Oltrespazio. Le fotografie di Vincent Fournier presentano scorci di mondi ostili, dove la vita sembra possibile solo in spazi isolati e asettici. Curtis in New Empire rappresenta l'aspetto fisico e psicologico dei sobborghi londinesi. Combinando tecnica fotografica e segni autografi ci restituisce vedute in bianco nero di strade pervase da una statica angoscia.
a cura di Nicola Scaglione
Cream presenta la nuova mostra Oltrespazio dedicata ad Andrew Curtis e Vincent Fournier, due artisti apparentemente diversi per ricerca estetica e tecnica. Curtis sembra investigare nel piccolo del quartiere, nel luogo che più conosciamo, la nostra residenza, laddove Fournier si spinge al di là dei nostri confini, nello spazio, nella tecnologia. Nelle opere di entrambi però traspare uno stato d’animo inquieto, una situazione di non tranquillità: l’estetismo della solitudine e dell’isolamento sembra il loro comune denominatore.
Curtis in New Empire rappresenta l’aspetto fisico e psicologico dei sobborghi londinesi. Combinando tecnica fotografica e segni autografi ci restituisce vedute in bianco nero di strade pervase da una statica angoscia. Vi dominano alberi esotici, innaturali per il luogo, come l’Araucaria Araucana (detto anche monkey puzzle tree), una volta usato per decorare la periferia vittoriana e oggi ricordo ingombrante dell’attività coloniale inglese. Presenze estranee, le cui ombre minacciano il succedere di qualcosa di non previsto, rompono la quiete del quartiere e ci riportano alle suggestioni dei film di Hitchcock, “La finestra sul cortile” e gli “Uccelli”.
Le fotografie di Vincent Fournier presentano scorci di mondi ostili, dove la vita sembra possibile solo in spazi isolati e asettici, in costruzioni artificiali chiuse oppure in indumenti spaziali che ci impediscono il contatto con l’atmosfera esterna. Lo spazio catturato dal suo obiettivo rimanda alle atmosfere artificiali ricreate da Kubrick in “2001 Odissea nello spazio” e al conflitto interiore di HAL 9000 che è stato programmato per collaborare con l’uomo ed esaltarne la ratio, in realtà ne mette in luce la fragilità e la caducità.
Gli scatti del Yuri Gagarin Cosmonaut Training Centre in Russia, del Mars Desert Research Stati on nello Utah non sembrano i luoghi reali che il fotografo ha ripreso, ma rimandano al film “Solaris” di Tarkovsky, dove la ricerca nello spazio non fa altro che rimandarci le immagini divenute realtà di ciò che il nostro subconscio non ha metabolizzato, dei nostri sensi di colpa, delle nostre paure.
Andrew Curtis (1979) was born in London and graduated with an MA in Fine Art Printmaking from the Royal College of Art in 2009. He has shown in group exhibitions including A Bright and Guilty Place at PayneShurvell (June 2010), Wil Alsop’s TestBed1 (July 2010), the Summer Exhibition at the Royal Academy (2008-2010), the London Art Fair (2010) and Bloomberg New Contemporaries (2009). His work is held in various collections including the Royal College of Art, the V&A, Oregon State University, Queen’s University, Belfast, University of Wales and private collections in the UK, Italy and the USA.
Vincent Fournier (1970) was born in Burkina Faso, studied in France, and is now based in Belgium. He holds a diploma from the Ecole Nationale de la Photographie. He has exhibited at Acte 2 Galerie in Paris, the Young Gallery in Brussels, the Marunochy Gallery in Tokyo, 27AD in Bergamo, the Clic Gallery in New York and has participated in festivals and fairs in Paris, Abu Dhabi, Tokyo and Switzerland. Fournier also has attracted industry heavyhitters, such as Wallpaper magazine, BETC and TBWA. He's author of two books, Tour Operator, AD2 Editions, 2007, and Space Project, Verlhac Editions, 2008.
Inaugurazione 27 settembre ore 18
Cream art gallery
via Borgonuovo, 27 - Milano
Orario: dalle 10 alle 14 e sempre su appuntamento
Ingresso libero