Dal fotogiornalismo alla fotografia astratta. In esposizione oltre 100 fotografie del fotoreporter esponente della generazione del Neorealismo. Un percorso che spazia dal reportage sociale e di guerra, alla fotografia di viaggio e documentaristica, passando per il ritratto e la natura, fino alla fotografia astratta.
a cura di Raffaella Ferrari
Sarà inaugurata venerdì 10 settembre alle ore 18.00 al Centro Culturale Candiani la mostra a cura di Raffaella Ferrari, Mario De Biasi. Dal fotogiornalismo alla fotografia astratta - visitabile fino al 31 ottobre 2010 - organizzata dal Centro Culturale Candiani in collaborazione con Shots Gallery.
Oltre cento fotografie vintage per raccontare De Biasi, uno dei grandi fotografi italiani e uno dei maggiori esponenti della generazione del neorealismo, artista eclettico, sempre eccellente in ogni genere di fotografia: dal reportage sociale e di guerra, alla fotografia di viaggio e documentaristica, passando per il ritratto e la natura, fino alla fotografia astratta. Si è scelto di seguire un percorso espositivo cronologico, cominciando dagli esordi della sua carriera: dal successo dei primi concorsi, alla collaborazione con Epoca, che lo ha reso famoso in tutto il mondo, partendo dagli scatti della fase neorealista e lo storico servizio realizzato a Budapest durante la rivoluzione del 1956. I vari reportage in giro per il mondo sono stati suddivisi per area geografica: dalla Russia, all’India, fino al Giappone, passando per l’Africa e il Medio Oriente, con uno sguardo alle grandi metropoli come Londra e New York per arrivare poi ad una sezione specifica dedicata esclusivamente ai ritratti ed infine prendendo in esame le sue sperimentazioni
De Biasi è un autodidatta, la sua formazione avviene soprattutto attraverso lo studio e l’osservazione dei grandi fotografi, egli stesso afferma:“Non sono andato a bottega, non ho frequentato scuole di fotografia. La mia formazione è avvenuta soprattutto osservando e mettendomi alla prova. Passavo interi pomeriggi in una grande libreria specializzata in libri d’arte in Corso Vittorio Emanuele, sfogliavo libri e riviste… Ogni sabato andavo a vedere mostre di ogni genere, fotografia, scultura, pittura antica e moderna, e in un pomeriggio spesso visitavo cinque o sei gallerie. Con il tempo ho cominciato a formarmi la mia biblioteca, i primi libri li ho comprati sulle bancarelle”
Chi lo conosce ed ha lavorato con lui racconta come durante gli anni ad Epoca venisse quasi affettuosamente preso in giro proprio per la sua instancabile passione e curiosità: in viaggio si soffermava a fotografare ogni particolare e rimaneva sempre indietro rispetto al gruppo. In ogni occasione di lavoro durante le pause, si ritagliava sempre momenti creativi e di ricerca personale.
L’attenzione alle questioni formali si sviluppa in lui preminentemente nella rielaborazione dei particolari di oggetti e elementi naturali: le linee e le forme dei dettagli vengono decontestualizzate, destrutturate e trasformate in immagini in cui spesso i soggetti, non sono più riconoscibili. La sua capacità di “saper vedere fotograficamente” si traduce poi in atto poetico nella rappresentazione della natura; De Biasi attraverso l’obiettivo macro e inquadrature zenitali coglie strutture grafiche inconsuete nella registrazione della fitta trama di linee e forme naturali presenti nelle sabbie, nelle rocce, nei terreni e nei riflessi delle acque..
I suoi viaggi ora non sono più in giro per il mondo, ma nei labirinti della memoria e della fantasia, dove con pezzi di carta, plastica e materiali da riciclo crea splendide composizioni astratte in cui il colore diventa protagonista, come a ricreare le migliaia di immagini, sensazioni e déjà-vu raccolti nella sua lunga carriera.
Immagine: Mario De Biasi, Ballet dancers, 336x450 cm
Inaugurazione venerdì 10 settembre, ore 18.00
Centro Culturale Candiani
piazzale Candiani 7, Mestre (VE)
lun-ven 15.30 -19.30, sab e festivi 10.30-12.30 e 15.30-19.30
Ingresso libero