Una grande mostra antologica dedicata a Pompilio Mandelli. Dell'artista, protagonista dell'informale italiano vengono presentati a Palazzo Magnani, in occasione del suo novantesimo compleanno, circa 100 dipinti su tela, che ricostruiscono il suo percorso dagli anni Trenta ad oggi, oltre a circa quaranta tempere, disegni e incisioni che verranno esposti nel Castello di Arceto (Scandiano).
Palazzo Magnani organizza, dal 14 settembre al 20 ottobre 2002, una grande mostra antologica
dedicata a Pompilio Mandelli. Dell'artista, protagonista dell'informale italiano, nato a Villarotta di
Luzzara (Reggio Emilia) nel 1912, vengono presentati a Palazzo Magnani, in occasione del suo
novantesimo compleanno, circa 100 dipinti su tela, che ricostruiscono il suo percorso dagli anni
Trenta ad oggi, oltre a circa quaranta tempere, disegni e incisioni che verranno esposti nel
Castello di Arceto (Scandiano). Nell'occasione, viene pubblicato un catalogo, edito da Skira, con
la riproduzione di tutte le opere in mostra, un'ampia antologia critica - vengono pubblicati tutti
gli scritti di Francesco Arcangeli dedicati a Mandelli - e testi di Franz Armin Morat, Dario Trento e
Sandro Parmiggiani.
Pompilio Mandelli nasce il 14 giugno 1912 a Villarotta di Luzzara (RE) dove trascorre l'infanzia.
Precoce è la vocazione per il disegno e la pittura, fin da quando il nonno materno - direttore di
una fabbrica di cappelli in truciolo - gli fa ricopiare, dietro piccoli compensi, riproduzioni di dipinti
famosi. A sette anni si trasferisce con la famiglia a Guastalla, dove frequenta le scuole
elementari e medie, continuando, intensamente, a disegnare, soprattutto vedute del Po.
L'insegnante di disegno alle medie, Manfrini, gli consiglia di frequentare il Liceo Artistico a
Bologna, dove Mandelli si trasferisce nel 1928 e conosce Giorgio Morandi, suo insegnante.
Nell'estate del 1929 torna a Guastalla e trascorre le giornate lungo il Po, in bicicletta, a dipingere
dal vero il "grande fiume". Dal 1932 frequenta l'Accademia di Belle Arti di Bologna dove, oltre a
Morandi (titolare della cattedra di incisione), gli è maestro Virgilio Guidi, di cui diventerÃ
assistente e a cui succederà nel 1963, nella cattedra di pittura, restandone titolare fino al 1978. Dopo l'esordio, nel 1935, in una mostra dei Littoriali a
Venezia - che gli vale il primo premio e il diritto ad esporre nella Biennale dell'anno successivo -
Mandelli incontra, nel 1940, Francesco Arcangeli, che diventerà il sostenitore e l'interprete più
appassionato della sua opera, fino alla prematura scomparsa, nel 1974, del critico bolognese.
Nello stesso 1940 Mandelli era tornato a esporre alla Biennale di Venezia di cui avrebbe
complessivamente partecipato a nove edizioni, con sale personali nel 1956, nel 1962 e nel
1972. La prima mostra personale è, nel 1946, alla Galleria di Cronache a Bologna, presentato
da Arcangeli. Da allora molte, e di rilievo, sono state le mostre, con presentazioni e recensioni
di critici autorevoli (oltre ad Arcangeli, si possono citare, tra gli altri, Carlo Volpe, Giuseppe
Raimondi, Carlo Munari, Alberto Martini, Franco Russoli, Lamberto Priori, Duilio Courir, Attilio
Bertolucci, A. Carlo Quintavalle, Renato Barilli, Maurizio Calvesi, Andrea Emiliani, Flavio Caroli, Marco Valsecchi, Franco Solmi, Luciano Anceschi, Pier Giovanni
Castagnoli, Luigi Carluccio, Roberto Tassi, Claudio Spadoni, Adriano Baccilieri, Eugenio
Riccomini, Dario Trento, Marilena Pasquali, Fabrizio D'Amico, Flaminio Gualdoni). Tra le tante
esposizioni, ci piace ricordare l'antologica dedicatagli dal Comune di Reggio Emilia nel 1976 (con
testi in catalogo di Barilli, Tassi e Castagnoli), quella di tempere, studi e disegni promossa dai
Civici Musei nel 1988 (presentata da Roberto Tassi) e la recente (estate 1995) mostra
antologica di Bologna, a cura di Pier Giovanni Castagnoli. A 90 anni compiuti proprio in questi
giorni, Pompilio Mandelli, continua a dipingere con la felicità , la freschezza e la passione di chi
ancora sente il piacere e l'emozione di scavare dentro il grande corpo della pittura, alla ricerca
del "brivido della vita".
Palazzo Magnani
Corso Garibaldi 31, 42100
Reggio Emilia