Prima personale dell'artista che, nel suo lavoro, stacca dalla realta' un pezzo di testo, un oggetto, una relazione e mette tutto su un piedistallo, giocando su un nuovo sguardo in una operazione che produce finzione.
La galleria upp è lieta di presentare A bassa voce la prima personale di Lia
Cecchin.
Il lavoro artistico stacca dalla realtà un pezzo di testo, un oggetto, una
relazione e mette tutto sul piedistallo, aggiungendo dell’altro, giocando su un
nuovo sguardo. Operazione che produce finzione, si nutre di finzione e la presenza
di quella registrazione originaria non si dà mai completamente, perché l'intervento
artistico si alimenta di meccanismi illusionistici.
Quindi, ci si chiede, perché
affidarsi a questa finzione, e quindi in sostanza perché scrivere o fruire di
un'opera. Alcune ragioni: credere a ciò che potrebbe essere falso ci preserva da
eventuali esperienze che possono provocare danni fisici, soddisfa il bisogno di
distrarci dal dolore o di sublimarlo rielaborandolo in un'altra forma, è il
risultato di una empatia che ci fa sentire ascoltati, attori e destinatari di quella
storia che leggiamo o percepiamo. In modo più radicale nell'opera riproponiamo il
desiderio di arrivare ad una comprensione, ad un senso, ma se il tutto si fonda
sulla pratica della finzione, la fine del racconto esorcizza temporaneamente la
tensione della fine: quella morte potrebbe essere anche la nostra ma per fortuna,
questa volta, non lo è.
Ecco la mostra sembra il tentativo di alludere su diversi livelli a queste ragioni
prima del piedistallo; tracciando il suo plot l'artista non può che riflettere sulle
condizioni che precedono la presenza di un possibile lavoro ripetendo, simulando, un
desiderio.
Lia è timida.
Stefano Coletto
Lia Cecchin (1987) è nata a Feltre (BL) e attualmente vive e lavora tra Milano e
Venezia.
Inaugurazione sabato 25 settembre 2010, ore 18.30
Galleria upp
Giudecca 282, Venezia
Orari: da martedì a sabato dalle 15 alle 17
sabato e domenica su appuntamento
Ingresso libero