Galleria l'Agostiniana
Roma
piazza del Popolo, 12

Marina Gavazzi
dal 23/9/2002 al 8/10/2002

Segnalato da

Rosanna Tripaldi



approfondimenti

Marina Gavazzi



 
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23/9/2002

Marina Gavazzi

Galleria l'Agostiniana, Roma

Il senso della morte e' molto forte nelle immagini dell'artista che spingono a cercare uno sguardo residuo oltre il momento del trapasso. Il 'Concetto Satori', che ha ispirato la sua ultima mostra milanese, e' parte della disciplina Zen e significa il risveglio della realta' cosmica attraverso l'illuminazione, trasmesso con un linguaggio gestuale e quindi universalmente comprensibile.


comunicato stampa

Marina Gavazzi

Questa è la prima personale di Marina Gavazzi a Roma. Saranno esposte una serie di fotografie digitali.

La ricerca che ha spinto Marina Gavazzi dalla pittura alla fotografia-digitale ha un duplice aspetto: l'uno metodologico, l'altro logico trascendentale, supportato da concetti filosofici Zen che hanno stimolato le sue inclinazioni mentali.

Il senso della morte è molto forte nelle immagini dell'artista che spingono a cercare uno sguardo residuo oltre il momento del trapasso. Il "Concetto Satori", che ha ispirato la sua ultima mostra milanese, è parte della disciplina Zen e significa il risveglio della realtà cosmica attraverso l'illuminazione, trasmesso con un linguaggio gestuale e quindi universalmente comprensibile. L'artista traspone questo concetto all'immagine, utilizzando un codice comunicativo essenziale: spazi che comprendono valori mentali più che fisici, forme che sono proiezioni immaginarie e simboliche. Nella filosofia Zen l'uomo non occupa l'esistenza centrale che ha nella mistica occidentale in cui la felicità spirituale deriva da tematiche estremamente impegnative costruite entro un sistema sociale con regole dettate da una gerarchia rigida e retorica. Nello Zen, attraverso un percorso, l'uomo ritorna all'origine, utilizza l'energia delle proprie paure per trovare un equilibrio: il dolore dunque si può sciogliere solo risalendo al proprio inizio. Questa evasione, questo morire e rinascere, questo perdersi e ritrovarsi, permette di conseguire la meta, di comprendere che il nostro centro è parte di un tutto più vasto. Attraverso l'illuminazione (Satori) lo Zen porta alla ricerca della verità in se stessi, alla conoscenza di sé.

La fotografia è il mezzo che meglio rappresenta la realtà e la morte fa parte della realtà; tradurla come espressione artistica da un senso profondo alla vita. Per l'artista la morte è solo una pausa di riposo nel processo vitale dell'individuo. Attraverso le sue immagini, vuole esprimere la sua piena consapevolezza e non la sua negazione. Nella cultura occidentale la morte fisica si assoggetta alla decomposizione del corpo e viene vissuta come paura ancestrale, come riassorbimento nel nulla. Il messaggio delle immagini di Marina Gavazzi si oppone a tutto ciò cercando una nuova comprensione della vita basata su quello che resta dopo il trapasso, una sintesi tra l'esistenza emotiva e la visione della realtà. Figlia del suo tempo, l'artista sente il bisogno di concepire il risultato del proprio lavoro anche grazie al progresso tecnologico. Il lavoro digitale le consente di filtrare la visione emozionale. Il concetto astratto della vita dopo la morte si integra perciò nell'immagine figurativa dando un senso al suo lavoro. "Se così non fosse" afferma l'artista, "la rappresentazione della morte fine a se stessa sarebbe una parodia inutile". Marina Gavazzi è arrivata alla fotografia digitale attraverso un percorso pittorico. Il monocromo utilizzato in passato e ripreso nelle opere attuali è determinante, in quanto il colore è una componente emozionale molto forte che interagisce con le funzioni psichiche dell'uomo, creando lo stato d'animo di quel preciso momento. Attraverso il monocromo assoluto ogni soggetto rappresentato trasmette un'emozione diversa e dunque unica.

Immagine: Marina Gavazzi, Attimo, cm 81,71x 120

Inaugurazione: martedì 24 settembre ore 18.00

Orari di apertura: tutti i giorni dalle 10 alle 12. 30 e dalle 16.30 alle 19.30

Galleria d'Arte l' "Agostiniana", P.za del Popolo 12/a Roma

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