva, gli artisti presenti sono differenti per linguaggi e tecniche impiegate (dalla pittura alla scultura, dalla ceramica all’installazione, dal video alla fotografia, perfino all’intervento sonoro), nonché per età e collocazione generazionale. Questa scelta di ricca e varia articolazione è ovviamente non casuale: il visitatore della mostra troverà, ad esempio, tra le opere proposte, una cospicua presenza di pittura e scultura, oggi spesso invece marginalizzate, se non addirittura bandite, in rassegne di arte contemporanea, alla stregua di linguaggi che si pretenderebbero ormai esauriti, a causa di una troppo gravosa e logorante pratica millenaria, in cui si sarebbe ormai detto e visto tutto. Come pure potrà riscontrare l’accostamento di artisti di diverse fasce generazionali, mentre in genere si preferisce circoscrivere l’attenzione ad ambiti cronologici ben definiti, soprattutto di giovani e giovanissimi, consegnando a una ingiusta trascuratezza artisti che stanno magari alla vitale scaturigine di esperienze attuali.

La formula espositiva adottata, ovvero la scelta di accogliere ogni espositore con cinque opere (tre nel caso della sezione “Arte e Ambiente”), non è affatto casuale, ma finalizzata ad assicurare a ciascun artista una sorta di piccola sala personale, consentendo al visitatore interessato di approfondirne la conoscenza, come non permette invece la selezione abitualmente adottata di una o due opere.

Parte integrante di questo Premio Michetti è la sezione “Arte e Ambiente”, che non soltanto affronta un tema centrale per l’esistenza dell’uomo contemporaneo, ma riprende un’antica vocazione del Michetti che significativamente, nel 1976, volle premiare, assieme agli artisti, anche Franco Tassi, al tempo benemerito direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo.
È naturale - necessario, anzi - che l’arte non si rinchiuda in torri d’avorio, ma che invece si interessi ad argomenti così importanti e oggi tanto fortemente avvertiti dall’opinione pubblica, come quello del rispetto del pianeta, della tutela dell’ambiente, del ricorso a fonti di energia rinnovabile, della sostenibilità e della ecocompatibilità dei processi produttivi, delle perpetrate e non più tollerabili devastazioni da parte di una industrializzazione incontrollata, dello smaltimento dei rifiuti urbani e industriali, dei reimpiego degli scarti dei processi produttivi.

Da un quarantennio a questa parte, con intensità sempre crescente, gli artisti e generalmente l’intero mondo dell’arte dimostrano di avere vivamente a cuore le tematiche ambientaliste, secondo un variatissimo spettro di accezioni. Oggi nessuno sarebbe disposto a negare il ruolo dell’arte contemporanea (in cui riveste un ruolo essenziale il ricorso a esperienze e tecniche nuove, dalla performance all’installazione, dalla fotografia, al video, alla dimensione concettuale) nell’accreditamento e nella diffusione di una coscienza ambientalista.

Pure nella forzatamente ridotta, ma qualificata, selezione degli artisti coinvolti, il Michetti intende testimoniare proprio la vastità degli approcci e dei coinvolgimenti di un tema a cui vengono dedicate innumerevoli mostre e pubblicazioni: i verdissimi Tappeti Natura di Piero Gilardi, celebri in tutto il mondo, l’approccio esoterico di Immacolata Datti, la natura transgenica di artificiale candore di Carla Mattii, i fiori malati di Ettore Frani, il riutilizzo degli scarti di produzione proposto in dimensione estetica da Mariano Moroni, i fiori luminosi ed ecologici di Marco Appicciafuoco, la ricerca sui baccelli e i semi vegetali di Federica Luzzi, l’attitudine ecologica di Margherita del Balzo, che prepara da sé i fogli della speciale carta su cui interviene con il disegno, il rimpianto per la natura incontaminata di Isabella Ducrot, il vagheggiamento di una recuperata purezza primordiale dell’arte rupestre di Andrea Benetti.

Del resto, il tema ambientale è ampiamente testimoniato anche nell’altra sezione del Premio, così da costituire un motivo unificante dell’intera mostra.

Artisti presenti: Ubaldo Bartolini, Tommaso Cascella, Angelo Casciello, Francesco Cervelli, Marco Colazzo, Michele Cossyro, Alberto Di Fabio, Stefano Di Stasio, Iginio Iurilli, Massimo Livadiotti, Salvatore Marrone, Andrea Martinelli, Alberto Mingotti, Cesare Mirabella, Mauro Reggio, Ruggero Savinio, Giancarlo Sciannella, Fabrizio Sclocchini, Giovanni Soccol, Ernesto Terlizzi.
Sezione “Arte e Ambiente”: Marco Appicciafuoco, Andrea Benetti, Immacolata Datti, Margherita del Balzo, Isabella Ducrot, Ettore Frani, Piero Gilardi, Federica Luzzi, Carla Mattii, Mariano Moroni.

Catalogo: Vallecchi

Inaugurazione sabato 24 luglio 2010, ore 18

Museo Michetti (Mu-Mi)
Piazza San Domenico, Francavilla al Mare (Ch)
Oraio: 10-18, escluso lunedi
ingresso libero

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