Assessorato Cultura e Turismo Citta' di Alessandria
La scultura incisa. La mostra e' dedicata a Lorenzetti e alla sua produzione calcografica. Le puntesecche costituiscono la maggioranza delle opere esposte e, piu' che le classiche acqueforti a morsura in acido, sembrano ripetere in modo speculare i gesti e i segni ottenuti dell'artista nella scultura con il 'tagliolo'.
Si chiude il 18 settembre la mostra “L’acquatinta: una tecnica e le sue espressioni” ma l’attività del Gabinetto delle Stampe prosegue con l’inaugurazione, venerdì 24 settembre alle ore 18.00, della mostra “La scultura incisa”.
Questa nuova mostra monografica del Gabinetto delle Stampe è dedicata all’artista romano Carlo Lorenzetti e alla sua produzione calcografica e come naturale conseguenza di una preferenziale attenzione della nostra istituzione museale verso il lavoro di quegli artisti che si possono ascrivere al novero dei peintres graveurs (esemplari, in questo senso, sono state le mostre di Guido Strazza ed Enrico Della Torre). Ci è parso allettante indagare il lavoro, assolutamente unico nel panorama italiano contemporaneo, dello scultore romano Carlo Lorenzetti che, d'altro canto, è forse esempio inarrivabile e solitario di sculpteur graveur.
Chi avesse già conosciuto la ricerca plastica di Lorenzetti, che dipana le sue meraviglianti spire creative in un arco ormai più che cinquantennale, rivedrebbe, in questa pregnante serie di fogli (dal 1983 al 2007), un percorso parallelo all'inesausta ricerca di segno-luce-energia, coagulata nelle forme suggerite ed intuite dai e nei metalli in lamina (ferro, ottone, rame ed alluminio i preferiti) che sono denominatore del “fare” dell'artista.
Le capacità di eccezionale disegnatore, parallele e consequenziali alla scultura (e chi ha potuto vedere le mostre “alessandrine” di Lorenzetti al Triangolo Nero ne ha di certo ricordo indelebile), costituiscono l'ovvio collante dell'operare lorenzettiano, basato su piegature, sbalzi e tagli e quant'altre inventive manipolazioni del metallo, con il “pensiero della mente” espresso sulla carta da grafite, china, acquerelli e smalti, sempre con gestualità forti e segni più che mai strutturati e tesi a segnare e conquistare lo spazio e la luce. Le stesse tensioni creative le troviamo nelle lastre-matrici che danno origine le stampe presenti in questa mostra, e che molto raccontano, nel loro evolversi, della assoluta vicinanza delle tecniche di “aggressione” del metallo, sia in scultura che in incisione.
Ecco dunque come le puntesecche, che costituiscono la maggioranza delle opere esposte, più che le classiche acqueforti a morsura in acido, sembrano ripetere in modo speculare, i gesti e i segni ottenuti con il “tagliolo” (lo stesso strumento, uno scalpello, che Carlo usa in scultura) che a suon di metallo scalfisce - lacera e apre in ferite - la superficie della lastra. Altri segni sono frutto dell'azione di acuminate punte metalliche che scavano in profondità la matrice consentendole di rendere in stampa nere e forti tracce quasi quanto e più di quelle ottenute con la punta meccanica, mezzo che spesso accentua ritmi interni al segno stesso con spezzettature e tremolii filanti che si trasformano in scie di comete e fasci ondosi distesi a solidificare movimenti forme e strutture.
“Una personale di Carlo Lorenzetti è ulteriore occasione per promuovere adeguatamente l'intensa attività del Gabinetto delle Stampe – ha dichiarato il vicesindaco e assessore alla cultura e turismo, Paolo Bonadeo -. Le opere esposte rappresentano un patrimonio unico, di alto valore artistico, che la mostra rende fruibile a tutti”.
Carlo Lorenzetti nasce nel 1934 a Roma dove vive e lavora.
