Anikonici Surreali. In mostra le opere caratteristiche dell'artista cosentino, in particolare le tele rigorosamente astratte che riportano figure geometriche come la spirale: sagome di persone nitide e schematiche, campiture di colore vivaci ed essenziali.
a cura di Edoardo Di Mauro
Negli ultimi tempi ho avuto spesso il piacere di introdurre il lavoro di Gianfranco Sergio, artista con cui intrattengo un rapporto umano e professionale importante fin dalla metà degli anni Novanta. Il percorso artistico di Sergio, autore cosentino trapiantato a Como è stato , l’artista è nato nel 1961, quello di un autentico “enfant prodige” protagonista di apparizioni pubbliche fin dai primi anni ’80 con il suggello, nel 1985, della personale presso la storica sede genovese della galleria Rinaldo Rotta.
All’epoca del nostro incontro Sergio era attivo con una linea installativa, peraltro mai abbandonata, centrata sia sul dispiegamento parietale dell’opera tramite un oggettualismo costruito con l’ausilio di regolari strutture ad incastro evocanti il tema della casa o del rifugio o con sculture concepite per l’ambiente, interno od esterno, in cui era prevalente la posa di elementi metallici agili e svettanti ed al tempo stesso evocanti un senso di latente minaccia o, all’opposto, di sublimale ascesa verso l’alto. Il tutto coerentemente correlato ad una produzione di tele rigorosamente astratte dove era comunque prevalente la proposta di elementi conici o piramidali spesso proiettati in una tensione spiraliforme.
La prevalenza di questi dati al tempo stesso iconici e simbolici è una costante del lavoro di Gianfranco Sergio e, non a caso, la forma spiralica è emblema di contemporaneità, del passaggio dalla dimensione razionale della prospettiva allo spazio curvoidale dell’era tecnetronica. Anche quando, negli anni zero, l’artista darà vita a composizioni pittoriche dove maggior spazio viene concesso ad una raffinata figurazione, la prevalenza di questi canoni formali non verrà meno.
Questi lavori costituiscono l’asse centrale della personale allestita presso la Galleria Il Tramite di Como, diretta da Ilona Biondi ed intitolata “Anikonici Surreali”, dove vengono opportunamente definiti i capisaldi dello stile di Sergio, sempre tendente all’essenzialità, anche quando si avvale di elementi volutamente decorativi, abbinati all’evidente surrealtà di queste serie di dipinti.
L’atteggiamento di Sergio nei confronti del reale può essere esemplificato dal richiamo ad una mostra da me allestita a Parma nel 2002 il cui sottotitolo “realtà ed allegoria nell’arte italiana degli anni ‘90” è, a mio parere, valido a tutt’oggi. Nel saggio introduttivo spiegavo come si fosse in presenza di una situazione in bilico tra realtà ed allegoria, tra un’arte che aderisce il più possibile al reale adoperando le protesi tecnologiche di cui l’uomo si è dotato o, all’opposto, cerca di dialogare con il contemporaneo sottraendosi ad un abbraccio troppo stretto e forse pericoloso difendendosi con un distacco interpretato con un rifugiarsi consapevole nella realtà sublimata dell’allegoria e del simbolo. Mi pare che quest’ultima accezione si sposi appieno con questa tipologia operativa di Sergio. Avendo spesso scritto su di lui nell’ultima fase mi concedo alcune osservazioni in parte inedite su questi suoi lavori, pregni di suggestioni molto più di quanto possa apparire ad una rapida e superficiale occhiata.
Il ritmo compositivo delle pitture di Gianfranco Sergio è, tra le altre cose, tipicamente”musicale”. L’iconografia , solo apparentemente semplice, è caratterizzata da una calligrafia sintetica . In realtà approdare a risultare convincenti quando si adopera questa tipologia di linguaggio è estremamente complicato. Le sagome di persone e cose sono nitide e schematiche, le campiture di colore vivaci ed essenziali : lo stile di Gianfranco Sergio, se vogliamo trovarci riferimenti storici ma anche attuali, spazia dall’arte ispirata al senso archetipo del disegno infantile, alla fabulatoria comunicazione metropolitana dei più colti tra i graffitisti americani, quali Kenny Sharf e Ronnie Cutrone, con dei richiami anche alla grande tradizione della caricatura italiana, pregna di sagace ironia. Le composizioni di Sergio denunciano, oltre all’ironia in grado di gettare uno sguardo disincantato sull’esistente, anche una grande solarità e felicità creativa. I riferimenti simbolici sono molteplici e denotano l’ampia cultura dell’artista e la molteplicità dei suoi interessi ; si va dalla mitologia , alla musica, alla filosofia , alla religione ed ancora oltre. Non bisogna dimenticare che il senso profondo della pittura di Gianfranco Sergio, al di la della confezione, è sempre profondamente intriso di concettualismo e si richiama, spesso in alcune delle opere più recenti, alla grande tradizione della metafisica e del realismo magico.
Edoardo Di Mauro, settembre 2010
Inaugurazione: Venerdì 8 ottobre alle ore 18
Galleria 'Il Tramite'
via Borgovico, 36/38 - Como
dal martedì al sabato 9.30-12.30 e 15.30-19
Ingresso gratuito