Discorsi a tavola. Una selezione di una trentina di opere di Pinto - tra tele di grandi dimensioni, disegni, sculture e piatti in terracotta - che ricoprono un periodo che va dagli anni Ottanta ad oggi.
Una personalità pensosa e schietta, che si è spogliata di apparenze e di affissioni, respinte come inessenziali, che ha fatto di una conquistata ricchezza una semplicità densa ed irruente, che non teme di presentarsi nuda e disarmata, con la verità illuminante di una visione sincera e di una esperienza autentica di umanità. (Carlo Ludovico Ragghianti)
Bruno Pinto ritorna a Milano dopo cinque anni, dopo la grande antologica che la Fondazione Mazzotta gli aveva dedicato nel 2005.
Questa volta le sue opere saranno esposte in uno spazio non convenzionale, che risponde a quella profonda esigenza che caratterizza l’artista, animato fin da giovane da una “istintiva insofferenza verso ogni forma di vita eccessivamente istituzionalizzata”.
Lo showroom Spazio Strato ospita quindi una selezione di una trentina di opere di Pinto – tra tele di grandi dimensioni, disegni, sculture e piatti in terracotta – che ricoprono un periodo che va dagli anni Ottanta ad oggi: da Nella stanza del 1983 fino a Io, dentro e fuori lo studio del 2010.
Al termine di una drammatica vicenda giudiziaria, durata oltre due anni, nel giugno 2008 Bruno Pinto è rientrato in possesso di tutti i suoi lavori ingiustamente sequestrati; ha ripreso a dipingere e, attraverso la pittura, ha ricominciato quel suo appassionato viaggio di esplorazione delle varie forme in cui l’esistente si manifesta: un percorso di libera ricerca esistenziale, svincolato dai meccanismi del mercato artistico contemporaneo.
Pinto non dipinge soltanto: legge, studia, scrive, elabora. E i pensieri prendono forma, generano immagini come “Semplice Visione”, nata dalla percezione delle realtà interiori ed esteriori e dalle relazioni tra di esse.
Bruno Pinto, con l’opera di una vita intera, merita oggi una maggiore visibilità che corrisponda al riconoscimento critico di cui da tempo gode. Questa mostra, curata da Emanuela Agnoli, intende essere un primo risarcimento morale verso un artista che può davvero definirsi totale: autore di “un’operazione unificante e non divisibile” – come ha scritto Claudio Cerritelli – , padre di un’arte che egli stesso avverte come necessaria e fondante e che chiede a chi la osserva una partecipazione vivente e profonda. Il testo critico Carezza e visione. Gli Esercizi di Bruno Pinto, scritto dal filosofo e storico dell’arte Jean Soldini, ne rappresenta la prova tangibile.
Per ulteriori informazioni sulla mostra e immagini ad alta risoluzione delle opere:
Ufficio Stampa Strato - Claudia Baronti
tel. + 39 02 33600141
e-mail: claudia.baronti@stratocucine.com
Inaugurazione: giovedì 21 ottobre, ore 19
Spazio Strato
via Agostino Bertani, 2 Milano
ingresso libero