Inizia ad esporre alla fine degli anni Cinquanta, subito precisando la propria ricerca plastica: egli assume la lastra metallica come piano dell’invenzione di forme, a parete e a terra, che vivono la terza dimensione negando ogni valenza di massa solida e di peso materico. Si inserisce così in una storia della scultura che segna un importante passaggio a diverse modalità di intendere il lavoro sulla tridimensionalità e sullo spazio, coniugando perizia del fare con scienza compositiva ed immaginazione.
Nel 1959 vince il premio per la giovane scultura assegnato dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
La prima mostra personale è a Roma, nel 1962, da Topazia Alliata. G. Caradente lo invita lo stesso anno alla mostra internazionale "Sculture nella città", nell’ambito del Festival dei Due Mondi di Spoleto. La sua attività espositiva, che comprende pure il disegno e la grafica, prosegue intensa con significative personali e con partecipazioni a rassegne in musei italiani e stranieri. E’ presente a manifestazioni internazionali quali, ad esempio, l’Expo mondiale di Montreal (1967); la Biennale di San Paolo del Brasile (1967, 1975); la Biennale del Mediterraneo ad Alessandria d’Egitto (1968); il Premio di scultura Reno-Tevere al Kunstverein di Colonia (1969); la Biennale di Venezia (1970, 1972, con sala personale, 1976, 1986); la Quadriennale di Roma (1965, 1973, 1986); la Biennale di grafica di Cracovia (1972, 1974); l’Esposizione di grafica di Lubiana (1973, 1989); la Triennale internazionale d’arte contemporanea di New Delhi (1975); la Biennale della piccola scultura di Budapest (1973, 1987), ecc.
Tra i riconoscimenti al suo lavoro si segnala il Premio Feltrinelli 1988 per la scultura conferito dall’Accademia Nazionale dei Lincei.
Ancora, in anni successivi, partecipa, tra l’altro, alle mostre: Italienische Zeichnungen 1945-1987 al Kunstverein di Francoforte sul Meno e alla Galleria civica di Modena (1987); I Biennale internazionale di scultura contemporanea a Matera (1988); Orientamenti dell’arte italiana, Roma 1947-1989" a Mosca e Leningrado (1989); Percorsi ininterrotti dell’arte, Roma 1990 al Palazzo Rondanini a Roma (1991); XLVI Premio Michetti a Francavilla al Mare (1992, dove ottiene il premio per la scultura). Quale rappresentante italiano, nel 1955 è invitato alla VI Triennale internazionale di scultura di Osaka (la sua opera è acquisita dal Museo) e nel 1966 alla VIII esposizione La valle della scultura da Rodin a Calder nel Museo Archeologico di Aosta.
Oltre all’antologica allestita all’aperto negli spazi della città di Anghiari (1972) e alla Biennale del metallo di Gubbio (1986), si ricordano quelle di disegni al Palazzo comunale di Salò (1986) e alla Galleria civica di Modena (1992) e quelle di scultura al Padiglione d’Arte Contemporanea a Palazzo Massari a Ferrara (1996) e nel Castello di Pergine Valsugana (1998). Si segnala, inoltre, l’installazione permanente di un’opera di grandi dimensioni "Arc-en-ciel" a Brufa di Torgiano.
Nel 1997 è stato ad Alessandria con una personale allestita nella Galleria Il Triangolo nero.
Nel 2000, accanto alla personale presso la galleria il Bulino di Roma, si collocano mostre collettive quali Scultura italiana nel dopoguerra. Un percorso a Vigevano; Scultura al Forte nel Forte Stella di Porto Ercole; IX Biennale d’Arte Sacra Contemporanea nel Museo Stauròs di San Gabriele; Immagini, Arte italiana dal 1942 ai nostri giorni presso la Banca centrale Europea di Francoforte.
È inoltre nominato Accademico di San Luca.
Inaugurazione venerdì 24 settembre 2010, ore 18
Palazzo Cuttica
via Parma 1, Alessandria
Orari: martedì e giovedì dalle ore 15.30 alle ore 17.30
sabato dalle ore 16 alle ore 19
Aperture straordinarie (con orario 16 – 19):
26 settembre 2010, 3 ottobre 2010, 7 novembre 2010, 26 dicembre 2010, 2 gennaio 2011, 13 febbraio 2011
Ingresso libero