Sala Veratti - Musei Civici Varese
Varese
via Veratti, 20
0332 255101 FAX 0332 255110

Il Rinascimento nelle terre ticinesi
dal 15/10/2010 al 8/1/2011
mart-dom 9-12, 14.30-18.30

Segnalato da

Studio Esseci




 
calendario eventi  :: 




15/10/2010

Il Rinascimento nelle terre ticinesi

Sala Veratti - Musei Civici Varese, Varese

In mostra due dipinti eseguiti dal piu' importante pittore varesino del Rinascimento, Francesco de' Tatti, che rappresentano la prima occasione espositiva per restituire al grande pubblico la figura di un artista perfettamente inserito nel complesso panorama del Rinascimento lombardo.


comunicato stampa

a cura di Simone Facchinetti

Il Comune di Varese, in collaborazione con l’Associazione culturale Varesevive, organizzerà presso la Sala Veratti una piccola ma significativa sezione della mostra in corso nello stesso periodo alla Pinacoteca Zust di Rancate, Mendrisio.

Nella sede recentemente oggetto di restyling saranno esposti due dipinti eseguiti dal più importante pittore varesino del Rinascimento, Francesco de’ Tatti, che fu attivo nella Milano di Bramantino, Zenale e Bernardino Luini: una tavola, firmata e datata 1512, proveniente dal Musée des Beaux-Arts di Nancy, in Francia, raffigurante la Madonna con il Bambino e il Cristo deposto tra Maria e San Giovanni Evangelista giunto per sconosciuti percorsi nel tesoro della chiesa parrocchiale di Craveggia, in Val Vigezzo.

Le opere, di seducente bellezza, si attagliano perfettamente al percorso di mostra che ha luogo in Canton Ticino e rappresentano la prima occasione espositiva per restituire al grande pubblico la figura di un artista perfettamente inserito nel complesso panorama del Rinascimento lombardo.

Dalla Sala Veratti si dipartono percorsi sul territorio, curati da Simone Facchinetti, volti a riscoprire la presenza del nostro pittore nei dintorni di Varese, toccando Gemonio, Brunello, Gazzada, Venegono Superiore.
Nel periodo di mostra si svolgeranno incontri ed eventi culturali a cura di Cooperativa sull’Arte.

La sala Veratti, acquisita dal Comune di Varese nel 1986 dall’omonima famiglia diviene inizialmente pubblica sala per riunioni, conferenze, piccole mostre d’arte e, in seguito, dopo il restauro risalente al 1992, sede di mostre ed esposizioni dei Musei Civici.
La sala non è, come apparentemente può sembrare, un ambiente a sé stante, ma appartiene ad un corpus di edifici più ampio e di antiche origini. Essa è, infatti, il refettorio dell’ex convento di Sant’Antonino la cui storia inizia nella metà del 1500. Nel 1567, Carlo Borromeo, in seguito alle disposizioni del Concilio di Trento, ordina la soppressione del convento di S. Antonino a Luvinate, pensando di trasferire le monache benedettine a Milano.

La comunità di Varese fa, però, opposizione a tale trasferimento e mette a disposizione 300 scudi d’oro per la costruzione di un convento in città. Nel 1568, la Curia dà il permesso per la costruzione del Monastero e l’anno successivo viene scelto, con l’assenso di Carlo Borromeo, il luogo dove sarebbe sorto l’edificio conventuale.

Il terreno, compreso tra gli odierni Corso Matteotti, Piazza Carducci, via Broggi e via Veratti, viene scelto per la sua centralità che favoriva l’ingresso delle fanciulle, dato che le monache oltre ai compiti della vita monastica, avevano quello di educare le bambine del borgo di Varese e di Velate.

Le case preesistenti vengono gradatamente adattate alle esigenze del Monastero. In parte sono abbattute e ricostruite sotto la guida di esperti costruttori tra i quali citiamo Giuseppe Bernascone che, come rivelano alcuni documenti, era stato interpellato dalle monache agli inizi del 1600 per lavori di ampliamento, tra i quali l’edificazione del chiostro, mentre già dal 1599 inizia la costruzione del refettorio oggi sala Veratti.

Nel 1789, per ordine dell’Imperatore Giuseppe II, il Monastero viene soppresso. Nello stesso anno l’intero complesso è acquistato, tramite asta pubblica da Pietro Veratti, che lo trasforma in casa di abitazione con botteghe. Molte sono le modifiche apportate già nei primi anni del 1800: l’abbattimento dei locali di servizio della chiesa, della sagrestia, del campanile, e la divisione della chiesa in più vani. L’attuale sala Veratti, a pianta rettangolare, ha un ingresso differente da quello originario e al visitatore, oggi, è consentita la visione della sala con una prospettiva totalmente rovesciata rispetto a quella d’un tempo.

Si entra infatti da quella che anticamente era la parete di fondo (inizialmente senza aperture) mentre l’antica porta che si affacciava sul chiostro di Sant’Antonino è stata murata. Sulla parete dell’odierno ingresso affreschi di raffinata qualità pittorica raffigurano Re Davide, l’Annunciazione, i Simboli della Passione, Dio Padre e lo Spirito Santo, forse da attribuire a Donato Mazzolino, un artista legato al meglio noto Federico Bianchi. Sulla parete di fondo, risalente al XVIII secolo, troviamo la Nascita di Cristo, l’Annuncio ai pastori e l’Adorazione del Bambino, oltre agli angeli sulla volta. A partire da 1736 entrano in scena a completare l’apparato decorativo Pietro Antonio Magatti e i fratelli Baroffio, cui spettano i medaglioni con le Sibille e i Profeti.

Tra le rassegne di grande interesse che si sono svolte presso la sala Veratti citiamo quelle dedicate all’opera grafica di Lucio Fontana, Giovanni Carnovali detto il Piccio (due mostre realizzate nel 1996) e di Lodovico Pogliaghi (1997); mentre nel 2003 nella sala si tenne la mostra su Testori a Varese (da Cerano a Guttuso) e nel 2007 quella su Renato Guttuso illustratore.

Francesco De Tatti, Madonna con il Bambino e Angeli, tavola, 1512, Nancy, Musée des Beaux-Arts

Ufficio stampa Studio ESSECI
Sergio Campagnolo tel. 049.663499
info@studioesseci.net

Inaugurazione sabato 16 ottobre ore 17

Sala Veratti - Musei Civici Varese
via Veratti 20, Varese
Da martedì a domenica: 9-12, 14.30-18.30
Ingresso libero

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